‘Crisi cicliche, crisi strutturali. Quale ruolo dello Stato?’: i risultati del convegno

Fondazione-CRAL001

A Palatium Vetus, ad Alessandria, si è svolto nei giorni scorsi il convegno “Crisi cicliche, crisi strutturali: quale ruolo dello Stato?”, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Obiettivo dell’incontro era quello di rispondere a interrogativi che, in un periodo di crisi economica e disoccupazione in crescita, si fanno sempre più pressanti.

I lavori sono stati aperti da un saluto del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Pier Angelo Taverna, e da un intervento di Maria Luisa Bianco in ricordo del professor Luciano Gallino, recentemente scomparso.

Sono seguite le relazioni di Terenzio Cozzi, professore emerito di Economia politica, Giorgio La Malfa, ordinario di Politica economica e Gabriele Barbaresco, direttore Ricerche & Studi S.p.A. del Gruppo Mediobanca.

Il convegno ha fornito anche l’occasione per presentare la ricerca “Crisi economica, disoccupazione giovanile: proposte di esperimenti sociali”, realizzata dall’Istituto di Ricerca Sociale del DiGSPES, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

L’idea della ricerca è nata nell’ambito di un gruppo di sociologi ed economisti delle Università del Piemonte Orientale e Torino, fra i quali Maria Luisa Bianco, Guido Ortona, Bruno Contini, Nicola Negri, Francesco Scacciati e Pietro Terna, da tempo impegnati a elaborare un progetto di politica economica keynesiana che possa far uscire il nostro Paese dalla crisi creando posti di lavoro per i giovani nei servizi pubblici qualificati, riducendo la disoccupazione, stimolando la domanda di beni sul mercato e adeguando la Pubblica Amministrazione italiana agli standard europei.

La scelta del tutto controcorrente in favore della Pubblica Amministrazione deriva dal fatto che il settore pubblico in Italia, contrariamente a quanto si sostenga, è sottodimensionato – e anche sottoscolarizzato – rispetto agli altri paesi comparabili al nostro, e perché buoni servizi pubblici sono una precondizione cruciale per lo sviluppo, per la difesa e valorizzazione di ambiente e patrimonio culturale, per il benessere dei cittadini.

I dati presentati mostrano una disponibilità assolutamente elevata (dal 70 al 90% dei rispondenti) a sostenere i costi di tale politica tramite un prelievo fiscale aggiuntivo sulla ricchezza mobiliare e confermano che, pertanto, esiste uno spazio politico per programmi keynesiani espansivi che creino occupazione qualificata nei servizi pubblici e, per questa via, rimettano in moto la domanda interna e lo sviluppo del paese.