Giunta di Palazzo Rosso: “stop allo smarino nelle cave alessandrine”. M5S: “Rita Rossa dica no al progetto Terzo Valico”

Comune Alessandria seraStop allo smarino del Terzo Valico nelle cave alessandrine. Firmato: la giunta di Palazzo Rosso. Coerentemente con quanto annunciato il giorno prima dal sindaco Rossa, la giunta comunale di Alessandria mercoledì ha approvato la Deliberazione con la quale — in forza del principio di “precauzione”, cautelativamente, e ai sensi dell’art. 7 II c. e 21 quater II c. della Legge 241/1990 e sue successive modificazioni e integrazioni — sono state sospese le Deliberazioni di Giunta Comunale n. 107 e n. 114 del 22 aprile 2015.

Poichè ARPA Piemonte, nell’incontro del 5 novembre con l’Osservatorio Ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha messo in discussione la validità dei termini del Decreto Ministeriale n. 161/2012 sui metodi di rilevazione della presenza di amianto — che mai prima aveva ufficializzato — e nonostante gli scavi fino ad oggi realizzati sul versante piemontese non abbiano fatto emergere tracce amiantifere, la Giunta Comunale ha comunque ritenuto di procedere al provvedimento approvato mercoledì.

Le due Deliberazioni del 22 aprile 2015, oggi sospese, autorizzavano l’inserimento deiTerzo Valico lavori siti del Comune di Alessandria — ossia le cave “Bolla”, “Guarasca” 1 e 2, “Clara e Buona” ubicate nell’area di Spinetta Marengo — tra i siti di deposito del materiale proveniente dal primo lotto di lavori del “Terzo Valico dei Giovi” e si dava mandato alla Società A.R.Al. di Alessandria di addivenire alle intese necessarie con il COCIV per una giusta soluzione al contenzioso in atto relativo alla gestione del sito di cava “Guarasca 2” .

«A seguito delle risultanze in corso da parte dell’Osservatorio Ambientale del Terzo Valico — ha dichiarato il Sindaco di Alessandria, Maria Rita Rossa — l’Amministrazione Comunale ha deciso di sospendere i procedimenti e negare la possibilità di conferire le terre e le rocce da scavo delle lavorazioni presso le nostre cave».

«Spiace aver dovuto assistere ad una situazione di incertezza latente in merito alle richieste che il Comune, fin da subito, ha avanzato in tutte le sedi sul tema. Mi auguro che questa decisione consenta di accelerare i tempi di una risposta definitiva in un senso o nell’altro, ma non intendo continuare a subire, o far subire ai Cittadini di Alessandria, l’inefficacia o l’inattività di chi dovrebbe assicurare gli aspetti relativi al controllo e alla salvaguardia ambientale».

«Colgo l’occasione per ribadire che la Giunta Comunale ha anche deciso di procedere al ripristino manutentivo di via Genova e di via Stortigliona in frazione Spinetta Marengo, con finanziamenti propri e al di fuori del procedimento relativo alle cave, con buona pace di chi sosteneva senza ragione nè motivo che avessimo subordinato la salute pubblica alla realizzazione di opere compensative».
MighettiSul tema interviene, con tono critico, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Paolo Mighetti:Ci sarebbe da scrivere un libro sulle dichiarazioni e controdichiarazioni di Rita Rossa sul Terzo Valico e sulle cave alessandrine. Ma stavolta con la Delibera di Giunta sembrerebbe fare sul serio. Tuttavia occorre fare alcune osservazioni. Questa decisione del Comune, dopo l’offerta di più cave di quante ne venivano richieste da COCIV sul suo territorio, non cambia di molto le carte in tavola. Si parla di opere comprese nella Legge Obbiettivo e ben poco pesa il diniego del Comune: lo Stato può calare dall’alto le sue decisioni con facilità estrema.
Se quella di Rita Rossa vuole invece essere una presa di posizione politica, come Presidente della Provincia dovrebbe dire un No al Terzo Valico e non un NO allo smarino nel proprio Comune. Gli altri Comuni della provincia coinvolti sono forse figli di un dio minore?” Ma a ben pensarci questo atteggiamento porta a due ipotesi. Senza scomodare teorie complottiste, si fa largo il presentimento che il PD locale goda di alcune “spifferate romane”. A Roma si sono forse decisi a stoppare quest’opera troppo costosa, troppo inutile e troppo dannosa per non diventare un boomerang elettorale? O forse hanno in serbo qualche mirabolante soluzione tecnica, da vendere alla popolazione come panacea di tutti i mali ambientali generati dall’opera? Dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza ma penso che a breve avremo risposte”.