Se esistesse il reato di ‘apologia del ponte’, in queste settimane non pochi media e opinion maker alessandrini correrebbero il rischio di essere indagati.
Naturalmente un po’ di sano ottimismo è il sale della vita, e siamo ben lieti di non parlare solo e sempre di una città in ginocchio, di giovani alessandrini in fuga o nullafacenti cronici, di cimiteri di periferia assolutamente abbandonati a se stessi (passateci ogni tanto e vedrete) e così via. Che pure sono dati reali incontrovertibili da qualsiasi propaganda.
E tuttavia est modus in rebus, dicevano gli antichi, o più banalmente ‘il troppio stroppia’, e attenti che l’effetto boomerang è sempre dietro l’angolo.
Da settimane sentiamo suonare fanfare a festa, leggiamo paginate di sproloqui quotidiani sulle magnificenze del ponte Meier (lo chiameranno così?), che già pare stia attirando ad Alessandria élitari estimatori del geniale architetto, in attesa ovviamente dei torpedoni internazionali dell’anno prossimo.
Un miracolo locale peraltro la mastodontica struttura già l’ha fatto, ed è mettere d’accordo, una tantum, sindaco emerito Fabbio e attuale sindaca Rossa, entrambi entusiasti sostenitori dell’opera, e convinti del fatto che di lì passerà il rilancio di Alessandria, verso una nuova alba di crescita e prosperità.
Esageruma nen, ragazzi, e stiamo ai fatti. Per ora quel che si vede dalle parti del fiume è un’opera certamente faraonica, che ad alcuni ‘criticoni’ pare oggettivamente brutta, ma a noi sembra semplicente fuori contesto.
Non serve essere nostalgici del vecchio ponte (che pure brutto non era, nel suo genere: e soprattutto ‘dialogava’ davvero con la Fortezza adiacente) per capire che il nuovo Meier non solo non c’entra niente con quel che gli sta attorno, ma con la Cittadella fa addirittura ‘a pugni’, dal punto di vista estetico. E se certamente, illuminato da 94 riflettori, il ponte farà di notte un effetto straordinario, davvero curiosa appare la scelta di investire una cifra significativa (circa 800 mila euro) per far risplendere ‘a giorno’ anche la vicina Cittadella, grazie ad altri 288 proiettori, per quanto rigorosamente a basso consumo.
Insomma: la Cittadella sta cadendo letteralmente a pezzi, e noi invece di provare ad intervenire per tenerla in piedi ne mettiamo l’agonia sotto i riflettori?
In ogni caso: sei mesi ancora, e a ponte finalmente inaugurato e fruibile cercheremo di valutarne pro e contro in maniera sperimentale, e sul campo. Per ora però, di fronte alle fanfare schierate a festa con la banda, preferiamo rimanere defilati ad ascoltare il coro, in attesa delle prime stonature.
Grazie a Pier Carlo Lava per le foto del nuovo ponte