Classe 81, nato a Napoli, dal 1984 Errico D’Andrea vive ad Alessandria. Dopo studi classici, si è dedicato al lavoro. Dal 2004 al 2011 è stato redattore e presentatore a 7Gold. Alla fine del 2011 si è licenziato e si è messo in proprio. Una piccola parentesi di qualche mese in Australia, per poi tornare in Italia dove ha avviato (“con non poche difficoltà”, sottolinea) la sua attuale attività di videomaker. Le sue passioni, oltre alla produzione video, sono viaggiare, possibilmente zaino in spalla, e l’astronomia. Per la cronaca, possiede due telescopi!
1) Errico, ci racconti come si svolge la tua attività di videomaker? Clienti, esperienze, incontri…
Posso ritenermi fortunato in quanto ho trasformato in lavoro quello che per me era una passione. Da fuori è un mestiere che affascina anche se spesso non viene preso sul serio come dovrebbe. La produzione video richiede infatti preparazione, investimenti e una certa predisposizione. Io ho iniziato cinque anni fa con una piccola videocamera full hd che mi ha permesso di realizzare i primi piccoli lavori.
Col passare del tempo mi sono aggiornato sia nell’attrezzatura che nella tecnica, iniziando diverse collaborazioni locali e nazionali. L’anno scorso ho prodotto il mio primo format TV con tema la cucina. È un lavoro molto vario e che consente spesso di viaggiare e conoscere persone nuove. Poi, per carità, non è tutto oro quello che luccica. Ci si scontra infatti con i problemi della libera professione e alcune richieste assurde dei clienti.
2) Parliamo della tua “parentesi” australiana. Turismo, amore o lavoro?
Si è trattato di una breve parentesi di qualche mese dall’altra parte del mondo per coronare un sogno che cullavo da tempo. Non sono partito con l’idea di fare turismo, ma di viverla. Quindi senza conoscere nessuno sono andato in Australia girovagando per ostelli, facendo couchsurfing, e condividendo un piccolo appartamento con altre persone. A Melbourne in particolare ho “lavoricchiato” come manovale per un italo australiano che stava rinnovando un locale. Poi un piccola avventura on the road da Melbourne ad Adelaide, e ritorno. E il rientro in Italia, per amore. Prima di partire ho infatti conosciuto la mia attuale fidanzata. L’Australia resta sempre per me una porta ancora aperta.
3) Potresti raccontarci qualche aneddoto? Qualcosa di curioso che ti è capitato durante una ripresa?
Ho lavorato a per la redazione di Telecity 7Gold per quasi 7 anni, dal 2004 al 2011. Ho sempre avuto la passione per il giornalismo, infatti ai tempi del Liceo fui direttore del giornalino di Istituto. Dopo un corso in giornalismo sportivo a Milano con docenti del calibro di Bruno Pizzul, ho provato a mandare il curriculum a varie testate locali, ottenendo un colloquio con l’emittente alessandrina. Passato un periodo di prova, sono stato inserito nell’organico della redazione andando in video per la prima volta a 23 anni.
Un ricordo che ho particolarmente a cuore è stato il mio primo servizio importante: un’intervista all’astrofisica Margherita Hack, in visita ad Alessandria nel 2005 . Un’emozione unica vista la mia grande passione per l’astronomia. In generale posso dire che l’esperienza televisiva mi ha segnato molto sia dal punto di vista professionale, che umano.
Quando mi chiedono se non mi sia mai pentito di essermi licenziato da 7Gold, rispondo sempre di no. Il mio distacco da quel mondo è stato molto ponderato e non impulsivo come molti pensano. Ho raccolto quello che ho potuto, e quando ho capito che per me non poteva esserci di più, ho deciso di abbandonare per intraprendere altre strade.
4) E’ possibile fare il videomaker, in una città come Alessandria? Non avresti più opportunità altrove?
Molte persone mi chiedono come sia possibile fare del videomaker una professione full time. Dipende. Dipende dalla tua bravura, dalla tua creatività, dalle tue ambizioni, e naturalmente anche dai tuoi contatti. Iniziare questo percorso è stato molto difficile e tutt’oggi sono tanti gli ostacoli. Che poi, sono gli ostacoli che incontra chiunque abbia una propria attività negli ultimi anni. Io faccio questo lavoro a tempo pieno e posso dire che mi dà da vivere. Certo, farlo ad Alessandria è di sicuro più difficile che farlo in una città come Milano, ma vivere in provincia non vuol dire avere i ponti tagliati con il resto dell’Italia. Mi capita infatti spesso di collaborare con realtà che operano in grandi città. Anche se ad essere sincero spesso e volentieri medito di spostarmi altrove, se non addirittura all’estero.
5) Napoli è la città in cui sei nato. Hai mantenuto qualche contatto? Ci torni spesso? E come la vedi, da alessandrino?
Quando mi chiedono di dove sono, tengo sempre a sottolineare che sono di Napoli, anche se l’accento dice il contrario. Non me ne voglia Alessandria, ma per un napoletano il legame con la propria città e la propria terra è particolarmente saldo e radicato. A Napoli ho ancora parenti, tra cui mia nonna, con cui ho vissuto per qualche mese all’età di 18 anni.
Credo sia una delle città più belle di Italia e del mondo, e non solo da un punto di vista oggettivo. Perdersi tra i suoi vicoli, tra i suoi colori, i suoi odori e la sua cultura, è un’esperienza che non ha eguali in nessun altra città di Italia. Le persone che ne parlano male, purtroppo, spesso lo fanno per sentito dire o sulla base delle notizie di cronaca riportate dai media; spesso senza averci mai messo piede. Napoli, purtroppo non deve fare i conti solo con i problemi comuni delle metropoli di tutto il mondo, ma soprattutto con la prepotenza di pochi che sovrasta il senso civico di molti. Ma è e sarà sempre la mia Città.