I girasoli di Van Gogh rappresentano nell’immaginario collettivo quanto di meglio possa esistere nel campo dell’arte.
Le tele raffiguranti questo timido, semplice, ma al contempo raggiante fiore esprimono sentimenti di felicità, di estate, di vitalità, sempre comunque venati di leggera malinconia.
L’estrosità dell’artista olandese è ben nota come le ragioni per le quali fu definito un genio pazzo ed incompreso. Realizzò molti quadri, disegni, acquerelli con tecniche differenti, ma la sua arte fu apprezzata soltanto dopo la morte, come spesso accade ai geni.
Van Gogh considerò la natura come soggetto ispiratore, capace di stillare emozioni e sensazioni. L’impressionismo di Vincent tradusse la visione del paesaggio ogni volta in modo diverso, ma sempre in armonia con il contesto naturale.
In trent’anni di estenuante ricerca (realizzò circa 900 opere) dall’intensità e della trasmissione visiva della realtà approdò all’espressionismo, corrente artistica originale ed innovativa.
L’espressionismo tende ad esaltare più la proiezione emotiva della realtà che quella percettiva.
Van Gogh seppe miscelare colori e pennellate a strati densi, dando vita ad una tecnica superlativa, espressione di un mondo fantastico ricco di luminosità e speranza, contraddizione di uno spirito ossessivo, malinconico ed inquieto.
Ogni espressione della natura fu per il pittore fonte d’ispirazione e motivo per avvertire sensazioni nuove ed intense, da trasferire sulla tela. Ogni pennellata impresse alla tela un mutamento in crescendo o diminuendo, dell’attimo da cogliere, nella concentrazione di un breve momento in cui nulla deve disperdersi.
Van Gogh amò fare lunghe passeggiate alla ricerca di colori, forme, immagini da dipingere e trasformare in pennellate piene di espressione.
Così si innamorò del girasole. Fiore dotato di un lungo e poderoso gambo, con grande corona a forma di sole, è ad esso sempre rivolto alla ricerca di calore, luce, vita.
Il nome di Van Gogh è legato indiscutibilmente ai girasoli, dei quali realizzò più serie: una a Parigi, più cupa e malinconica, ed una più positiva ed ottimista ad Arles.
Durante il soggiorno in Provenza dipinse i girasoli più celebri. Fra questi quello più riprodotto è conservato presso il Philadelphia Museum of Art (1888)..In due anni di soggiorno nella campagna francese l’artista realizzò almeno undici importanti opere raffiguranti il girasole.
L’interesse per questi fiori era gia nato a Parigi ma è ad Arles che la passione divampa.
Fu attendendo l’arrivo di Gauguin che Van Gogh dipinse molte tele su questo tema, per allietare e decorare con dipinti che trasmettessero allegria e vitalità la camera che avrebbe ospitato nella ‘Casa gialla’ l’amico artista: operazione che lo impegnò per buona parte dell’estate del 1888.
Il rapporto con Guaguin non si sviluppò purtroppo nella maniera attesa: il pittore francese, che Van Gogh considerava suo maestro e che ammirava molto, non comprese più davvero la pittura dell’artista olandese. Vincent temeva molto il suo giudizio e questa delusione lo mandò totalmente in crisi.
Gauguin in realtà aveva accettato di recarsi ad Arles più che altro per accumulare denaro prima della partenza per Tahiti. Gauguin dipinse nel dicembre del 1888 un quadro che ritraeva Van Gogh mentre dipingeva i girasoli che irritò molto Vincent…’Sono io’, commentò, ‘ma divenuto pazzo’. Da qui il litigio violento, che portò poi Van Gogh a farsi del male da solo e a tagliarsi un orecchio.
I quadri dedicati ai girasoli mostrano diverse fasi della vita del fiore, che vanno dalla nascita del bocciolo fino alla morte, all’appassimento….
Per realizzarli l’artista utilizzò una pittura molto densa, carica di un continuo sovrapporsi di colori, dando forte accento ai giochi di luce ed ombra, dati dalla tonalità e dallo spessore della pennellata, il cosiddetto ‘impasto solido’.
Un mistero aleggia intorno alla figura di Van Gogh ed ai suoi ‘mitici‘ girasoli.
Il famoso dipinto ‘Campo di girasoli’ di cui spesso si è sentito parlare e che lo stesso artista cita in una sua lettera al fratello Theo è introvabile. Se si fanno ricerche sul dipinto nulla risulta, possiamo ammirare nei musei soltanto girasoli riposti nel vaso. Analizzando tutta l’opera del pittore si scopre che 70 opere appartengono a sconosciuti (su 879) e 5 sono andate distrutte, ma tra queste non pare ci sia il campo di girasoli. Da dove nasce questa leggenda non si sa, resta un mistero.
Praticamente sconosciuto in vita Vincent Van Gogh divenne dopo la sua morte un artista celebratissimo, unico, diverso da tutti, una ‘meteora’ che ha cambiato il corso della storia dell’arte.
Cammille Pissarro disse di lui: “Costui o diventerà pazzo o ci farà mangiar la polvere a tutti quanti, se poi diverrà l’uno e l’altro ora non lo so dire”.
I girasoli furono anche i fiori posti sulla bara del pittore a seguito del suicidio, avvenuto con un colpo di pistola il 27 luglio 1890, a soli 37 anni.