A l’è pròpi Grom [Il Citazionista]

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di Andrea Antonuccio.

«Condividiamo la stessa passione per il gelato nonché importanti valori aziendali, quali l’attenzione all’approvvigionamento sostenibile delle materie prime»
Kevin Havelock, president Refreshment Category di Unilever

E’ notizia di qualche ora fa: Unilever, multinazionale proprietaria di molti tra i marchi più diffusi nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa, ha comprato la gelateria Grom.

I due fondatori, Federico Grom e Guido Martinetti, in questo momento si staranno certamente leccando i baffi. Questa acquisizione consentirà di far entrare denari nuovi in azienda e, giustamente, di rimpolpare il conto in banca degli ormai ex proprietari.

Grom è un fenomeno da manuale di marketing: due ragazzi che re-inventano il gelato (un mercato considerato saturo, sia a livello artigianale che industriale) e, partendo da una gelateria minuscola in piazzetta Paleocapa a Torino, conquistano il mondo.

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Guido Martinetti

Apro una parentesi. Ricordo ancora con piacere la prima volta che assaggiai un gelato Grom. Un mio carissimo amico e collega mi portò in quella gelateria appena aperta, e mi fece fare un “giro di prova”: lo confesso, celestiale. Raccontai meraviglie al giornalista enogastronomico Paolo Massobrio, che ne scrisse di lì a pochi giorni su La Stampa, citandomi con nome e cognome e chiamandomi addirittura “gourmet” (bontà sua).

Poi arrivarono Slow Food e tutti gli altri, e la valanga mediatica divenne inarrestabile. Chiusa la parentesi.

L’operazione Grom-Unilever è molto interessante, e non solamente dal punto di vista industriale. Uno dei due soci (Martinetti) si è tolto da un conflitto di interessi che potrebbe “disturbarlo”, dicono le malelingue, in un prossimo futuro.

Pare che tra Guido e la politica vi sia solo lo spazio di un “sì, lo voglio” a Silvio Berlusconi. Fra non molto, infatti, si andrà a votare per le comunali a Torino. E, le malelingue concludono, non solo lì.