Luciano Gallino ci ha lasciato. Ma non la profondità e l’attualità del suo pensiero critico e l’insegnamento della sua passione civile e politica. Questi saranno sempre con noi.
Fino all’ultimo, Gallino ha lavorato per comprendere e per fare conoscere i meccanismi che regolano il moderno capitalismo, il finanzcapitalismo, come lui stesso lo ha definito, e per tracciare la strada di un suo superamento. Ha disvelato le profonde contraddizioni su cui è stata costruita l’Unione europea e la moneta unica ed è stato un critico inflessibile e puntuale delle sue politiche, fornendo un contributo imprescindibile alla delineazione di una politica alternativa per l’Europa che recuperasse e inverasse i progetti dei suoi primi ideatori.
La sua prevalente formazione di sociologo e di economista non gli ha impedito di affrontare a tutto tondo le contraddizioni del mondo contemporaneo. L’ attenzione alla grande crisi ecologica è stata costante e acuta, non inferiore a quella dedicata alla crisi economica. E’ stato un riformista radicale, nel senso vero e profondo del termine, convinto cioè che per proporre dei cambiamenti bisogna andare alla radice delle ragioni per cui si allargano le diseguaglianze, le ingiustizie e le oppressioni sociali come la distruzione della natura e dell’ambiente. “Cambiare in modo radicale le strategie di produzione e consumo è una necessità vitale per l’intera umanità” disse in una recente intervista.
Contemporaneamente Gallino non ha mai abbandonato di praticare una profonda passione politica e civile. Fu sempre vicino e dalla parte dei lavoratori, fin dal suo impegno nella fabbrica di Ivrea che deve il nome ad Adriano Olivetti. Un uomo coerentemente di sinistra, che ha lasciato un segno importante anche nella storia politica del nostro paese, fino agli ultimi tempi quando ha accettato generosamente di essere uno dei garanti della formazione della lista dell’Altra Europa con Tsipras.
Sapeva perfettamente che la sinistra ha subito una dura sconfitta e che non è facile ricostruirla. Infatti nel suo ultimo libro ci ha lasciato un segno tangibile di questa non rassegnata consapevolezza: “Quel che vorrei provare a raccontarvi, cari nipoti, è per certi versi la storia di una sconfitta politica, sociale, morale: che è la mia, ma è anche la vostra. Con la differenza che voi dovreste avere il tempo e le energie per porre rimedio al disastro che sta affondando il nostro paese, insieme con altri paesi di quella che doveva essere l’Unione europea. A ogni sconfitta corrisponde ovviamente la vittoria di qualcun altro. In realtà noi siamo stati battuti due volte. Abbiamo visto scomparire due idee e relative pratiche che giudicavamo fondamentali: l’idea di uguaglianza e quella di pensiero critico. Ad aggravare queste perdite si è aggiunta, come se non bastasse, la vittoria della stupidità”.
Per combattere quest’ultima, Luciano Gallino ripeteva, soprattutto ai giovani, : “se volete avere qualche speranza… studiate, studiate, studiate”.
Caro Luciano, lo faremo, a partire dalle cose che tu hai scritto e detto.
L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS