La notizia è di quelle ‘choc’, anche se i bene informati dicono “era nell’aria da mesi”.
Michelin, colosso francese dei pneumatici, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Fossano (e di altri due in Europa), e il taglio complessivo, in Italia, di 578 dipendenti diretti entro il 2017. Solo 400 a Fossano, appunto.
E lo stabilimento di Spinetta Marengo? Secondo la nota diffusa dal Gruppo, Alessandria (quasi 900 addetti complessivi, di cui 170 interinali) dovrebbe essere, insieme a Cuneo (2.000 addetti) una realtà su cui continuare ad investire, anche se si parla comunque di una trentina di esuberi.
“Abbiamo avuto notizia della decisione nel pomeriggio durante un incontro con la proprietà – spiega Paolo Parodi, segretario generale della Filctem Cgil di Alessandria, raggiunto in auto mentre sta rientrando da Torino – e praticamente in contemporanea lo annunciavano al mondo. La situazione è delicatissima in generale, e per Spinetta con aspetti tutti da chiarire. Si parla di chiusura per giugno 2016 del reparto rechapage, che si occupa della ricopertura delle gomme, in cui lavorano 30 addetti, e ovviamente vogliamo capire se e come questi lavoratori sono ricollocabili. Ma c’è anche un grande punto interrogativo sui 170 interinali, rispetto ai quali l’azienda è stata molto evasiva”.
Insomma, ci sono tutti i presupposti per settimane davvero incandescenti, e la prima risposta unitaria dei sindacati confederali non si fa attendere: per oggi sono state proclamate quattro ore di scioper ‘a scacchiera’, gestite in maniera differenziata nei diversi stabilimenti e reparti, mentre “un ulteriore pacchetto di 8 ore di sciopero verrà gestito dalle strutture sindacali locali in attesa della convocazione di un incontro urgente per iniziare la discussione”.
Sul tema giungono intanto alcuni interventi dal mondo politico.
Afferma Fabio Lavagno, parlamentare PD: “Destano molta preoccupazione le scelte del piano strategico 2016-2020 da parte della multinazionale francese dei pneumatici Michelin.
Da quanto si apprende, l’azienda è intenzionata ad intraprendere un piano di ristrutturazione, per reagire alla crisi di un proprio settore. In totale sono 1.500 i posti di lavoro a rischio, di cui quasi 578 in Italia.
La riorganizzazione annunciata colpisce duramente i siti piemontesi mettendo a rischio la continuità occupazionale di molti lavoratori. Lostabilimento di Fossano è quello con più lavoratori a rischio, circa quattrocento, ma i rischi coinvolgono anche centoventi lavoratori di Torino e trenta di Alessandria dello stabilimento di Spinetta Marengo.
Non ci stancheremo di ribadire che in un territorio già fortemente colpito dalla crisi economica occorre tutta l’attenzione necessaria per evitare situazioni di perdita di ulteriori posti di lavoro. Intendiamo portare questa questione all’attenzione del Parlamento e del Governo attivandoci fin d’ora con un’interrogazione e con la richiesta di poter aprire al più presto un tavolo nazionale di confronto per poter salvaguardare gli attuali livelli occupazionali.
Roberto Sarti, presidente del Gruppo Lega Nord in comune ad Alessandria:
“La Michelin ha comunicato nella giornata di martedì alle organizzazioni sindacali un “piano” da 580 esuberi in tutto il gruppo. In particolare saranno interessati dalla chiusura lo stabilimento di Fossano, in provincia di Cuneo, dove lavorano 400 addetti. Entro giugno poi del 2016 cesserà la lavorazione del reparto “ricoperti” di Alessandria in conseguenza di ciò sono previsti circa 30 esuberi.
La decisione assunta dall’azienda rientra all’interno del Piano strategico del Gruppo che prevede anche la riorganizzazione della rete logistica con la chiusura del magazzino di Tribano (Pd) e dello SMA di Torino Stura (rispettivamente 28 e 120 i lavoratori coinvolti).
A Spinetta Marengo sono a rischio non soltanto i 30 dipendenti menzionati ma anche 170 lavoratori interinali, per i quali non è stata data alcuna garanzia.
Una situazione gravissima che rischia di aggravare in maniera ancora più evidente la già precaria situazione occupazionale esistente in Provincia di Alessandria.
Purtroppo questa è la triste realtà del Paese , non le chiacchiere del Presidente del Consiglio che vaneggia su una ripresa del tutto inesistente e sull’Italia “locomotiva” dell’Europa. Assistiamo al contrario alla totale mancanza di una seria politica industriale e di sviluppo legata
imprescindibilmente a provvedimenti di carattere fiscale che vadano nella direzione di favorire gli insediamenti industriali arginando in tal modo il fenomeno della delocalizzazione delle aziende.
La Lega Nord chiede quindi al Sindaco di Alessandria che è anche Presidente della Provincia di attivarsi urgentemente presso le sedi istituzionali, regionali e nazionali, nel tentativo di salvaguardare in ogni modo i posti di lavoro”.
E. G.