Un incontro molto partecipato, con oltre 200 persone, quello che si è svolto mercoledì 27 gennaio a Palazzo del Monferrato, a partire dalle 19.45 e protrattosi per oltre 3 ore tra i commercianti alessandrini e i vertici di ICA srl e dell’Amministrazione Comunale di Alessandria.
Erano presenti, oltre all’Associazione Commercianti, che ha organizzato l’incontro, con il suo presidente Luigi Boano e il direttore Alice Pedrazzi, che ha moderato i lavori, il direttore di ICA srl Alessandria Bruno Delfino, l’Assessore al Bilancio del Comune di Alessandria Giorgio Abonante ed il dirigente del Settore Commercio del Comune di Alessandria Gianpiero Cerruti.
La foltissima partecipazione alla riunione dimostra la centralità del problema dell’Imposta Comunale di Pubblicità ed è la conferma che è un nervo scoperto per la città e per il lavoro dei suoi commercianti che, come hanno espresso i numerosi interventi della serata, trovano un panorama di confusione e contorsione della normativa che, ad esempio, considera tassabile in maniera diversa il catalogo di un’agenzia viaggi sulla base del supporto su cui esso è esposto in vetrina.
L’Assemblea si è chiusa con due linee di intervento condivise e decise: una azione nei confronti del Comune di Alessandria che, durante una riunione che si svolgerà la prossima settimana alla presenza del sindaco, porterà le istanze dei commercianti in funzione della modifica del regolamento comunale che applica la normativa nazionale e parallelamente, tramite la Confcommercio nazionale, una azione nei confronti del Parlamento per modificare un Decreto che non è più in linea con il tipo di attività, i modi di fare pubblicità e soprattutto le risorse di cui dispongono oggi le piccole e medie aziende. Un Decreto che, diciamolo chiaramente, non è degno di un paese civile ma è solo una “gabella medievale”.
L’Ascom è intenzionata a proseguire con forza la propria azione di tutela dei propri associati e continuerà, in primis, a battersi perché questa norma sia radicalmente cambiata, e, finchè questo non avverrà, a proporre interpretazioni della normativa che siano nell’ottica della logica, del buon senso e della concretezza: gli avvisi di pagamento e le sanzioni ricevute dai commercianti in queste ultime settimane sono un schiaffo al lavoro che quotidianamente, con fatica, con risorse e creatività proprie, fanno per abbellire, arredare, colorare e migliorare l’immagine non solo del proprio punto vendita ma della città intera. Così facendo non si rispetta il sacrificio e lo sforzo dei tanti commercianti e si esaspera una situazione già complicata: “Dopo le statue, vogliono farci coprire anche le vetrine”- dicono dall’Ascom – “Forse i nostri negozi offendono qualcuno?”