Ora per Atm il tempo è davvero scaduto. Oggi pomeriggio alle 17 si riunirà l’assemblea dei soci dell’azienda alessandrina di trasporto pubblico (Comune di Alessandria 94,4%, Comune di Torino 4,52%, Comune di di Valenza 0,94%), e da lì dovrà per forza di cose uscire una qualche decisione, perchè così ovviamente non si può andare avanti.
L’ultima settimana è trascorsa sul filo di incontri prima convocati e poi qualche volta annullati (i sindacati incontreranno la proprietà solo oggi alle 15, poco prima dell’assemblea decisiva), e di voci, ipotesi, smentite. Tra Palazzo Rosso e il cda di Atm (in particolare il presidente Gianfranco Cermelli e il vice presidente Ezio Bressan, che è anche amministratore delegato) i rapporti sono ormai tesissimi, o forse quasi inesistenti, e i due manager, che in questi anni hanno cercato di tenere in piedi la nave come hanno potuto (qui la loro recente intervista) certamente si sarebbero aspettati dal socio di maggioranza un po’ più di apprezzamento, e soprattutto la ricerca di soluzioni nel corso dei tre anni trascorsi, e non solo ora, extrema ratio e con l’acqua alla gola.
Negli ultimi giorni a Palazzo Rosso si è lavorato freneticamente, alla ricerca di una soluzione ‘terza’, alternativa sia rispetto alla ricapitalizzazione che alla consegna dei libri in tribunale, e oggi vedremo appunto quali sono le carte realmente nelle mani della proprietà, e quali decisioni saranno prese. O se invece ci sarà un ulteriore rinvio, alla ricerca appunto di un percorso alternativo sia al fallimento, che alla ricapitalizzazione. Che potrebbe chiamarsi concordato preventivo, per intenderci, anche se nessuno lo dice esplicitamente.
Le speranze di Atm di salvarsi sono ben sintetizzate dalle dichiarazioni di Giorgio Abonante, assessore al Bilancio e alle Partecipate di Palazzo Rosso: “Lunedì abbiamo incontrato il comune di Torino – afferma Abonante – che non ci abbandona, mentre la Regione autorizza affidamento in house fino alle gare dell’Agenzia Regionale. Il piano proposto dal cda di Atm è insufficiente, ma è nostra intenzione evitare in ogni modo la liquidazione. Vogliamo evitare che i creditori subiscano un grave danno, e che i cittadini debbano sostenere il peso di una ricapitalizzazione impossibile”.
Sul piatto c’è il piano strategico di risanamento e sviluppo di Atm targato 2016-2018, presentato nelle settimane scorse dal tandem Cermelli Bressan, e drasticamente bocciato dai sindacati, ma anche nella sostanza dalle opposizioni di Palazzo Rosso: che però hanno messo sul banco degli imputati più il sindaco Rossa e la sua giunta, che non gli amministratori di Lungotanaro Magenta. Mentre lo stesso Abonante definisce il piano ‘insufficiente”, ma appare tutt’altro che intenzionato a ‘gettare la spugna’.
Il clima, insomma, è quanto mai teso. Esiste ancora la possibilità di una ‘ciambella di salvataggio’, come auspica l’assessore alle Partecipate del comune di Alessandria? Oppure il capolinea di Atm questa volta sarà davvero Corso Crimea, di fronte al tribunale cittadino? In questo caso, si tenga presente, parliamo sempre (come nel recente caso di Amiu) di un’azienda di diritto privato, ma a partecipazione pubblica, e che soprattutto eroga un servizio essenziale. Per cui una qualche soluzione ‘ponte’ andrebbe comunque trovata, per non essere il primo capoluogo di provincia che sospende in toto il servizio di trasporto pubblico su gomma (pur con tutti i limiti di qualità del servizio stesso).
D’altra parte, però, neanche si può pensare che la soluzione sia trascinare in avanti negli anni una simile agonia, riducendo costantemente le corse e ‘abbassando’ l’asticella della qualità, e procedere ‘a tentoni’, senza un vero progetto aziendale, ma anche di gestione della viabilità. I primi a chiedere chiarezza, e investimenti, sono da questo punto di vista proprio coloro che in Atm ci lavorano, e che in queste settimane osservano con smarrimento il ping-pong in corso sopra le loro teste. Per non dire degli alessandrini, la cui scorta di proverbiale cinismo e disincanto rischia davvero di esaurirsi.
Sul fronte di Palazzo Rosso, tra i più critici certamente (e non da oggi) anche Cesare Miraglia, leader dei Moderati, che da anni denuncia su Atm scelte quanto meno opinabili. I Moderati difenderanno ‘a spada tratta’ il tandem Cermelli-Bressan, e la vicenda Atm avrà anche risvolti politici in giunta?
Atm e il trasporto su gomma, ad un anno e mezzo dalle elezioni di Palazzo Rosso, rischiano di essere davvero una ‘bomba’ ad alto potenziale, da disinnescare con competenza per evitare gravi danni collaterali.
Ettore Grassano