Dolci da principe: come la polenta! [Il gusto del territorio]

gallinadi Eleonora Scafaro

 

Non è un caso che uno dei migliori pasticceri di Alessandria abbia preparato una sontuosa colazione al principe di Monaco.

L’aristocratico ha approfittato, così, della presenza di Filippo Mezzaro che, a fine novembre, ha partecipato al Salone della gastronomia a Montecarlo.

Alessandria è sempre stata città di pasticceria, tradizione che affonda le radici in un passato che risale all’Ottocento, ma con un richiamo ad una storia ben più lontana.
Un percorso che ha visto nel capoluogo provinciale, nascere e crescere fenomeni che hanno preso il nome di marocchino e happyhour.

Per una storica pasticceria che prepara la colazione al principe Alberto, un’altra, Bonadeo, detiene il brevetto esclusivo di un dolce unico in Italia, la Polenta del Marengo.

Fatta con uova, burro, zucchero, farina di grano, farina di mais, uva sultanina e fecola,polenta_del_marengo_big nasce all’epoca della battaglia di Marengo, il quattordici giugno 1800.

Tra l’Ottocento e il Novecento si diffonde sulle tavole degli ufficiali e delle loro famiglie.

Nel 1933 il pasticcere Dante Chiabrera, dell’Antica Confetteria Chiabrera, la perfeziona modifica la ricetta come oggi la conosciamo.

La famosa torta visse un nuovo lancio pubblicitario nel 1951 per opera di Gigi Capra che, dal 1948, aveva acquistato la prestigiosa pasticceria Chiabrera in piazza della Libertà fino al 1961: poi al suo posto venne costruita una banca.

La Polenta del Marengo è una torta morbida, avvolta in una copertura di pasta di mandorle, con un tocco di Maraschino, ma la ricetta è ancora segreta.

Oggi è annoverata tra le “de.co.”, come altri prodotti tipici della pasticceria alessandrina.
Le de.co., denominazioni comunali, sono semplici atti notarili, delibere di un’amministrazione comunale che conferma la qualità di un prodotto.
L’obiettivo è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica una comunità.

Grazie alla presenza della Cittadella e, quindi, la borghesia militare che l’ha popolata per secoli, Alessandria è diventata parte di una storia enogastronomica particolare che si lega, appunto, alla pasticceria.

Furono proprio le famiglie degli ufficiali di Alessandria a popolare per decenni le pasticcerie della città, ognuna con le proprie specialità. Dai bignè, ai cannoncini, dalla famosa tartufata della pasticceria Zoccola, rifinita da scaglie e sfoglia di cioccolato, agli amaretti prodotti solo con zucchero, mandorle ed albume, dai baci al cioccolato come quelli di Gallina, con cacao e nocciole Piemonte, ai Meardini al rum, della pasticceria Bonadeo, con rum, crema di marroni e cioccolato fondente. Poi gli amaretti Marelli nati dalla fantasia di Pittatore, i Mandrugnin, i Gallinotti al rum, i Nugatelli, la torta Albanese, prodotta con impasto di farina, mandorle dolci, tuorlo sodo e ricoperta da cioccolato al gianduia, della pasticceria Zoccola e la Giacometta di Giraudi.

baci di damaPer quanto riguarda i baci di dama, la leggenda vuole che siano nati dalla fantasia di un cuoco di casa Savoia nell’autunno del 1852 dietro richiesta di Vittorio Emanuele II di assaggiare un nuovo dolce. Il prodotto incontrò l’approvazione e da allora venne servito sulle tavole reali d’Italia e d’Europa.

Famosi sono i baci di Tortona, che hanno ottenuto il riconoscimento di Prodotto agroalimentare tradizionale della Regione Piemonte. Sono fatti con mandorle, burro, zucchero, farina e cioccolato. Esiste anche una versione a base di nocciole.

Sempre nel dolce Piemonte ecco i baci di Novi Ligure, quelli di Cuneo fatti con la nocciola “tonda e gentile” di Alba e quelli ricoperti di cioccolato che si possono trovare ad Asti.

Ma Alessandria resta una punta di diamante. Altri due gustosi esempi? Gli amaretti di Acqui Terme e i Krumiri di Casale Monferrato.
Insomma, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.