1) A Gianni Barosini, presidente della Commissione Bilancio del comune di Alessandria, per la fatica e le difficoltà di svolgere il suo compito politico-istituzionale-amministrativo. Per ben due volte in pochi giorni i convocati per le audizioni su I.C.A. (la nuova società incaricata con gara d’appalto dal Comune di Alessandria che si occupa di tasse sulla pubblicità, per la gioia dei nostri commercianti) insieme all’assessore economico/finanziario, e su A.T.M. (nostra azienda trasporto pubblico presieduta da un nuovo consiglio ‘politico’ di persone esterne dalla città) non si sono presentati alle convocazioni. Barosini è giustamente irritato perché perde tempo a convocare, sconvocare e riconvocare tali audizioni, importanti per cercare di fare chiarezza. E’ mia opinione che certi comportamenti nella P.A. e nelle amministrazioni locali siano inaccettabili e irrispettosi: qualsiasi siano le motivazioni dei convocati a non presentarsi per fornire risposte tra l’altro su convocazioni concordate. Non se ne abbiamo a male se aggiungo che lo ritengo un comportamento scorretto, non solo nei confronti del Presidente Barosini e dei componenti di tale Commissione, ma nei confronti dei cittadini che anche se può far sorridere sono i “datori di lavoro” di tutti coloro che si sono assunti il ruolo di gestire il bene pubblico, che siano politici o dirigenti. In pochi giorni due cattivi esempi che mi portano ad un suggerimento per il Presidente Barosini: Simone Annaratone, consigliere comunale alessandrino, rilevando disinteresse dei giovani alla politica ha ideato un progetto dal titolo “Costruttori di Democrazia” in accordo con l’Associazione culturale “Amici ed ex-Allievi del Liceo Scientifico Galileo Galilei” di Alessandria, e con la Dirigenza e il Corpo Docenti dello stesso Liceo Scientifico. Qual è lo scopo per chi si è perso tale notizia: dodici incontri tra febbraio ed aprile in cui gli studenti avranno modo di conoscere in maniera diretta la “macchina amministrativa” comunale, i profili politico-istituzionali etc: il link sarà utile per conoscere tale progetto. Ed ecco il mio suggerimento: Presidente Barosini, inviti questi giovani nella sua Commissione illustrando come funziona, e come talora i convocati si mostrino anche irrispettosi. Sono anche questi gli aspetti che i giovani devono conoscere: la realtà com’è veramente, e non come la si vuol far credere.
Voto: 9
2) Abolizione delle Regioni e non delle Province? Nei giorni scorsi si è tenuto un Convegno organizzato dal Circolo della Stampa di Alessandria per parlare del futuro della Provincia come Ente . Cordinatrice Ketty Porceddu, e molti relatori di cui faccio solo un elenco di cognomi, tanto son tutti più che conosciuti: Tafuri, Rossa, Taverna, Coscia, Pedrazzi, Ulandi, Tosi, Agnese. Il voto positivo scaturisce dall’aver letto sugli organi di informazione che gli addetti ai lavori presenti al convegno sarebbero tutti più o meno in accordo: sono le Regioni da eliminare, e non le Province. Alla buon’ora, esclamo io! Che fossero le Regioni da eliminare l’ho detto da subito appena “Delirio” (Delrio) ha tirato fuori questa decisione. Cancellare le Regioni e anche il Senato (e non solo modificarne la struttura) sarebbe stato un reale miglioramento funzionale del sistema (e grande risparmio), ritrasferendo le competenze ai ministeri e dov’è possibile alle Province e ai Comuni. Inoltre la Provin Le vecchie Province, quelle previste dalla Costituzione rappresentano un anello di collegamento importantissimo tra il Comune (quindi i cittadini) e lo Stato centrale.cia è vicina a noi, mentre la Regione la sentiamo lontana, astratta. Semmai quello che si doveva evitare negli anni è il proliferare delle nuove Province, veramente assurde per dimensioni e popolazione. Da subito ho pensato che sarebbe stato utile mantenere le provincie storiche, ridisegnandone i compiti e convogliando su di esse le risorse finanziarie, e abolire invece le Regioni: non solo quelle ordinarie, ma anche quelle a Statuto Speciale, che ormai hanno abbondantemente esaurito la loro funzione e che comportano disparità economiche e amministrative, lasciano ulteriori spazi agli sprechi e alle corruttele politico lobbistiche. Questo sarebbe stato quel federalismo da più parti auspicato. Le Regioni sono centri di potere della casta partitica e lobbistica, e centri di spreco del denaro pubblico, molto di più di quanto non lo siano le Province. Le Regioni oggi hanno dimostrato che sono un fallimento sotto ogni punto di vista, nessuno lo può negare. Il governo quando si tratta di tagli alla spesa pubblica subito punta l’indice su pensioni, sanità etc, ma i due veri “bubboni” stanno altrove e si chiamano Senato e Regioni. Ora i nostri “comandanti” locali ne stanno parlando e io li condivido, ma il rischio è davvero ormai chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. In ogni caso occorre agire subito, per cercare di capire in che modo ancora si può intervenire.
Voto: 6
3) “Alessandria la città dell’accattonaggio”. Te li trovi dappertutto, presiedono e chiedono l’elemosina davanti ai supermercati, sotto i portici, di fronte alle chiese, fra le macchine in coda al semaforo, davanti alla cassa del parcheggio di piazza Libertà, nei vari parcheggi sia a pagamento che liberi, all’ingresso/uscita dell’ospedale. Qualcuno dirà: “ma che fastidio ti danno”? Molto. E non perché sono ingenerosa, razzista e chi più ne ha lo aggiunga, ma perché non sono ancora diventata una vecchia bacucca al punto da non essere in grado di schiacciare il pulsante dell’ascensore di un centro commerciale o vederlo se è già al piano, oppure trovarmi un posto macchina da sola, idem per parcheggiare. Soprattutto col timore di essere derubata. Un caso: me ne sono trovati due, di questi personaggi, all’interno di una Chiesa dove ero entrata per una preghiera. e uno di questi si è offerto di accendermi la candela: fuga immediata ed ora evito anche le Chiese nei giorni in cui non ci sono funzioni, e quindi persone presenti. Nei supermercati, agli ingressi dell’ ospedale, all’interno delle Chiese toccherebbe ai responsabili di quei luoghi occuparsi della sicurezza dei luoghi stessi, se serve allontanando certe figure.
Per i parcheggi, che siano pubblici o privati, toccherebbe a chi li gestisce,
ma pare che questa sia diventata ormai una situazione tollerabile, un fenomeno che ha assunto un’accettazione per inerzia, oppure una questione che interessa solo chi vuol speculare sull’immigrazione e sulla povertà: forse esiste un racket di sfruttamento? Chi ha il compito di controllare? E’ mia opinione che il Comune o la Prefettura dovrebbero adottare ordinanze per tentare di reprimere queste condotte vessatorie. Ti chiedono l’euro, e di fronte al rifiuto alcuni insultano col sorriso sulle labbra nella loro lingua madre. Nella nostra città che fa dell’accoglienza il suo motivo d’orgoglio e che impegna numerose associazioni per il sostentamento degli indigenti, tale fenomeno turba il libero utilizzo degli spazi pubblici e determina uno stato d’animo di insofferenza nei cittadini, e che nessuno ci provi a sostenere il contrario. La realtà è che si finge di non capire il malessere nella gente: mi chiedo quale sia lo scopo. Effettuare un controllo su identità, idoneità per stare sul territorio compresa l’esistenza di un domicilio ha lo scopo di eliminare tutti quegli individui che non potrebbero essere parcheggiati nella nostra città, non aventone diritto. Ovviamente sto dialogando col vento.
Voto: 2