Cosa c’è nello specchio del terrorismo?

Nel tentativo di vedere con occhi non proprio scontati le radici e le possibilità nella situazione creatasi dopo l’assalto di Parigi. Stabilito dalle cronache che l’operazione era ben organizzata e pianificata con decisioni a monte strutturate ( dove colpire, chi si fa saltare, come eventualmente uscirne per i terroristi e nulla ha a che fare con i migranti casuali). Siamo sommersi da fiumi di parole per raccontare la matrice ideologica e le diversità di razza, religione, ecc.

Ma qual è la radice, la causa di un terrorismo così poco fai da te e molto preparato e sostenuto da mezzi notevoli e logistica coordinata? Niente succede a caso ed io credo che si può guardare ognuno al proprio interno di nazione ed alle politiche estere di alcuni paesi, anche se ovvio nel tempo queste sono la causa oggettiva e anche la volontà soggettiva nell’intervento di paesi importanti nel Medio Oriente, come in Africa.

Troppa la storia da esaminare, si può procedere per esempi logici. Le guerre di cui esistevano sino a 5 anni fa, ben 53 focolai nel mondo (alla faccia delle sperticate parole di pace della tv), non scoppiano per lo sgarbo fra “vicini di casa”, ma sono provocate da interessi economici e politici ben precisi. A volte sono il gas, a volte petrolio, a volte coltran, a volte diamanti, ecc. L’intelligence non lavora per prevenire i contrasti fra stati, ma essendo al servizio delle lobby nazionali emergenti per provocarli dove serve, senza implicazioni mediatiche apparenti. I servizi di intelligence fanno esattamente quello che li paga, dice loro di fare Devo ricordare la storia dello stato canaglia prima (Iran), dell’Iraq, della Libia, del buco della Palestina perennemente in stato di guerra (solo per convenienza politica di destrutturare quella regione, senza niente da conquistare) fino al Daesh che nessuno aveva mai sentito nominare se non che da pochi anni, è il risultato di “altre guerre”.

Ci sono crisi interne di mercati, la finanza che devasta e cambia, con il suo corso, la vita di nazioni e continenti e la risposta delle singole nazioni è personalizzata e varia (la storia della UE è proprio così parole comunitarie e fatti individuali). Certo l’economia a guida del mondo è ancora del dollaro e gli USA non hanno problemi a mantenere mercati o a conquistarne di nuovi usando militarmente la loro potenza (850.000 persone armate americane in basi all’estero perenni con attrezzature e supporti incredibili).

I vincoli politici come l’appartenenza alla NATO o anche solo, per altri, l’aggancio di mercati nuovi in sostituzione di quelli in crisi, trascinano in un gioco senza vincitori dimostrabili, queste crisi violente provocate, giustificate. Penso che tutti quelli un po’ più attenti si siano chiesti: ma perché la Francia (assieme all’Inghilterra ) ha trascinato l’Italia in una guerra contro un indubbio dittatore come Gheddafi, ma che era minaccia per nessuno e solo due settimane prima aveva piantato la tenda a Roma?

Perché non avevano un altro modo di cambiare il filo continuo fra Libia e Italia sul gas ed ora se lo sono preso in parte.
Perchè Hollande, che tutto sommato non è un gigante di statista, fa vedere i muscoli sulle sue portaerei in viaggio verso la Siria mentre ha appena investito circa 8 miliardi di euro nel raddoppio del canale di Suez da poco terminato, con aumentata velocità di circolazione delle merci?

Forse ha informazioni migliori delle nostre e investe sull’alleanza Atlantica nella battaglia anti-Assad in Siria e in generale in quella regione?

Il così detto califfato è una diretta creazione ormai dimostrata degli Usa e a turno dei loro alleati di convenienza, per chi vuole solo documentarsi in rete e con quel poco di giornalismo non servile esistente.
Risposte corte a problemi interni nelle singole nazioni europee o americane.

L’Isis nelle sue varie forme è una formazione terroristica ideologico religiosa e militare che occupa il vuoto in spazi lasciati dai governi locali o provocati da guerre alimentate e terminate con destrutturazione e assenza di comando di zone in Medio Oriente o in Africa. Non c’entra nulla con il musulmanesimo ne antico, ne moderno, che storicamente è tollerante, pacifico. Ne è una originale e pianificata proposta moderna di estremismo morale e violento per dare una sicurezza diversa, secondo ordini arcaici impossibili da esportare se non con la forza.
Se per non correre dietro a lucciole vogliamo guardare all’origine degli avvenimenti ed alle risposte che i singoli governi stanno dando agli atti susseguitisi sino a quello di Parigi, vediamo che c’è una dose massiccia di ipocrisia e morale bigotta ad esempio nello stesso modo francese di far fronte all’eccidio con una immediata esecuzione di civili a Rakka con i bombardamenti (è un fatto non una opinione, nessuno sano di mente può pensare che oggi questi guerriglieri abbiano una sede dove si trovano tutti insieme nel centro di una città popolosa). Dove si va con questi atteggiamenti da macho senza idee?

Alla conferenza dei 20 paesi più industrializzati Putin, non certo un santo, da ex capo del KGB, ha fatto i nomi concreti di persone o entità occidentali ed europee, oltre che degli stati arabi che finanziano l’ISIS, o si è sbagliato o cosa serve aggiungere ?

Renzi ha risposto con una frase fondamentale e decisiva che ha letteralmente sconvolto la conferenza: ci va una risposta comune concordata! Una pietra miliare della diplomazia da Tweet ed è tornato a casa, lui come tutti, senza avere nessun accordo reale di azione se non quello che ogni paese ritiene utile al momento individualmente. Il senso di <bombardo, partecipo> in qualche modo termina con un lapalissiano ognuno fa da sé e auguri a chi non vuol essere coinvolto, infatti anche noi a cui nessuno ha mai chiesto nulla in parlamento prestiamo logistica in tal senso
Cosa centrano le popolazioni, gli interessi sociali e materiali dei cittadini delle varie nazioni europee? Da nessuna parte se ne parla.

Solo momenti di esibizione di muscoli governativi o barriere da alzare, cose da ominicchi tipo Alfano, vero terrore degli eventuali terroristi, dentro all’avviato giubileo romano (di mafia capitale).
La morale lasciamola ai teologi, ai filosofi, qui la parola è alla politica che sceglie azioni non casuali, ma con piani e obbiettivi precisi, se il mondo del mediterraneo è meno sicuro ognuno se la deve prima di tutto prendere con chi ha le responsabilità di governo nella propria nazione.

Se la risposta al terrorismo è armiamoci o blindiamoci… abbiamo già perso, perché il nemico è già qui e magari parla la nostra lingua, non per forza arabo, come a Parigi i terroristi erano normali baristi, giardinieri, tranvieri, ecc, francesi per lo più e belgi
La politica dicevo, è fatta di scelte, che possono essere di interessi di lobby o di benefici per tutti e in questo c’è forse la chiave per capire come agire per il presente ed il futuro prossimo.

Perché non scegliere di eliminare le cause all’origine delle guerre con tutte le conseguenze, non puntando sulle energie fossili, tagliando alla radice il BENE conteso (petrolio e derivati), ma investendo su quelle sostenibili e rinnovabili che danno indipendenza e non presuppongono sovranità?

Perché il nostro governo non mette al bando TUTTE le vendite a paesi in guerra di armi palesi o occulte e smette di acquistarne altre, come i ridicoli (per la poca affidabilità) F35?
Perché non vengono ritirati i nostri soldati da costose missioni di guerra mascherate (tipo Afganistan) e li impiega nell’ordine interno?

Perché se si vuole dare un taglio secco agli sprechi di risorse, non assume 15.000 laureati e li forma per identificare tutti i clandestini che arrivano da noi, per poterli identificare e poter stabilire il loro diritto o meno a stare nel nostro paese per due mesi e non due anni, alimentando le mafie delle cooperative rosse e bianche?

Perché non si fa un’azione davvero forte di pacificazione con aiuti per incentivi da parte europea ad esempio a chi vuole riporre le armi e tornare a ricostruire e vivere in pace ?
La lista si può allungare e certo occorre scendere nei dettagli, ma niente di impossibile, è solo volontà politica, che porterebbe in breve a terminare le ragioni dell’odio ideologico dato da mezzi e mondi incomunicabili e a costruire un futuro concreto togliendo il brodo di cottura del terrorismo.

I media asserviti ci riempiono di parole per disorientarci, i minuti di silenzio dopo le azioni reali di cui le varie nazioni come la Francia si sono rese responsabili, sanno di ipocrisia se vissute sui mezzi di comunicazione, anche se la passionalità popolare va rispettata.
Ognuno di noi cittadino qualunque nelle civiltà avanzate come l’Italia e l’Europa deve capire che la divisione dei poteri e delle risorse è un dato di fatto e ogni comportamento nella vita quotidiana a casa sua da sempre influisce sull’intera società.
Ogni volta che faccio una doccia, compro un Suv, mi scaldo con gas, compro un’arma, compro un alimento prodotto fuori dai miei confini, ecc , faccio io, cittadino comune una scelta politica personalmente che oggettivamente è contro l’ordine delle cose e cambia i rapporti di altri che io non vedo e non conosco.

La miglior azione politica per far cessare il terrorismo è progettare un futuro per la società in cui vivo in modo compatibile e solidale, per il benessere in tutti i campi della complessità umana, non per pochi privilegiati, dall’ambiente, all’economia, alla sicurezza, alla sanità, ecc. Ogni differenza crea dislivelli e disarmonie e quindi possibili contraddizioni esplosive quando non hanno sbocchi.
Gianni Gatti – Alessandria