Sindacati su ATM: “Apprendiamo le notizie dai giornali: ci spieghino da dove arriva il buco di bilancio 2015”

Atm autobusATM all’ultima corsa, e sindacati sulle barricate. In attesa che (a decisioni già prese in realtà) del futuro dell’azienda alessandrina di trasporto su gomma si discuta lunedì in commissione Bilancio, e che giovedì 17 marzo alle ore 18 a Torino, presso lo studio del notaio Ettore Morone, si raduni l’assemblea straordinaria dei soci”, tocca ai sindacati commentare, senza troppi giri di parole, la decisione, annunciata nei giorni scorsi a mezzo stampa, di messa in liquidazione, con probabile successivo ‘spacchettamento’ dei servizi.

“Dopo anni di incontri, riunioni, dichiarazioni di intenti – sottolinea Alessandro Porta della Uil Trasporti -, ormai apprendiamo le notizie sul futuro di ATM dai giornali, e rimaniamo in attesa di capire quale sorte si intenda assegnare ai lavoratori. Ovviamente deve essere chiaro che noi chiediamo la piena occupazione, e il rispetto dell’anzianità e degli scatti maturati. Del resto mi pare fosse, a memoria, il settembre/ottobre del 2014 quando, a Palazzo Rosso, il socio di maggioranza dell’azienda sottoscrisse precisi impegni in termini di investimenti, e di garanzie ai lavoratori: un anno e mezzo dopo, ci pare abbiano deciso di mettere ATM in liquidazione senza un minimo confronto pubblico, e con le parti sociali”.

Nel mirino di Porta anche “La Cosap, un balzello da 1 milione e 200 mila euro l’anno dovuto da ATM al comune di Alessandria, e un mutuo Atm mezzi 1semplicemente folle come quello per il parcheggio di via Parma”.

Giancarlo Topino, della Filt Cgil, rincara la dose: “Abbiamo già dichiarato lo stato di agitazione, e valuteremo nei prossimi giorni quali iniziative intraprendere. Certamente apprendere dall’attuale presidente di ATM Quagliotti che il ‘buco’ di bilancio 2015 ammonta ad oltre 8 milioni, a fronte di una previsione di 1,8 milioni fatta a novembre, lascia interdetti. Cosa è successo? Qualcuno ha sbagliato i conti, e quando? Chiediamo assoluta chiarezza e trasparenza, finora assolutamente mancate. Soprattutto ci dicano che ne sarà dei lavoratori, che in questi anni peraltro in ATM hanno già accettato sacrifici importanti per salvare il proprio posto di lavoro, accettando tra l’altro di operare con un parco mezzi assolutamente inadeguato, a rischio della propria stessa incolumità”.   Drammatici i numeri complessivi di bilancio, secondo i sindacati: “non solo oltre 8 milioni di passivo nel 2015 (a fronte di un fatturato di poco più di 10 milioni di euro),  ma anche 10 milioni di debiti con l’Inps, e oltre 6 milioni con i fornitori”.

Saranno giornate di fuoco, insomma, quelle che precederanno, e seguiranno, la (presunta, ma a questo punto anche probabile) messa in liquidazione di ATM: giovedì prossimo presso un notaio torinese, e ad opera di un cda totalmente extralessandrino. Il che dovrà per forza stimolare alcune riflessioni sul modus operandi dell’attuale amministrazione di centro sinistra ad Alessandria.

Tonino Paparatto, segretario della Camera del Lavoro di Alessandria, invita sul tema ATM ad una riflessione più ampia: “Fondamentale batterci per garantire i lavoratori, ma non ci basta. Vogliamo anche entrare nel merito dei servizi di trasporto, e della loro qualità”. Si fa presto, infatti, a dire servizio essenziale: ci sono poi tanti modi di interpretare il concetto di essenzialità, e sul trasporto pubblico su gomma, alessandrino ma anche provinciale, aleggiano nubi sempre più nere.

Intanto arrivano le prime reazioni anche dal mondo della politica:
“A parte l’inquietante balletto di cifre – afferma Gianni Barosini, presidente della commissione Bilancio del comune di Alessandria – che passa dall’abnorme (e quindi tutta da spiegare) perdita d’esercizio 2015, al debito con Inps e fornitori, ciò che ci si aspetta finalmente dal Presidente Quagliotti è una strategia, se ne ha una!, un chiaro e lineare percorso di prospettiva per l’Azienda e i suoi lavoratori.
Perché per seppellire un’altra delle nostre partecipate non serviva certo rivolgersi agli amici di Torino.

E. G.