Cinque mesi fa abbiamo denunciato l’errore commesso dall’assessore all’agricoltura Ferrero di chiudere il laboratorio d’analisi sul vino di Alessandria, presidio tecnico locale a garanzia dei consumatori e dei produttori onesti.
Sulla scorta di una giusta istanza (eliminare le esorbitanti ed ingiustificate spese di affitto del locale) si è commesso un errore strategico grave. Infatti, proprio durante la vendemmia, si è scelto di sospendere le analisi del laboratorio agrochimico regionale, avviare un “bando ponte” per i controlli da ottobre a dicembre, per poi cedere il servizio di analisi del vino all’Arpa a partire da gennaio.
Cosa è mancato? I controlli in vendemmia che servono a capire, attraverso un’analisi ex post, se le nostre uve sono diventate il nostro vino o se in cantina sono stati aggiunti mosti “esotici”. Questa vendemmia necessitava più di altre di queste verifiche. Infatti il clima secco ha generato un prodotto molto asciutto facilmente “taroccabile” con altri mosti. Proprio quest’anno, quindi, non si sono realizzate le attività di monitoraggio che sarebbero state essenziali.
Era ampiamente prevedibile quindi che la Guardia di Finanza scoprisse un caso di contraffazione di 150 mila litri di vino. Mosti moldavi trasformati in vino piemontese. Potrebbe essere solo la punta di un iceberg, di un problema molto più grande aggravato dal pasticcio della riorganizzazione dei controlli regionali.
Ma non finisce qui. Dopo il bando ponte le competenze sulle analisi del vino finiranno ad Arpa, che solo pochi mesi prima aveva abbandonato tutta l’attività di analisi sugli alimenti a favore dell’Istituto Zooprofilattico. Quindi un lavoro che riparte da zero avendo perso anche le professionalità impiegate nel laboratorio di Alessandria, con il personale proprio della Regione riallocato e i ricercatori dell’Università lasciati senza contratto.
La qualità del nostro vino è un pezzo fondamentale del made in Italy, senza il quale molte aziende oggi non esisterebbero. Invece pare proprio che la Giunta regionale stia andando nella direzione opposta privilegiando, anche in agricoltura, la logica dell’industrialista Chiamparino.
Paolo Mighetti, Consigliere regionale M5S Piemonte