Un più che lusinghiero successo di pubblico confermato dal numero dei visitatori – oltre 4.000 – e dai commenti che moltissimi di loro hanno lasciato sul libro delle firme, ha contrassegnato la mostra da poco conclusa “Monferrato oltre il confine”, allestita a Palazzo del Monferrato per iniziativa della Camera di Commercio di Alessandria, curata da Maria Luisa Caffarelli e Rino Tacchella su progetto grafico e immagine di Giorgio Annone.
L’evento è stato organizzato con il supporto e la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dei Comuni di Alessandria, Asti e Casale Monferrato, della Provincia di Alessandria, della Diocesi di Asti, della Fondazione Davide Lajolo e con il determinante contributo di sponsor privati: Credito Piemontese, Guala Dispensing, Confindustria Alessandria, Rolandi Auto, Solvay, Ristorante i due Buoi, Banca Popolare di Milano, Centrale del latte di Alessandria ed Asti, Gruppo Amag, Kimonocasa.
“Un Monferrato da sognare” è il giudizio firmato da una signora di Bari che meglio di altri sintetizza il senso più profondo di questa mostra, pensata come un viaggio che dal Monferrato si snoda lungo i sentieri dell’arte italiana del ‘900 andando a ricercare suggestioni, presenze e rimandi tra gli artisti in qualche misura legati al Monferrato e le esperienze in atto nelle grandi città italiane, dal futurismo all’astrattismo, dal chiarismo lombardo al ritorno all’ordine di Novecento.
Alcuni nomi per tutti ci dicono quanto questa terra sia stata fertile sul piano dell’arte figurativa e quanto risuoni ancora oggi l’eco dell’opera di quanti di loro qui hanno avuto i natali o hanno avuto modo di operare: da Carlo Carrà a Cristoforo De Amicis, da Angelo Morbelli a Mino Rosso, da Pietro Morando a Dina Bellotti, da Gino Severini a Eugenio Guglieminetti. Artisti che, tra le province di Asti e Alessandria in cui il Monferrato è racchiuso, erano rappresentati in mostra dialetticamente con gli altri grandi del Novecento, come Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Giacomo Balla e Fausto Melotti.
“La scommessa: – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio Gian Paolo Coscia – era quella di allestire dopo “Monferrato mon amour” una seconda mostra di arti figurative dedicate a questa terra, non solo senza ripetizioni, ma soprattutto rendendosi conto che sul Monferrato, nei vari aspetti che lo caratterizzano, si potrebbero progettare molte, moltissime esposizioni. Oggi possiamo dire che quella scommessa è stata vinta.”
“Inoltre – ha aggiunto il presidente – dobbiamo ringraziare il collaudato team che ha lavorato al progetto, in particolare i tre professionisti dello staff che ha curato gli allestimenti, il personale della Camera che ha ormai maturato una specifica competenza nel settore e anche l’Unitre di Alessandria che ha garantito con la consueta cortese professionalità l’accoglienza alle migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo che hanno visitato la mostra. Un grazie anche a tutti gli sponsor, gli enti che hanno collaborato con noi, i prestatori delle opere e gli artisti che si sono resi disponibili”.
Tra i visitatori si segnala un gruppo di buyers di vini, giunti da tutti gli stati europei e anche dalla Turchia e dal Kazakistan, alcune famiglie di sudamericani (brasiliani e argentini) ma soprattutto tanti piemontesi, spesso estasiati davanti ai paesaggi a loro ben noti che la pittura esalta con una nuova chiave percettiva.