Sala piena, persone in piedi, allievi bravissimi, pubblico attento alle esecuzioni e alla presentazione di Direttore e Presidente.
Questo, in estrema sintesi, il bilancio della serata di gala che si è tenuta venerdì scorso al Conservatorio Vivaldi di Alessandria, in occasione della presentazione dell’anno accademico 2015-2016.
“Motore” di questa officina culturale è Angela Colombo, da poco riconfermata Direttore del Conservatorio alessandrino per il triennio 2015/2018.
Professoressa Colombo, che giudizio dà dell’anno accademico appena trascorso?
E’ stato uno dei più intensi, da quando sono qui in Conservatorio. E tenga presenta che io, torinese e pendolare, sono qui dal 1980, prima da insegnante e vice direttore, e adesso da direttore. E’ stato un anno vivace, stimolante, bello… Uno dei momenti più esaltanti è stato l’aver riportato ad Alessandria l’opera lirica, Suor Angelica, con il cortile di Palazzo Cuttica che ha fatto da scenografia naturale.
E com’è andata?
E’ stato, me lo lasci dire, un grande successo. Abbiamo proposto l’opera a giugno ed è stato un “tutto esaurito”. E a furor di popolo siamo stati costretti a ripeterla anche a settembre.
Abbiamo anche presentato Ernelinda, un interessante lavoro di ricostruzione e “ripreparazione” di un’opera poco conosciuta. E tutto è partito dal lavoro sui materiali fatto in classe da un docente con un allievo. Da lì, poco per volta, si sono aggiunti tutti i componenti utili per arrivare all’allestimento finale.
Dunque la città risponde a quello che voi proponete…
Certamente. Pensi che ci sono persone che mi fermano in stazione, quando sto per tornare a casa, per chiedermi quando faremo quel concerto o quell’evento. E poi va sottolineato l’aspetto di collaborazione che il Conservatorio mantiene con la città. Gli alessandrini sanno che il Vivaldi c’è e così lo vivono appieno. Questa è una cosa che mi piace moltissimo! Abbiamo un pubblico fisso, stabile, che ci segue regolarmente. Direi un pubblico molto, molto attento. Questa intensità un concertista che si esibisce da noi la percepisce distintamente. E suona anche meglio!
Senza parlare delle tante associazioni che ci interpellano quotidianamente per collaborare con noi. I nostri allievi, per esempio, stanno suonando tantissimo anche al di fuori del Conservatorio, per diverse manifestazioni: dalla inaugurazione di una mostra al concerto in un sito archeologico…
Mi pare di capire che secondo lei ad Alessandria c’è fame e sete di cultura… è davvero così?
(sorride, ndr) Io ne parlo da torinese… ma vede, Alessandria secondo me è una città molto più vivace di quello che ci vuol far credere di essere. In questi anni sono venuta a contatto con realtà e persone portatrici di tanta cultura “bella”, di una profondità che mi ha sorpreso. Devo confessarle una cosa: da questa città noi ci sentiamo veramente amati.
Va bene, ma qualche difettuccio ce l’avremo anche noi alessandrini…
Forse la settorialità. Per spiegarmi meglio: se faccio qualcosa con una specifica associazione, ecco che all’evento partecipano quasi esclusivamente gli aderenti o i simpatizzanti di quell’associazione. Insomma, le varie realtà fanno fatica a mescolarsi. In questo il Conservatorio può essere utile ad avvicinare le diverse componenti e a farle dialogare, attraverso il linguaggio universale della musica.
Se lei avesse la lampada di Aladino e potesse esprimere un desiderio, che cosa chiederebbe?
Vediamo un po’… Mi piacerebbe lavorare con qualche certezza in più dal punto di vista burocratico, e non solo. Vorrei che ci fosse maggiore consapevolezza, a livello ministeriale, del fatto che noi facciamo cultura, e che con la musica portiamo pace e tolleranza. E questo lo dico, a maggior ragione, dopo i tragici fatti di Parigi.
Ma forse il desiderio più “serio” è un altro. Vorrei proprio che i nostri ragazzi, usciti da qui, potessero trovare subito un lavoro adeguato ai loro studi e alle loro competenze. Anche se, sotto certi aspetti, l’impressione che ho è che chi si laurea in Conservatorio ha più opportunità di chi si laurea in altri settori. I nostri ragazzi si ingegnano e sanno cogliere bene le diverse prospettive che gravitano intorno al discorso della musica. E io continuo a sognare per loro il meglio!
Andrea Antonuccio