E pensare che c’era il pensiero [Controvento]

Festa del pensierodi Ettore Grassano

 
Alessandria ci prova, e lancia nei prossimi giorni la sua ‘campagna d’autunno’ di manifestazioni, feste, iniziative commerciali, culturali e di intrattenimento il cui obiettivo comune (assolutamente apprezzabile: e speriamo che il tempo sia clemente e dia una mano) è cercare di rivitalizzare la città, rendendola ‘attrattiva’ per i nativi, ma anche per chi viene da fuori.

Tra i diversi progetti, alcuni nuovi e altri legati alla tradizione, uno ha colpito particolarmente la fantasia di alcuni nostri amici e lettori, che in più riprese in questi giorni ci hanno privatamente ‘stuzzicati’ a dire la nostra. Essia.

Diciamo subito allora che Festa del Pensiero è titolo assai ambizioso, che immediatamente ci ha fatto pensare al Festival della Letteratura di Mantova, e al Festival della Mente di Sarzana: ossia due appuntamenti frutto davvero di ‘pensiero’, ben costruiti a tavolino, e che negli anni hanno saputo conquistarsi vasta eco a livello mediatico nazionale. Un po’ quello che qui si stava facendo alcuni anni con Ring!, per chi si ricorda la splendida iniziativa di ormai parecchi anni, ‘seppellita’ proprio nei giorni in cui scoprimmo di avere un Teatro all’amianto. E a quel punto tanti saluti, al Teatro Comunale e a Ring! (anche se il Premio Ferrero ancora c’è, per fortuna).

Ma potremmo citare anche la Festa Medievale di Cassine, che quest’anno è stata ‘temporaneamente sospesa’ per mancanza di fondi.

Insomma: questo per dire che ad Alessandria pensiero intelligente ce n’è sempre stato, e ce n’è: semmai manca un po’ di visione imprenditoriale che le buone idee sappia valorizzarle, facendole diventate brand e sistema.

Ma questo Festival del Pensiero che roba è?
Onestamente non lo sappiamo, e incrociamo le dita, augurando ogni bene. Però non possiamo fare a meno di notare che, a scorrere il programma, viene da pensare non tanto al ‘pensiero debole’ di scuola Vattimo, ma a certi minestroni di campagna dentro cui si butta un po’ di tutto, per poi far cuocere a fuoco lento, incrociando le dita.

Tanti percorsi colorati, tante iniziative in contemporanea, ma anche la difficoltà a capire quale sia il fil rouge, ossia di che pensiero si sta parlando.

E poi onestamente, senza nulla voler togliere alla ridda di nomi di scrittori, artisti, esperti (molti dei quali pressochè sconosciuti, ad Alessandria ma temiamo anche altrove) coinvolti nella manifestazione, non sarebbe stato meglio essere meno dispersivi, e puntare di più sul concetto di ‘identità’ alessandrina?

Solo un esempio: ad Alessandria abbiamo un ‘pool’ di scrittori di riconosciuta visibilità nazionale: Giulio Massobrio, Danilo Arona, Angelo Marenzana, Giorgio Bona, solo per citare i primi che ci vengono in mente. Ma, spaziando anche nel territorio circostante, si arriva tranquillamente ad una dozzina di autori di valore. Perchè non dedicare una parte specifica della Festa del Pensiero alla letteratura alessandrina (prevalentemente noir, volendo cercare un ‘cappello’ comune), per farlo diventare un brand, come magistralmente seppero fare a Bologna, e anche altrove?

Comunque sia, buona (prima!) Festa del Pensiero a tutti, con un piacevole ricordo musicale di Giorgio Gaber: tutto da ascoltare, e meditare.

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