Smog and the city

Fornaro Dariodi Dario Fornaro
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Piove – anzi proprio non vuol piovere – ma il governo è sempre ladro.

Ovvero: come applicare, ad un deterioramento ambiental-sanitario subdolamente crescente, un approccio tanto litigioso quanto consapevolmente inefficace, dimostrativo.

Gioco facile, quando l’orizzonte del guaio è confinato, di necessità condivisa, nella breve prospettiva delle prossime elezioni. Allorché è d’obbligo, come da tradizione, confrontarsi politicamente non con le dimensioni di un problema, ma con una platea mobile di prossimi convocati alle urne. E tanto più, ove occorra altresì premunirsi dall’eventualità di imbattersi in un magistrato curioso di atti conseguenti all’allarme sociale dilagato.

Evocata l’incognita elettorale e, a seguire, quella giudiziaria (quella sanitaria arranca più sul piano teorico e statistico che su quello individuale), è facile capire perché logica e prassi della rissa politica prendano il deciso sopravvento su ogni discorso appena più meditato, documentato e scaglionato (seriamente) nel tempo.Smog gas auto

Imputato principale, ancora il traffico motorizzato; contromisura transitoria, quasi obbligata, il contenimento degli accessi ai centri storici (targhe alterne) o il blocco temporaneo della circolazione, talora accompagnato dal lavaggio strade. Tratti comuni: la consapevole, limitata efficacia in termini di puntuale risanamento atmosferico ( del resto che altro si può fare nell’immediato) e un’accoglienza venata di polemiche da parte dell’utenza e/o delle attività coinvolte ( più i disagi, si proclama, che il vantaggio ambientale effettivo).

Morale, prendono tutti a cantare, intonati e stonati: basta con le ordinanze-tampone e le grida inconcludenti, occorre pensare a misure plurime, coordinate e autorevoli di risanamento dell’aria. Fiocchino le proposte, si attivino tavoli di studio, si convochino le “autorità competenti” ..e soprattutto si facciano voti ( se non proprio le vecchie processioni ad petendam pluviam) perché il meteo ci porti finalmente un po’ di sano maltempo sommovitore.

In ogni caso, alla fine – come si dice che rincuorasse i suoi il “divo” Andreotti – tutto s’aggiusta!

Molti di quei politici che oggi gridano più forte – e propongono di impalare qualche sindaco, possibilmente di partito avverso – sono quelli che, nei modi più soavi, si sono adoperati negli anni scorsi per rallentare, addolcire o rendere inoffensive le norme ambientali e di governo del territorio che, fortunosamente, arrivavano nelle assemblee legislative.

Per intanto, sembra di arguire in questo passaggio d’anno, visto che i fattori di degrado atmosferico sono, e sono riconosciuti come diversi e di vario impatto, conviene per intanto alleggerire, ricondurre nei giusti (?) limiti la “pressione isterica” sul traffico autoveicolare in città e sulle grandi arterie: non facciamoci del male da soli, con limitazioni inconsulte e sull’onda dell’ecologismo di maniera.

Certo, il problema incombe, ma dateci, diamoci il tempo di ragionare ai (maledetti) 360 gradi.