Nuove strutture sanitarie: che facciamo tra Alessandria, Novi Ligure e Tortona?

Ravetti 3di Domenico Ravetti*

 

Nel momento in cui si discute del futuro dei Distretti Sanitari e degli atti aziendali delle Asl – Aso possiamo affermare che il Piemonte, grazie alla riforma avviata all’inizio della legislatura presieduta da Chiamparino, è nelle condizioni di uscire dal piano di rientro della sanità entro fine anno.

Questo vuol dire superare il commissariamento di fatto iniziato nel 2011 e poter dedicare i prossimi anni a consolidare gli effetti positivi della riforma e, tra questi, l’avvio anche di una serie di interventi strutturali, a partire dai punti più critici della rete ospedaliera. Per essere chiari possiamo sin d’ora sostenere che ripartiranno gli investimenti nell’edilizia sanitaria. E il primo progetto a decollare sarà quello dell’ospedale unico di Moncalieri, Nichelino, Chieri e Carmagnola.
Successivamente dedicheremo attenzioni al completamento della struttura di Verduno e alla realizzazione dell’ospedale della Valle Belbo. Per quanto riguarda il territorio della provincia di Alessandria ritengo ormai maturi i tempi per una discussione seria con le Istituzioni territoriali e le rappresentanze economiche e sociali sulla realizzazione di una struttura unica tra Alessandria, Novi Ligure e Tortona.

Abbiamo la necessità di un confronto sulle opportunità di una nuova strutturaSanità nuova all’altezza delle esigenze dei cittadini e delle prospettive di valorizzazione di un un’area che è fondamentale per le politiche Sanitarie Piemontesi. La Regione per finanziare questi progetti chiederà ai Comuni, se interessati, un nuovo protagonismo almeno su tre direttrici: il dibattito sull’ubicazione della nuova struttura, l’avvio delle procedure urbanistiche adeguate e, parallelamente, la condivisione del percorso che permetterà di valorizzare il patrimonio immobiliare delle Asl. Per capirci: i nuovi ospedali si potranno realizzare, almeno in parte, con la vendita delle strutture esistenti, quindi con il coinvolgimento dei privati, valutando, tra le opzioni, rischi e benefici nell’ utilizzo dello strumento della concessione oppure quello del leasing in costruendo. Capisco che si tratta di un progetto ambizioso che necessita di tempistiche lunghe ma, proprio per questo, chiedo di iniziare a discuterne ora.

Da un lato i progetti e le responsabilità, dall’altro segnalo alcune lagnanze di parti della politica non certo vicine a me; non tutte ma alcune fibrillazioni causate dalla riforma della Sanità mi restituiscono la certezza che da troppo tempo al centro delle attenzioni non sono state poste le esigenze e i diritti dei cittadini. In politica vale tutto ma sembra davvero esagerato il tentativo di impartire lezioni riformiste da parte di chi ha sostenuto politicamente scelte inappropriate, scelte che hanno generato una Sanità in Piemonte con i conti sull’orlo del fallimento. L’unica certezza è che non faremo ciò che è stato fatto nel passato.

 

*Consigliere Regionale PD – Presidente commissione Sanità