Abbiamo appreso che finalmente il Sindaco di Acqui sceglie la via della mobilitazione popolare contro i tagli operati al nostro ospedale dalla premiata ditta Chiamparino-Saitta. Strada che il M5S aveva già invocato alla fine del 2014, quando in Regione si stavano approvando le nefaste delibere che hanno cancellato d’imperio posti letto e reparti. Allora avevamo chiesto a cittadini ed amministratori dei comuni dell’acquese di venire in massa in Consiglio regionale per impedire a Saitta di varare la Delibera. Purtroppo quel giorno potevamo contarci sul palmo di una mano o poco più.
I vicini tortonesi avevano mobilitato molti sindaci (intervenuti in Consiglio qualche settimana dopo) e molte persone in varie manifestazioni, ottenendo qualcosa in più di noi. Ad Acqui si è scelto di mantenere un atteggiamento molto più moderato su spinta “dell’ala sinistra” dello schieramento. Questo atteggiamento estremamente dialogante, da sinistra democristiana, ha ottenuto praticamente niente. Di fatto siamo stati gli unici in Piemonte ad aver perso più di quanto il peggior pessimista avesse immaginato.
Nelle scorse settimane i sindaci dell’Acquese e del bacino di utenza dell’ospedale di Acqui Terme hanno stilato un documento unitario chiedendo alla Direzione Aziendale dell’ASL una serie di impegni per il mantenimento di servizi sanitari essenziali sul nostro territorio. Tali richieste sono una sintesi efficace di un lavoro fatto nell’ultimo anno e, per questo, c’è sembrato necessario riportare le stesse anche in Regione. Per questo motivo in data 24 novembre il M5S ha presentato una mozione che chiede alla Giunta regionale “di farsi parte promotrice delle istanze proposte dai sindaci dell’Acquese presso la direzione dell’ASL AL”. Nonostante ciò né l’Assessore, né il Direttore Generale dell’ASL hanno avuto la gentilezza di rispondere.
A questo punto dobbiamo anche constatare come la frammentazione del nostro territorio abbia indebolito ulteriormente la posizione dell’ospedale di Acqui. In Regione nessuno ha mai creduto veramente che il bacino d’utenza del nosocomio termale si attestasse intorno alle 50 mila persone. Anche questo ci deve far riflettere e farci sedere al più presto attorno ad un tavolo, per capire quanto il campanilismo sia a sua volta un motivo di marginalizzazione della Valle Bormida.
Ora, pur sostenendo il presidio del 29 dicembre presso l’Ospedale Mons. Galliano, ci preme sottolineare come quest’azione dovesse essere intrapresa in altro luogo ed in altro tempo. Forse per impensierire Saitta bisognava svegliarsi prima e farsi notare davanti alla finestra del suo ufficio a Torino, qualche mese fa. Pensiamo altresì che la manifestazione sia un momento importante come premessa a nuove azioni popolari. Nei mesi scorsi qualcuno sosteneva che minimizzare ciò che stava succedendo poteva evitare una progressiva diffidenza nei nostri servizi ospedalieri. A quanto pare è servito solo ad evitare una mobilitazione inevitabile e necessaria a far sentire la voce dell’acquese.
Paolo Mighetti
Consigliere regionale M5S Piemonte
Pier Paolo Cannito
M5S Acqui Terme