Quei crediti della Comunità Montana verso l’Ato 6…

Giovedì scorso si è riunito il consiglio dell’Unione Montana dal Tobbio al Colma ente che inutilmente dovrebbe sostituire le già inutili Comunità Montane, in tale consiglio si decideva una cosa molto importante, il riparto dei beni immobili e relativi mutui, del personale e dei crediti/debiti delle vecchie C.M. tra le diverse Unioni sorte in seguito alla chiusura (ancora in corso) delle Comunità.

Tra le molte cose curiose e i numerosi debiti di cui ho avuto il piacere di discutere (di cui vi racconterò appena avrò riordinato le idee) con i Sindaci dei Comuni di: Belforte, Bosio, Casaleggio, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Mornese e Tagliolo (forse ho dimenticato qualcuno) è uscita una notizia curiosa che ho poi approfondito….

La vecchia Comunità Montana avrebbe un credito nei confronti dell’ATO 6 alessandrino di circa 2 milioni di euro.
L’Ambito Territoriale Ottimale è costituito dagli Enti Locali associati nella Autorità d’Ambito questa ha il compito di garantire gli utenti e la collettivita, sulla qualità, i livelli di servizio e sul rispetto degli obblighi concordati attraverso il Piano d’Ambito con i gestori del servizio idrico integrato.

I 2 milioni di euro avrebbero dovuto essere utilizzati dalle Comunità Montane per la tutela del territorio, la prevenzione di frane, alluvioni, dissesti, regimentazione delle acque, tutte questioni abbastanza importanti in questo paese dove ogni volta che piove qualcuno finisce sott’acqua o sotto al fango.
Infatti secondo quanto stabilito dal Piano d’Ambito revisionato nel 2007 (ecco un link alla sua sintesi:) le società che gestiscono il servizio idrico integrato (nel territorio di nostra competenza stiamo parlando al 90% di AMAG, in massima parte di proprietà del Comune di Alessandria e Gestione Acqua, in mano principalmente al Comune di Novi Ligure) avrebbero dovuto versare alle C.M. un contributo pari al 5% dei ricavi, di cui il 3% versato direttamente agli Enti e un 2% sotto forma di interventi e investimenti sugli acquedotti e fognature, peccato che le società in questione abbiano negli anni fatto solo i lavori relativi alla quota del 2% (tanto li facevano loro direttamente con risparmi non indifferenti) ma non abbiano mai versato la quota del 3% per il dissesto idrogeologico che le C.M. avrebbero dovuto spendere direttamente. A onor del vero anche per colpa delle Comunità stesse che hanno ritardato nel presentare il Piano degli interventi da finanziare con queste risorse.

Ma veniamo ora al problema di fondo: è l’ATO che dovrebbe fare in modo che gli accordi presi vengano rispettati, mettiamo pure che i Sindaci dei Paesi facenti parte delle vecchie Comunità Montane siano in buona fede e abbiano fatto il possibile per chiedere quanto gli spettava (cosa di cui dubito fortemente) ma può l’ATO che negli anni ha avuto come presidenti in ordine: Filippi, Rossa, e recentemente Rava tutti esponenti del PD, andare a chiedere questi soldi alle società di cui sono proprietari in massima parte i Sindaci del PD di Alessandria e Novi Ligure. Nel caso della Rossa, sindaca di Alessandria in conflitto di interessi era chiarissimo, come faceva il presidente ATO a far pagare il dovuto all’AMAG di cui, in quanto sindaca del Capoluogo, era proprietaria?

Questa problematica è comune a tutti i piccoli comuni montani della Provincia di Alessandria, come al solito i grandi ci mangiano in testa e il Partito Democratico tutela i sui interessi e i sui amici.

Andrea Barisone
consigliere del Comune di Molare e consigliere dell’Unione dei Comuni dal Tobbio al Colma