Non sono poche le reazioni e i commenti, soprattutto sui social media, in merito ad alcune recenti affermazioni provenienti da membri della giunta comunale sul futuro del Teatro Comunale e riportate da fonti giornalistiche.
Ci riferiamo in particolare allo sconcerto provato dall’idea che uno “studio di fattibilità sul recupero” del teatro di Alessandria possa costare 100.000 euro, pagato per l’80% dalla Regione Piemonte, quindi dai cittadini, mentre ancora ignoto è il nome del “fortunato” che pagherà per il restante 20%.
Forse la vinceranno gli alessandrini questa quota?
La Regione si è dimenticata che i cittadini hanno già “subito” la chiusura forzata del teatro e hanno già pagato in termini culturali, economici e occupazionali?
I cittadini lo sanno, eccome, perché lo hanno vissuto sulla loro pelle e ritengono che le scelte politiche di questa giunta e di quella precedente, non possano contenere reali pillole di saggezza.
Riepiloghiamo in breve: alle origini fu stipulato un accordo scellerato, partorito durante la giunta Fabbio, tra la Fondazione Teatro Regionale Alessandrino e la Switch, la quale si impegnava solo nella “bonifica” degli ambienti, lasciando a carico della Fondazione i costi per le analisi, lo smaltimento dei rifiuti, il riallestimento delle sale, l’impianto di riscaldamento, ecc.
Un’intesa totalmente sbilanciata, nella quale i costi maggiori sarebbero ricaduti sulla collettività! Quando si dice il peso della politica!
Negli ultimi anni, la nuova giunta comunale, a parte i proclami di rito, le solite “fumose” parole, che cosa ha fatto concretamente? E’ giusto che i cittadini paghino per danni causati da altri?
Ma passiamo all’abilità politica degli amministratori in Regione.
Per anni, durante la giunta Cota, la Regione si è “dimenticata” di versare alla fondazione la propria quota societaria (ricordiamo che la Regione era tra i soci della Fondazione TRA), scelta che ha aggravato la situazione contabile del teatro.
La Regione, inoltre, è rimasta insensibile alle richieste che arrivavano anche dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle che sollecitava un intervento e un’assunzione di responsabilità in merito alla vicenda del teatro alessandrino e dei suoi dipendenti… Tutto inutilmente!!
Con l’arrivo di Chiamparino, il nuovo che avanza, l’attenzione nei confronti del nostro teatro non è cambiata. Un esempio su tutti? La nostra proposta di impiegare gli ex-dipendenti all’interno del circuito “Piemonte dal vivo” è caduta nel vuoto e con essa anche quella di salvare delle professionalità qualificate e le loro competenze.
Oggi leggiamo: <La Regione “non ha potuto sottrarsi alla richiesta di aiuto”>…
Complimenti, ottimo tempismo, considerato che sono trascorsi solo cinque anni! E quale valido aiuto si paventa? Forse una consulenza da affidare ad un “amico”?
E’ questa l’unica risposta che la politica ha saputo offrire in questi anni? Come è possibile dimenticare il valore sociale e aggregativo che un polo culturale è in grado di offrire sul territorio provinciale?
Il Movimento 5 Stelle, da tempo, sostiene un punto di vista fondamentale e cioè che i cittadini alessandrini siano coinvolti, attraverso bandi di idee, nel progetto culturale.
Questo potrebbe portare sicuramente ad un risparmio alle casse comunali ma soprattutto ad un’inversione di tendenza, una scossa utile e indispensabile per risvegliare e ricreare il tessuto culturale ed economico che purtroppo sta inesorabilmente sparendo dalla nostra città.