Si è definitivamente concluso, con l’ultimo passaggio al Senato, l’iter di
approvazione del nuovo “Codice degli appalti”. La legge delega sarà nei
prossimi giorni pubblicata in Gazzetta.
“Ora – commenta il senatore del PD Daniele Borioli, membro della Commissione che ha lavorato al testo- spetterà al Governo, entro aprile, procedere all’emanazione dei decreti attuativi. Ma le linee essenziali sono tracciate e si tratta di linee che segnano una rivoluzione copernicana: drastica riduzione e riqualificazione delle stazioni appaltanti, separazione netta tra le funzioni di direzione e collaudo dei lavori e quelle di realizzazione, imparzialità e terzietà nella formazione delle commissioni aggiudicatrici, regole più stringenti per la qualità della progettazione e per il contrasto all’abuso di riserve e varianti, pressoché totale eliminazione del massimo ribasso”.
“Insomma, il pubblico e il privato sono chiamati a compiere, insieme, un salto di qualità nel senso della legalità, della semplificazione e dell’efficienza. Un salto indispensabile per curare la patologia devastante della corruzione e delle infiltrazioni criminali, per rilanciare l’efficacia nell’erogazione dei servizi e nella realizzazione delle opere. Su tutto questo complesso meccanismo
interverrà, non solo in funzione di controllo ma anche con compiti attivi e
propulsivi l’Autorità nazionale anticorruzione”.
“Forse – prosegue Borioli – si tratta di provvedimento che brilla di meno sul palcoscenico mediatico, ma che è destinato a segnare, in meglio, al parti di altre riforme strutturali, la vita pubblica e persino il costume del nostro Paese.
Inoltre, in un territorio come quello piemontese, profondamente segnato dalle tensioni e dai conflitti generati dalla Torino-Lione e dal Terzo Valico, va segnalato come, dopo anni di fallimenti, scompare la legge-obiettivo e con l’introduzione delle procedure del débat public (proprio dal PD e in particolare dal sottoscritto e dal senatore Esposito fortemente volute), si creano le premesse per un nuovo, partecipato e più trasparente modello di gestione dei rapporti tra lo Stato e le comunità locali di fronte alle grandi opera”.
“Infine – conclude il senatore del Partito Democratico – sulla vicenda delle concessioni autostradali, che ha nei mesi scorsi alimentato preoccupazioni in particolare sul fronte sindacale, va sottolineato come accanto alla positiva riconferma dell’apertura al mercato, e quindi alle gare, tanto per l’affidamento delle concessioni stesse quanto per l’affidamento da parte dei concessionari degli appalti di forniture, servizi e lavori, la norma finale contiene una maggiore elasticità, tempi più distesi per la messa a regime del nuovo sistema,
garanzie in termini di clausole sociali per i lavoratori attualmente impiegati”.