Sciaudone: “Caro Mazzoni, sicuro che in Cittadella non ci siano abusi e violazioni di legge?”

Sciaudone alluvioneCittadella, mon amour. Il consigliere comunale Maurizio Sciaudone, che all’interno della Fortezza alessandrina lavorò per una vita  (compresi i giorni terribili dell’alluvione del 1994,  come da foto), e mal ‘digerisce’ di vederla andare in pezzi lentamente, ma inesorabilmente, si rimette ‘l’elmetto’, e torna alla carica, in risposta, sostiene, ad affermazioni di Enrico Mazzoni, presidente del consiglio comunale a Palazzo Rosso.

“Vorrei sottolineare – dice Sciaudone – un aspetto importante: la mia difesa della Cittadella, alla quale vedo con piacere si affiancano tanti altri cittadini, non è dettata assolutamente da questioni politiche in contrasto alla Giunta comunale retta dal sindaco Rossa. Anzi, il mio continuo lanciare “grida di allarme” è in primo luogo utile a chi deve amministrare un bene pubblico storico importantissimo, al quale sono legato non solo come alessandrino che tiene ai suoi monumenti ma anche per averci trascorso buona parte della mia vita come sottufficiale dell’Esercito. Dev’essere chiaro a tutti, in primo luogo agli amministratori, che tutte le situazioni palesemente anomale se non illeciti che accadono in Cittadella, devono ormai risolversi senza ulteriori indugi o peggio omertà. Perchè chi deve amministrare se non impedisce violazione di leggi e regolamenti sotto gli occhi di tutti, si rende complice o comunque responsabile dei reati commessi. Quindi invito il Presidente del Consiglio comunale Enrico Mazzoni a preoccuparsi più che impedire alla cittadinanza e ai giornalisti di informarsi sulle anomalie gravi che succedono in Cittadella chiudendo le porte del Consiglio per fare “sedute segrete”, a spendersi personalmente per capire quali e quanti sono gli abusi, chi li ha commessi e come porre rimedio.

Ma l’aspetto più inquietante è l’affermazione di Mazzoni “Se troveremo accordo con ilCittadella Montesanto demanio faremo un bando” praticamente sta ammettendo che la presenza di bar e ristorante non sono autorizzati quindi l’abusivismo è palese e l’illecito è a conoscenza degli amministratori che non sanno fare altro che rendere “segrete” le sedute del Consiglio comunale. Ed è illecito non solo quanto fatto per gestire attività di somministrazione cibi e bevande, usufruendo di sedi non autorizzate, è illecito perchè tutto realizzato in pieno spregio con la tutela di un edifico storico protetto dalle leggi dello Stato, in quanto sono state modificate strutture con lavori edili abusivi, vedi il cosiddetto ristorante che è stato ricavato dalla tettoia Novegno ai margini della piazza d’armi, alzando addirittura muri, creando allacciamenti acqua e gas che è pure da verificare chi ne è titolare e chi paga le bollette per un’attività estranea ad un bene pubblico. Mazzoni non dica “sulla Cittadella non lucra nessuno”, queste presenze abusive in Cittadella sembra chiaro che il lucro lo facciano addirittura dal contributo pubblico non stabilito da nessun tipo di contratto.
Mazzoni EnricoSu tutto questo si deve concentrare il presidente Mazzoni, anche identificando chi ha reso possibile gli abusi, pure negli anni precedenti all’insediamento della Giunta Rossa. E cosa dobbiamo dire della follia di spendere per illuminare un monumento che chiede disperatamente non luce ma fine al degrado? Anzi, le lampade illumineranno i crolli in atto e i prossimi venturi. E non si risponda che è un idea partorita dalla Giunta Fabbio. A prescindere dal fatto che come molti sanno ho anche contestato le azioni scorrette dell’amministrazione precedente, un progetto sbagliato e dannoso pure per l’immagine del governo alessandrino, si blocca, si trova il modo per bocciarlo e girare il denaro in qualcosa di indispensabile, vista la carenza cronica di fondi. Solo così si comincia il recupero di un monumento fondamentale per la storia alessandrina che da troppi anni è lasciato completamente andare, mentre gli amministratori responsabili con mille scuse se ne lavano le mani o addirittura si rendono complici di chi lo sfrutta!”