1) Regione Piemonte: la partita zanzare-cittadini 2016 è finita 1 a 0 per le zanzare, che vincono di misura ma senza discussione. Ogni anno, al momento di cominciare l’opera di prevenzione, si viene a conoscenza che i fondi regionali sono sempre meno. Però, mi sia concessa questa osservazione critica, per mantenere il “baraccone Regione” comprensivo del suo esercito di addetti i fondi non mancano mai. Le risorse a disposizione per la campagna 2016, a detta dell’assessore regionale Antonio Saitta (sempre lui!), si aggirano sul milione e mezzo di euro, mentre in passato erano circa 7 milioni, scesi a 5 milioni negli anni precedenti il 2014 (fonte Franca Nebbia/La Stampa). Tale cifra è insufficiente per effettuare i trattamenti alle risaie con i metodi tradizionali che sono gli elicotteri. Ed ecco che spunta l’idea di utilizzare i droni, piccoli veicoli telecomandati con un difetto e un pregio: il difetto è lo svantaggio che i droni non riescono a trasportare grandi quantità di prodotto, il pregio è che volando a bassa quota irrorano solo le parti interessate. Ovviamente viene valutata fattibilità e sostenibilità dei costi. Qualcuno ci rimetterà sempre, e per il settore elicotteri da agricoltura sarà la crisi. Torniamo alla zanzara: ora rimane il problema delle fastidiose zanzare comuni, della temuta zanzara tigre e, ultimo arrivato anche in Italia, il virus Zika. L’epidemia del virus Zika si può mettere in relazione con zanzare geneticamente modificate che causano mutazioni orribili nella formazione della scatola cranica e neurologica dei neonati. Al momento i casi infetti in Italia sono una decina, portati da persone arrivate in Italia dai paesi già coinvolti dal fenomeno. La lotta alle zanzare è un’impresa sociale a cui tutti i cittadini sono chiamati a partecipare nel privato, ma le istituzioni devono intervenire su scala più vasta ogni anno, perché le zanzare sono insetti ematofagi che rappresentano un grave rischio sanitario. Complici delle zanzare sono le casse vuote della Regione Piemonte: come intervenire quindi, se mancano i denari?
Voto: 2
2) Sanità Regione Piemonte: Casale Monferrato, Tortona, Novi Ligure, Ovada e Acqui Terme colpite dalle “disattivazioni”, “accorpamenti”, “riorganizzazioni” di reparti nelle varie strutture complesse ospedaliere ASL/AL (sul bisettimanale Il Piccolo del 5 febbraio a pag.2 c’è uno specchietto che non lascia dubbi). Acqui Terme si sta distinguendo per la lotta del sindaco Bertero, in aggiunta a 47 primi cittadini di comuni del territorio circostante che si sono recati in Regione per portare giuste istanze. Questi tagli ce li propinano come obiettivo di tutela del personale sanitario, ma soprattutto di tutela dei diritti dei malati, ma nella realtà gli amministratori regionali devono barcamenarsela sui conti nella sanità da oltre vent’anni, perché i buchi da cattiva gestione non si fanno in poco tempo. Tornando su Acqui, sconcertano le interviste e i comunicati dei consiglieri regionali alessandrini Ravetti e Ottria: i due esponenti del PD ritengono confortante la costituzione del solito “tavolo di lavoro” per trovare soluzioni compatibili con la delibera della Giunta. A loro dico ‘contenti voi’, visto che conoscete il territorio acquese e le sue caratteristiche viarie molto difficili. Chiederei anche all’assessore Saitta se conosce tale territorio, perché dalle sue dichiarazioni emerge una soluzione da lui ritenuta ottimale: l’utilizzo dell’elisoccorso in sostituzione della soppressione dei reparti. Sempre secondo Saitta, appena sarà deciso dove far atterrare gli elicotteri del 118 anche di notte, verrebbe garantita l’emergenza e urgenza alla popolazione delle zone periferiche e disagiate. OK: e secondo lei assessore una soluzione del genere sostituirà il servizio di un ospedale completo in loco? Questo in sintesi sarà l’iter: l’elisoccorso attivato dal 118 si posa sull’area destinata all’atterraggio, attende che arrivi l’ambulanza che ha prelevato un infartuato, un ferito, un malato grave viaggiando per le strade impervie del Sassesso o delle colline circostanti, si alza in volo e viaggia per trovare una struttura complessa disposta ad accogliere il paziente. Quanti ci arriveranno ancora vivi, assessore? Avete già pronta una statistica anche su questo?
Le basi dell’elisoccorso piemontese sono: Torino, Cuneo, Novara, Vercelli e Alessandria. Ad Alessandria quanti elicotteri ci sono? Mi pare ce ne sia uno, e se è impegnato in altro soccorso come si procede? Ora i consiglieri Ravetti e Ottria hanno un argomento in più da me posato sul loro “tavolo di lavoro”.
Voto: 2
3) La scorsa settimana è stata formalizzata la consegna della nostra fortezza militare Cittadella dall’Agenzia del Demanio al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e Sovrintendenza delle province piemontesi quindi inserita tra siti nazionali da valorizzare. E qui parte subito un tavolo tecnico per attivare prontamente tutte le necessarie azioni di tutela e promozione. L’Italia è il paese della costituzione dei tavoli tematici di dialogo, a mio avviso “arene” di discussioni tra due parti che sono solo un modo per guadagnare tempo, prolungare aspettative che diventano agonie. Da anni questo monumento è argomento di “interesse”. Un po’ di storia pregressa come pro memoria: il complesso monumentale è stato dismesso dall’esercito nel 2007, ma già nel luglio 2001 (con rogito notarile n. 80393/8840) si era Costituito il “Comitato per la valorizzazione della Cittadella di Alessandria” con tanto di Statuto per la durata di anni 50, in cui all’art.1 gli Enti fondatori erano e/o sono: la Provincia di Alessandria, il Comune di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e la FinPiemonte S.p.A.. Lo scopo era “nobile” ed elencato in 14 articoli. Nel 2003 la notizia che con decreto 3/04/2003 emanato dal Ministro Economia/Finanze, di concerto con il Ministro Infrastrutture/Trasporti veniva assegnato alla Provincia di Alessandria il finanziamento di un milione di euro per il recupero della cittadella militare di Alessandria, finanziamento finalizzato ad attività di progettazione per il recupero e la valorizzazione del sito monumentale citato. Nel 2006, (tre anni dopo) una interpellanza alla Camera dei Deputati comunicava che tale contributo era rimasto inutilizzato: dispongo di un buon archivio dettagliato di quanto sopra scritto. Alcune volte vengo criticata perché faccio dietrologia, ma tale esercizio è utile per rammentare il pregresso e in questo caso auspico che tale “tavolo” produca tutela fattiva, reali progetti perché tale unicità non cada a pezzi passando da “tavolo” a “tavolo” nei secoli e così sia. Vedremo.
Voto: 5