‘La scultura come disegno’: al Triangolo Nero arriva Valerio Anceschi

anceschi_incisione

Sabato 6 febbraio alle 18, presso l’Associazione Culturale Il Triangolo Nero, in corso Cento Cannoni 16 ad Alessandria, si inaugura la mostra ‘La scultura come disegno‘, dello scultore Valerio Anceschi.

Molto spesso gli scultori hanno la prerogativa, proprio per le indagini che conducono sulla forma, sulla linea, sullo spazio, di essere anche necessariamente disegnatori.

Valerio Anceschi non appartiene a questa categoria. Il titolo della mostra al Triangolo Nero, ‘La scultura come disegno’, vuole asserire e dimostrare come l’operatività dell’artista milanese sia un tutt’uno nel pensare un’idea-invenzione e realizzarla immediatamente, senza alcun tramite disegnativo, ma componendo i suoi ‘assemblaggi’, molto spesso bidimensionali e con frammenti di ferro, come un ‘disegno-progetto’ di elementi che si installano ‘segnicamente’ sulla parete.

Le opere si realizzano dunque, con analisi progressive e prove di accostamento di materiali ferrosi, ricuperati in officine, che, dopo la saldatura, si dipanano nello spazio-parete con la sicurezza certa del lavoro che ha visto, già nel pensiero e nell’azione, i ripensamenti tipici che normalmente vengono sviscerati da intense attività preparatorie di schizzi, studi e abbozzi… in pratica il disegno! Le opere proposte da Valerio, in questa sua mostra alessandrina, non sfuggono a questa regola-procedimento. Ci piace citare, per comprendere il senso dell’operare di Anceschi, una parte di un testo di Anna Comino, “La connotazione del ferro” che riassume in breve, il processo di genesi di una scultura di Anceschi: “L’opera parte da un singolo pezzo o dall’accostamento di due elementi, e cresce attraverso il lavoro di saldatura e piegatura del materiale. Non esiste un verso. Il primo assemblaggio viene girato, capovolto, sino a che i pezzi non ‘decidono’ quale sia il lato di appoggio. Solo a questo punto riprende la crescita. Altri elementi si accorpano, un lato si allunga più di un altro, si piega, si involve. Fino a che la scultura ormai viva, prende il sopravvento…”.

I risultati di questa ricerca sono lievi e poetici e si concretizzano in un ‘fare scultura’ solido e tangibile che si pone alla visione con una forza sorprendente che sa penetrare nella nostra immaginazione per condurci in territori di fantasie ‘lineari’ come di inequivocabili rigori compositivi che sono la cifra della sensibile intelligenza fattuale dello scultore milanese.

Ricordiamo infine che questa mostra di Valerio Anceschi, corredata anche da una fascinosa serie di piccole sculture gioiello, troverà prosecuzione, il 12 aprile, nella galleria milanese di Spaziotemporaneo e vedrà la pubblicazione di un catalogo comune.

La mostra si inaugurerà sabato 6 febbraio alle ore 18.00 e rimarrà aperta sino al 5 marzo.
Orario: solo il giovedì dalle 17.30 alle 19.30. Altri giorni per appuntamento (tel. 3495879417).