La grande coalizione in Italia è nata con il nome di “governo delle larghe intese” e rappresenta un governo di coalizione che si sviluppa in un sistema parlamentare multipartitico.
Praticamente in un sistema come il nostro abbiamo due schieramenti che sul piano politico si presentano come contrapposti e hanno al loro interno un sottobosco intercambiabile che potrebbe garantire la governabilità e la rappresentanza in parlamento.
Le larghe intese sono sempre state nel programma politico di Silvio Berlusconi, perché servivano a procurargli un potere esclusivo. Non gli importava il colore di quel potere, poteva essere Liberale, Conservatore, Socialdemocratico o Socialista. Non aveva un colore politico, tranne quello di dichiararsi fortemente anticomunista.
Renzi riprese quanto lasciato indietro dal suo predecessore realizzandolo nel suo programma. Insomma, una Democrazia Cristiana con caratteristiche autoritarie che la DC nella sua storia non ha mai avuto.
Questo sistema mi pare che sia sempre più vicino alla tattica politica di Depretis quando nel 1882 diede origine al fenomeno definito con il termine trasformismo. Si manifestò tra lo stesso Depretis e Marco Minghetti alla vigilia delle elezioni per unire le forze contro l’estrema sinistra.
Tutto ciò si rivelò molto riduttivo perché successivamente espresse una vasta tendenza spontanea di molti candidati conservatori e moderati ad assumere l’etichetta governativa (quindi di sinistra moderata) sulla base di compromessi locali con le varie clientele elettorali da una parte e con i rappresentanti del governo centrale dall’altro.
Il trasformismo aveva rilevanza sui rapporti personali, su interessi ristretti e corporativi, sul clientelismo diffuso, intendendo per clientelismo l’appoggio che si cerca non sulla base di programmi, ma di favoritismi e raccomandazioni.
Così le differenze parlamentari si annullavano anche se non erano così rilevanti per ciò che riguardava la loro origine sociale.
In queste condizioni i governi non avevano programmi precisi, si formavano e si ricomponevano con spostamenti da destra a sinistra e viceversa.
Quindi nel trasformismo veniva meno il contrasto tra destra e sinistra storica davanti al sorgere e all’emergere di nuovi avversari, il socialismo e il movimento operaio.
Il trasformismo è padre di quella politica del trasformismo che adesso adombra la politica italiana.
Il trasformismo, per dirla alla mandrogna, è una mutanda che va bene per tutti i culi. E come aveva dichiarato Tinto Brass quando presentò il suo celebre “Così fan tutte” è meglio che un bel culo ti sbatta sulla faccia che trovarsi davanti una faccia da culo.