«Non lascia dubbi la risposta che ci ha dato il ministro Poletti: “Eliminare le pensioni di reversibilità per ridurre gli sprechi!”. Per i nostri politici campare e far campare una famiglia su cui si è abbattuta la morte è uno spreco»
Amelia Cucci Tafuro, presidente de Il Melograno, associazione per i diritti civili delle persone vedove, 17 febbraio 2016
Devo chiedere scusa a mia madre, tra le altre cose vedova. Domenica mi ha accolto a casa sua (per il consueto, sontuoso pranzo della festa) con queste spaventate parole: “Hanno detto in tv che Renzi toglierà le pensioni di reversibilità!“.
E da quel momento è stata un fiume in piena. Mi ha raccontato dei sacrifici (reali) che lei e mio padre hanno dovuto affrontare prima di andare in pensione. Gente che ha lavorato, senza dubbio. E che mai avrebbe pensato di sentire certe cazzate dalla bocca di un Primo ministro.
Perché Matteo Renzi dovrebbe “rimodulare” (ipocrita, non ha neanche il coraggio di chiamare le cose con il loro nome) le reversibilità? E’ ovvio: per mancanza cronica di denaro, che da qualche parte va recuperato (per tappare la falla, mica per ripararla). Sulle pensioni si va sul sicuro, altro che lotta all’evasione o spending review.
Qualcuno potrebbe anche pensare, maliziosamente, che con la nuova legge sulle unioni civili bisognerà trovare nuovi fondi, anche per le pensioni. O, più probabilmente, che con le nuove unioni le reversibilità non siano più sostenibili. E dunque, togliamole a tutti e buonanotte.
Che rimangano come sono (almeno per ora) o che vengano “rimodulate”, il segnale è chiaro: le pensioni, i famosi “diritti acquisiti”, non sono più intoccabili. Se non è oggi, sarà domani. O dopodomani. La strada è segnata, ed è conseguenza della nostra “libera” adesione a questo oggettivo pateracchio di Unione europea: per noi, come per la Grecia e per qualche altra ex culla della civiltà, il futuro sarà di Serie B. Anche perché, dobbiamo riconoscerlo, siamo un Paese di Serie B. Con un Premier, mai eletto, da Interregionale.
Ps: non ho ancora spiegato perché devo chiedere scusa alla mia cara mamma. In effetti, quando domenica mi ha detto del taglio delle pensioni, l’ho trattata con una certa sufficienza. Come a dire: guarda meno tv, chissà che cosa hai capito. E invece no, aveva capito benissimo. Matteo, occhio: chi tocca le mamme (vedove, per giunta) finisce male. Politicamente, sia chiaro.