Governare significa creare condizioni di sviluppo sociale e regole certe. Mi riferisco in particolare all’opportunità che potrebbe nascere dall’uso dell’energia e dall’efficientamento degli immobili.
Partiamo a monte del ragionamento riprendendo un articolo di CorrierAl recente, in cui con un buon lavoro di informazione, si spiega la situazione degli “addetti al lavoro“ del Collegio Costruttori con numeri e percentuali da paura di addetti al settore (-42% ) e di imprese (-41% ) spariti dal 2008 al 2014 e con previsioni di abbattimento medio del fatturato nel 2015 nella nostra zona del 61% delle aziende esistenti. Però credo si potrebbe facilmente allargare al resto d’Italia questa situazione, altro che …si vede la luce in fondo al tunnel di renziana memoria.
Non si costruiscono più nuovi immobili e si ristruttura un po’ qui e là quelli esistenti.
Questo mentre l’Europa, che spesso i media citano per sciocchezze, ha definito linee di indicazione e alcune regole (il Parlamento EU non fa leggi ma, appunto, linee guida) ad esempio sulla riconversione energetica in senso sostenibile e di sovranità diffusa sull’energia. Perché si fa finta di essere sordi da quell’orecchio? Anche nelle associazioni di categoria edili non si va più in la del registrare dati negativi e non si legge nulla di propositivo o una analisi che possa sovvertire l’andamento di un settore che è cruciale come quello edile per tutta l’economia.
Se guardiamo alla politica nazionale e locale, c’è da rimanere sbalorditi! Mentre si fa propaganda al nulla di nuovo, promosso quotidianamente. In questo silenzio vincono astri multiformi come i Gavio che si accaparrano le poche grandi opere, la maggioranza delle aziende tira i remi in barca come si dice e soffre.
Proviamo a pensare quale salto sarebbe per l’economia locale (o nazionale) con effetti a catena se si confezionassero strutture reali di aiuto finanziario a chi vuole efficientare il proprio immobile e utilizzare energie innovative e sostenibili.
La media delle costruzioni esistenti è in classe G, ciò significa che il 60/70 % dell’energia impiegata per riscaldare o raffrescare viene BUTTATA VIA.
Quindi significa:
1) lavoro rilanciato soprattutto alle piccole –medie imprese (che sono l’85% del totale esistente) per progettisti e lavoratori del settore edile, impiantistico che sono la vera qualità in Italia.
2) eliminazione della “schiavitù “ data dalla grande distribuzione di energie fossili (a termine) di grandi imprese e stati lontani, che fissandone i prezzi ne controllano l’uso.
3) Minor inquinamento reale, non dovuto a trucchi numerici, ma per una realtà di minor produzione di effetti inquinanti nell’ambiente, mentre chi lavora con gas( o con derivati del petrolio ) ha l’unico interesse ad aumentarne e perpetuarne il consumo.
4) Ci sarebbe un riavvicinamento “utile” della finanza all’economia che potrebbe essere virtuosa, perché non si parla di un’unica grande opera (ad es. la Tav o Terzo valico definite prioritarie dal governo) ma tante piccole, dove il valore degli importi essendo di minor quantità crea meno problemi di rischio anche alle banche. La commissione Europea dopo studi seri, fatti da esperti, dice che ogni euro investito sul tema dell’efficientamento e revisione energetica ne produce in indotto almeno tre.
Quindi cos’è che blocca lo sviluppo?
La politica dei partiti, con in testa Renzi ed il PD, che non hanno ancora messo in opera un normale PIANO NAZIONALE ENERGETICO, se non una incredibile serie di piccole indicazioni contrastanti e appoggiato decine di nuove violenze alla terra ed all’ambiente autorizzando trivellazioni per cercare petrolio o gas, che tutti gli studi disponibili concordano essere la riserva al massimo dello 0,5% in più delle necessità attuali, che autorizzano il TAP un enorme gasdotto in arrivo che devasterà la Puglia (vedete la riunione alla fiera del Levante dove i sindaci si sono alzati e andati via quando il sottosegretario propagandava l’opera) e cui verranno dati finanziamenti ma che non ci daranno nessuna sicurezza di approvvigionamento, perchè altri a monte controllano . Si spendono le poche risorse a livello nazionale per correre dietro alle società petrolifere e di gas senza una programmazione avveduta e condivisa fra le forze sociali.
Lo stesso si può dire, per tornale alla nostra zona per chi, come la giunta della Rossa, ha sposato in toto le tesi dei Gavio, dell’Egea, dell’Iren. Su che basi e con quali studi rispetto ai benefici per i cittadini alessandrini (ma si potrebbe dire di altre città) stanno per approvare un bando di gara sul teleriscaldamento che metterà in mano a grandi società il futuro dei loro concittadini senza nessun contrasto e togliendo loro sovranità su servizi essenziali ? Quale idea di futuro guida questa gente illuminata solo dal colore dei soldi (95 mln di project financing) rispetto la difesa dei beni comuni essenziali?
A cosa serve che si avvalgano della consulenza ambientale di associazioni come Lega Ambiente per avere pareri che appena arrivati mettono a nudo le bugie , cioè non solo il teleriscaldamento non darà vantaggi all’ambiente , ma peggiorerà la situazione di circa il doppio di quanto fanno oggi le normali caldaiette di ultima generazione ( ormai presenti all’80%) ? E sono numeri, non opinioni.
C’è una ipocrita perseveranza nel proporre investimenti senza altra logica del guadagno di poche grandi aziende , senza connessioni con uno sviluppo sociale dell’uso dell’energia.
Quando si finiranno le mistificanti teorie dei professoroni e tecnici al servizio dei partiti che in cambio di posti ben remunerati in università e visibilità, danno fiato a queste scelte? Nel caso di Alessandria poi, non abbiamo visto neanche un coraggioso leccapiedi venire a sostenere argomentando che il teleriscaldamento è la rappresentazione indispensabile del nostro futuro.
La Giunta comunale e la Rossa sono nel consiglio di amministrazione nella fondazione della ex CRA, che si dia da fare a incentivare piccoli finanziamenti su progetti di efficientamento energetico (cappotto termico, nuovi serramenti, ecc). La Giunta comunale e la Rossa apra, chiamando a raccolta ingegneri, tecnici, architetti di zona, uno sportello di consulenza a cittadini e aziende gratuito, per fare piani specifici caso per caso su condomini e altro. Non è necessario avere 95 mln di euro basta avere termini equi di garanzia su piccole somme , usare finanziamenti tipo il microcredito alle imprese garantito da depositi.
Favorisca la formazione di consorzi e raggruppamenti di cittadini per economia di scala e per avere maggior appetibilità con l’aspetto finanziario (come avviene ad es. in Germania), favorisca come già succede in alcune zone nel nostro paese, la formazione di E.S.C.O. e se ne faccia garante della congruità di lavoro.
Faccia una campagna di informazione capillare in tutti i quartieri, ai cittadini per spiegare le motivazioni per cui conviene fare piccoli sacrifici ripagati con vero risparmio economico e minor inquinamento e con un futuro leggero e responsabile nella spesa energetica.
Chi ha responsabilità di governo della città deve andare a battere i pugni in regione o a Roma se necessario, per perorare la causa e chiedere accesso ad incentivi con leggi apposite (che sono già depositate in commissione energia, devono solo farle tirare fuori).
Palazzo rosso deve dare l’esempio con tutte le sue utenze spendaccione e sprecone, dove il risparmio non può essere solo l’aver affidato ad Enel Energia la sostituzione di un po’ di lampade a led a basso consumo se poi nel municipio, nelle scuole, negli uffici comunali più disparati non c’è nessun controllo termico ed impianti obsoleti.
Perché il trucco di non spendo perché non ho soldi, non è del tutto vero e si va a caccia di privati come partner per l’Amag per continuare a lavorare con il gas, dove solo chi può fare grandi investimenti vince e lo spreco è spalmato come ricarico sulle tasse di tutti i cittadini, che non hanno in cambio neppure servizi essenziali. E’ una via demenziale e senza futuro per il bene comune, fatta di mercato e concorrenza, non di sviluppo sociale e benessere. Sono scelte che la politica che ne ha la responsabilità deve fare, perché sulla green economy si gioca il vero proseguimento della nostra società.
Perché i nostri amministratori assieme a quelli della provincia non si prodigano per avere uno storno anche minimo delle enormi spese per quell’opera senza senso del Terzo Valico (6,3 miliardi di euro) a favore del rilancio del tema energia in tutta la provincia?
Su queste idee vale la pena aprire un confronto che non può essere solo fra competenti, ma ognuno deve nel modo che può, attivarsi, sia egli cittadino comune o ricercatore, o impresario, ecc, rilanciare l’economia circolare ad Alessandria con il riuso ed il rinnovo di quanto c’è, senza consumo di suolo e invasione di altro cemento, ridando ossigeno alle centinaia di piccole imprese è possibile.
Gianni Gatti – Alessandria