Non è ancora una candidatura ufficiale, ma certamente Riccardo Molinari che dichiara (nell’intervista rilasciata a Massimo Brusasco sul Piccolo di martedì) “fare il sindaco di Alessandria sarebbe un onore” rappresenta il dato forse più significativo di questa estate politica quanto mai movimentata, su scala alessandrina.
Molinari non è infatti solo il segretario provinciale della Lega Nord, ma anche il vice segrerario federale del Carroccio (il braccio destro di Salvini, per capirci), e in predicato di assumere la guida del suo partito a livello regionale. Già consigliere e assessore in Regione Piemonte, e da un po’ di tempo anche volto noto alle platee televisive nazionali, Molinari ha solo 32 anni, ma un background che pochissimi altri politici mandrogni possono vantare: insomma, ha certamente le carte in regola per aggregare il vasto, e un po’ disgregato, fronte del centro destra alessandrino, e qualcuno sostiene anche che non sia per nulla sgradito ad ambienti autorevoli di area progressista, pronti a riconoscerne competenza e capacità di dialogo e confronto.
Con lui in campo, per capirci, il giochino del leghista becero e razzista sarebbe davvero difficile da mettere in piedi, senza cadere nel ridicolo. E probabilmente anche le diverse anime del centro destra, più o meno entusiasticamente a seconda dei casi, troverebbero un punto di riferimento di sicuro ‘appeal’. E forse tornerebbero a crederci.
Nell’intervista sul Piccolo Riccardo Molinari (reduce dalla festa della Lega di Capriata d’Orba, che ha visto il passaggio di oltre 3 mila persone, attratte non solo dal celebre fritto misto di pesce ma anche, udite udite, dai dibattiti politici: roba da altri tempi, o forse da tempi nuovi alle porte) dice due cose interessanti: la prima è che “tutti quelli
che fanno politica ambiscono ad amministrare la propria città, con un ruolo importante”, che appunto non è ancora un ‘mi candido” (anche perchè alle elezioni comunali di Palazzo Rosso mancano ancora venti mesi), ma certamente una mezza opzione la rappresenta. La seconda è “non sono un ultras delle primarie a tutti i costi. Non sempre producono il candidato migliore”, e anche questa è una affermazione destinata, da oggi, ad aprire un nuovo fronte di dibattito.
Molinari dice poi un’altra cosa che in città pensiamo in tantissimi, riguardo alla presunta uscita di Alessandria dal dissesto dichiarato tre anni fa: “Andate a chiedere alle aziende, ai molti privati che ancora aspettano soldi dal Comune e dalle municipalizzate e vi renderete conto”. Vogliamo parlare, ad esempio, della vicenda Cissaca, e delle cooperative che lavorano per il Consorzio Socio Assistenziale? Un caso fra tanti, emblematico. Ma non mettiamo troppa carne al fuoco: ci torneremo presto.