1) A Massimo Marchese, professore e maestro di musica antica. I miei interessi e hobby sono sempre stati molteplici, sono solo cambiati per ordine di importanza col passare degli anni. Due di questi però mi sono rimasti, aggiornati nel tempo in funzione alle novità sempre in crescendo: libri e musica. Quindi questa settimana mi piace dare risalto alla cultura, quella con la C maiuscola. Perché questo massimo voto ad un artista a me fino a ieri sconosciuto? Grazie al web e ai social, moderna forma di informazione immediata e a costo zero, ci si può fare ogni tipo di cultura e conoscenza su ogni argomento. La scorsa settimana un articolo su CorriereAl di Eleonora Scafaro a titolo: “Massimo Marchese: “Faccio musica in tutto il mondo: ma questa Alessandria mi ha esiliato”: ha raggiunto un numero incredibile di commenti: 50 per l’esattezza. Nel bene e nel “meno bene”, quel titolo ha suscitato reazioni e ciò che mi è piaciuto di questo artista è che ha reagito difendendo la sua arte e la sua professionalità conquistata con tanto studio, quindi sacrificio per una scelta difficile oggi nel campo musicale anche in ambito commerciale: una musica dolce che esce dal liuto che è lo strumento del professore e maestro. La mia curiosità mi ha spinto non solo a leggere e commentare l’articolo, ma a scoprire un settore di musica che per ignoranza in materia non catalogavo come musica antica. Ho voluto anche conoscere percorsi di carriera ed insegnamento del Prof. Marchese, che sono stati molteplici in Italia e in molte parti del mondo. Prof. Marchese, Alessandria non è la città che le ha dato i natali, ma per molto tempo in questa città lei ha svolto il suo lavoro di insegnante e coltivato la sua arte, quindi a mio vedere è diventato uno di noi. Ma Alessandria è una città strana, non solo grigia, ma “gelida” che esalta molte volte chi la rinnega e ignora chi vorrebbe farne parte, quindi concludo con questa frase, “nessuno è profeta in patria”, perché esiste la difficoltà ad emergere e ad aver riconosciuti dei meriti in un ambiente in cui si è familiari. Professore oggi la sua arte e musica ha una “fan” in più, Gzl: e chissà quanti altri!
Voto: 10
2) Alla proposta di alcuni alessandrini su facebook: “Gli alessandrini rivogliono Eco a casa: il teatro o la biblioteca portino il suo nome”. In città siamo novantamila abitanti, di cui una parte extra autoctona che fino ieri non credo conoscesse l’importante alessandrino, quindi calma a chiedere a nome degli alessandrini in toto delle titolazioni. “Teatro o biblioteca portino il suo nome” . E chi lo dice? La biblioteca mi risulta che sia stata titolata a Francesca Calvo e non credo sia un gesto civile e di rispetto verso il suo ricordo che debba essere “sfrattata” o divenire una seconda scelta. Il Teatro è ancora in attesa di futuro certo, e certamente libero da avere un “battezzo”: ma è mia opinione che non sia il sito idoneo per tale “monumento” della cultura mondiale, e non credo che a Eco sarebbe piaciuto. Tantomeno dare il suo nome al nuovo ponte: teatro e ponte non hanno una buona storia e non per colpa loro. Il Plana? liceo classico è il luogo che ha formato generazioni di molte eccellenze locali, mi chiedo perché sull’onda emotiva sfrattare pure Giovanni Plana che ne è titolare dal 1865. Quindi calma e pazienza che qualcosa salterà fuori. Personalmente ho apprezzato il pensiero dell’ex ministro Balduzzi, che ha risposto con pacatezza di intitolare a Umberto Eco qualcosa di nuovo. Una proposta la butto lì anch’io, visto che c’è fermento e forte eccitazione: l’Archivio di Stato della nostra città avrà una sede degna del suo ruolo in un luogo importante come la Caserma Valfrè. Lo ritengo un luogo di prestigio che raccoglie tanta storia, locale e non: e per un intellettuale come Umberto Eco quello sarebbe un luogo di tutto rispetto.
Voto: 3
3) La notizia che andrò a raccontare mi ha fatto sbellicar dal ridere pensando ai trasporti pubblici di casa nostra, e si sa il riso “fa buon sangue”, quindi anche solo per questo avrei dovuto certamente esprimere un voto più ‘generoso’. Ma la vicenda è tristemente seria, quindi dò un bel due al Governo Renzi, al suo partito e a tutti i partiti che appoggiano tale governo e ogni “trovata bislacca” partorita ogni giorno allo spuntar dell’alba. La notizia è di giorni: “Trasporti pubblici, arrivano i rimborsi: se l’autobus è in ritardo, biglietto ripagato” – Lo prevede la bozza del decreto sui servizi locali: risarcimenti dopo mezz’ora. Stretta anche sui furbetti: chi non paga il biglietto rischierà 200 euro di multa” (testo unico attuativo della riforma Madia). Il Codacons ha già messo le mani avanti dicendo che è una misura ridicola e che gli italiani si aspettano dal Governo un potenziamento dei servizi finanziandoli, dato lo stato pietoso dei trasporti pubblici locali e dei tanti disagi che quotidianamente assillano l’utenza, non vessazioni sui cittadini. Ma voglio continuare con le sortite della riforma Madia facendo un sunto: Più poteri e supporto per i controllori – Le aziende del trasporto pubblico locale per contrastare l’evasione nel settore potranno utilizzare soggetti esterni “qualificabili come agenti accertatori”, che acquistano la “qualità di pubblico ufficiale”. Il Ministero dell’Interno metterà a disposizione agenti ed ufficiali aventi qualifica di polizia giudiziaria di supporto agli agenti accertatori per periodi non superiori ai 3 anni e con copertura dei costi a carico dell’ente che fa la richiesta. E’ previsto l’utilizzo di rilevazioni di sistemi di video sorveglianza presenti a bordo dei veicoli e sulle banchine di fermata, le registrazioni possono rappresentare un mezzo di prova per l’identificazione di eventuali trasgressori. Dopo il sunto qui mi fermo: ma ci pensate qui a casa nostra bus e fermate con videocamere, un “esercito” di agenti controllori, riuscire a far pagare i “portoghesi”, ma la parte migliore è il risarcimento per i ritardi: non abbiamo i denari per tenere in piedi la nostra povera ATM, è già tanto che non si arruolino ronzini per trainarli e a Roma impongono risarcimenti per Legge? A Roma su quale pero vivono?
Voto: 2