Legambiente Vallemme e Legambiente dell’Ovadese, insieme ad alcuni cittadini di Alessandria, hanno presentato nei giorni scorsi un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro la Deliberazione della Giunta Regionale n. 9-1531 del 08.06.2015, pubblicata sul BUR n. 27 del 9 luglio 2015, riguardante l’aggiornamento del Piano di gestione dei materiali del Terzo Valico dei Giovi, nonchè di tutti gli atti ad essa presupposti, conseguenti e/o comunque connessi.
I principali motivi per cui i ricorrenti chiedono al Capo dello Stato di voler annullare la deliberazione regionale sul Piano di smaltimento dello smarino del Terzo Valico sono i seguenti:
1) Il Piano è stato approvato senza verificare le esigenze di salvaguardia delle risorse idriche sotterranee.
Vi è il pericolo di percolamento degli inquinanti nella falda, a causa della presenza nello smarino di materiale contaminato dagli additivi utilizzati dalle macchine da scavo Tbm-Epb che genererà verosimilmente, sotto l’azione della umidità, della falda o della pioggia, inquinanti che potranno migrare o essere trasportati verso il basso con conseguente propagazione dell’inquinamento.
Ma vi è persino il pericolo di inquinamento della falda acquifera utilizzata per il consumo umano, stante che, a meno di due chilometri dal luogo dove verrebbe depositato lo smarino inquinato sono collocati i pozzi “Aulara” da cui il Comune di Alessandria preleva l’acqua destinata al consumo umano.
La direzione di scorrimento della falda superficiale e la modesta distanza portano a prevedere un potenziale inquinamento della falda acquifera che alimenta i pozzi.
Infine occorre considerare che un potenziale inquinamento della falda acquifera sarebbe praticamente irreversibile. Infatti, una volta che il sito in esame sarà tombato con 1.625.000 mc di smarino, un potenziale inquinamento della falda sottostante (dovuto agli inquinanti presenti nello smarino stesso oppure già presenti oggi nei rifiuti già legalmente o illegalmente depositati nel sito) non sarebbe più recuperabile.
2) Il Piano non è coerente con le norme del PRGC di Alessandria.
L’area interessata dal progetto di Cascina Clara e Buona risulta essere classificata nel PRG di Alessandria come agricola.
Dato che la finalità perseguita dal progetto non risulta essere di interesse pubblico per i cittadini di Alessandria, e che il progetto di conferimento e deposito di smarino risulta essere “altrimenti localizzabile” in un sito appropriato che non metta a rischio le falde acquifere, il Piano Regolatore di Alessandria deve essere rispettato.
3) Il Piano prevede l’utilizzo del sito di deposito di Alessandria Cascine Clara e Buona che è ufficialmente riconosciuto come zona umida naturalisticamente pregevole.
Il riempimento completo di questo lago di cava, presente ormai da oltre cinquant’anni e caratterizzato da una buona vegetazione ripariale, diminuirà irreversibilmente la biodiversità e la naturalità della zona.
4) Il sito di deposito di Cascina Clara e Buona nel Comune di Alessandria presenta un inquinamento pregresso ed una necessità di bonifica preliminare.
La Deliberazione della Giunta Regionale 11 dicembre 2013, n. 1-6863 “L.r. 30/1999. Piano di reperimento dei materiali litoidi finalizzato alla realizzazione della Linea ferroviaria AV/AC Milano-Genova “Terzo Valico dei Giovi”. Approvazione dell’Aggiornamento 2012”, alla pagina 11,a proposito dell’area di Cascina Clara e Buona del Comune di Alessandria, riporta testualmente quanto segue:
“Il Comune di Alessandria precisa che tale sito è oggetto di procedimento di V.I.A. in corso (art. 12 L.R. 40/1998), per un progetto di recupero di ex cava; nel corso di tale procedimento è emerso che presso il sito è presente un’ex discarica, autorizzata dalla Provincia di Alessandria con nota n. 13929 del 19.12. 1991 rilasciata ad A.M. I.U. per la gestione di rifiuti inerti, e che conseguentemente sono stati conferiti in emergenza anche materiali risultanti dalle vicende alluvionali che hanno colpito la Città di Alessandria nel 1994; inoltre, le piene del fiume Bormida avvenute nel 2008 e nel 2011 hanno determinato una fuoriuscita di rifiuti inerti dalla medesima. Per tali motivi sono stati richiesti approfondimenti circa la potenziale presenza di sostanze contaminanti nell’area e l’analisi delle eventuali possibili interferenze con l’intervento di cava prospettato”.
La Provincia di Alessandria, dal canto suo, come risulta dal verbale della Conferenza dei Servizi del 30 gennaio 2014 (protocollo 11150 Provincia AL), affermava testualmente: “nella zona di cava le concentrazioni di cromo totale e di ferro superano i limiti di legge”.
5) Vi sarebbe in ogni caso almeno la assoluta necessità di garantire la più rigorosa tracciabilità dei materiali e dei rifiuti conferiti, che il Piano non garantisce sufficientemente.
L’impossibilità pratica di controllare nel dettaglio tutti i singoli conferimenti di materiali rende possibile (come ha purtroppo insegnato la storia, anche recente, delle cave e delle discariche) il conferimento fraudolento di rifiuti estranei anche di tipo tossico e pericoloso.
Il Piano attuale dei conferimenti non risulta idoneo neppure a garantire la normale tracciabilità dei materiali, e per di più appare preoccupantemente sovradimensionato rispetto alla quantità di smarino prodotta.
Allo stesso modo è essenziale avere una caratterizzazione precisa e comprovata dei materiali costituenti lo smarino depositato, in mancanza della quale, dato che gli additivi per le escavazioni meccanizzate tipo Tbm-Epb, contenuti nello smarino in quantità e composizione ignota, nonché i loro metaboliti, non risultano avere ad oggi una precisa e codificata classificazione, lo smarino additivato va cautelativamente considerato come un rifiuto tossico inquinante.
Come associazioni da sempre impegnate nella difesa dell’ambiente salutiamo con favore la delibera del Comune di Alessandria, emessa in data 11 novembre, con la quale si sospende l’autorizzazione dell’uso delle cave che ricadono nel territorio comunale per lo stoccaggio dello smarino: conforta e sostiene la richiesta che abbiamo voluto inviare al Presidente della Repubblica.
Legambiente Vallemme, Paola Lugaro, presidente del Circolo
Legambiente Ovadese, Michela Sericano, presidente del Circolo