“La sinistra tace. Probabilmente sia il Psi che il Pci sono in questi giorni troppo affaccendati a discutere di cariche e di poltrone per trovare il tempo di occuparsi di un tema trascurabile quale quello dell’economia provinciale”. Non sono impazzito del tutto, vi spiego meglio: il virgolettato è l’incipit di un editoriale del grande Paolo Zoccola, pubblicato in prima pagina su Il Piccolo del 6 luglio 1985: 31 anni fa!
All’epoca Paolo (che abbiamo apprezzato, qui a CorriereAl, come editorialista e come amico, e che ci manca tanto) del ‘noto bisettimanale locale’ era direttore, e mi pare anche co-editore. Il numero del Piccolo è saltato fuori in settimana da un vecchio mobile di casa mia, chissà per quale scherzo del destino, e l’occhio è caduto proprio lì: su quell’editoriale, e successivo intervento di Cesarino Fissore su (udite udite) “l’indispensabile parcheggio sotterraneo di piazza Garibaldi”.
Lo so: con certi temi sembra di vivere in un universo circolare, o dell’eterno ritorno. Ma quel che mi ha colpito dell’editoriale di Zoccola (e che rende quel pezzo, e quel giornale, così distanti da noi, oggi) è la capacità/volontà di un giornalista, direttore di un giornale davvero leader (negli anni Ottanta i giornali la gente ancora li comprava, e li leggeva davvero) di criticare con giusta fermezza il potere dell’epoca.
Badate bene: oggi criticare i partiti (persino il Partitone unico, quello della nazione renziana) sarebbe ben più facile, dal momento che contano poco o nulla. I potenti veri sono altrove. Mentre davvero in quel momento là i partiti decidevano tutto, come ricorderà chi c’era, e ha buona memoria.
Tuttavia, il clima da anestesia comatosa del nostro sistema mediatico (e non parlo di Alessandria in particolare, o di un singolo giornale: mi riferisco a tutto il Paese) è imbarazzante.
Un mio amico chiama i video giornalisti, Rai e non, ‘l’asta del microfono’, e direi che fa una sintesi eccellente della situazione, estendibile a gran parte del panorama cartaceo e web (dove poi naturalmente esiste, per contrappasso, la jungla dei social e affini, che fanno circolare qualsiasi bufala e insulto, e rappresentano il superamento/affossamento dell’informazione professionale).
In questo clima, in cui se ti permetti di criticare sei per forza di cose un elemento dissonante e pericoloso, mi è parso significativo e simbolico ‘imbattermi’ per puro caso, nell’editoriale di Paolo Zoccola del 1985. E lui, già lo so, se potesse leggere queste poche righe direbbe “dai, non esagerare”. Ma noi lo ringraziamo lo stesso, e cerchiamo di continuare il suo percorso con equilibrio, correttezza e nessuna paura.