Riccardo Piacentini: “Master di Analisi Musicale: utile per chi vuole trovare lavoro in musica”

Foto di Stefano Bonafé
Foto di Stefano Bonafé

Riccardo Piacentini, compositore e pianista torinese molto conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero, insegna Composizione al Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria.

E’ inoltre responsabile del Dipartimento di Teoria e Analisi, ed è coordinatore del Master di II livello in Analisi Musicale che partirà nel prossimo autunno.

Professor Piacentini, prima di parlare del Master, le faccio subito una domanda provocatoria: è ancora possibile comporre qualcosa di nuovo, dopo tanti secoli di musica?
Certamente! Quello della originalità è un problema legato alla musica dalla fine dell’800 in poi. In precedenza, la musica e l’arte non erano preoccupate di essere “nuove”. Dovevano essere prima di tutto autentiche, dovevano funzionare, entrare nel sociale, nella vita degli uomini. Ebbene, direi che comporre non è un lusso, ma è qualcosa di cui gli uomini in fondo hanno bisogno. E’ una necessità reale… aggiungo, è la cosa più naturale che esiste.

Come si compone nel terzo millennio?
Non bisogna avere paura di fare cross-over tra i generi e, per estensione, anche tra le arti. Il compositore che si occupa di far interagire forme e generi che in passato non si sono mai incontrati, sta facendo qualcosa di estremamente stimolante e può produrre cose nuove che gli possono garantire un futuro. Questo è un aspetto importante: le “carriere”, per un allievo che esce oggi da un Conservatorio, sono diverse da quelle che si potevano intraprendere trent’anni fa. Occorre sapersi inventare strade nuove.

Conservatorio 1La riforma degli studi nei Conservatori, criticata soprattutto dai musicisti, è di aiuto, in questo senso?
Direi di sì. Io sono un fautore di questa riforma, non perché sia la migliore possibile, ma perché sono fermamente convinto che qualcosa di nuovo andasse fatto comunque. Pensi che i nostri programmi di insegnamento, pur efficaci, si riferivano ancora alla riforma Gentile-Casella del 1931. Bisognava cambiare.

Qual è l’aspetto della nuova riforma che le sembra più interessante?
Quello di porsi il problema dell’accompagnare uno studente del Conservatorio a “innestarsi” nel mondo del lavoro. Questo è un servizio, certamente non facile, che lo studente deve chiedere a un Conservatorio. E questo è l’obiettivo del Master di Analisi che stiamo promuovendo in questi giorni.

Foto Robert Ragan
Foto Robert Ragan

Parliamo del Master, allora…
Il Master si occupa di Analisi Musicale che, in estrema sintesi, può essere definita come il procedimento inverso alla composizione. Se la composizione mette insieme i pezzi, le parti di un brano musicale, l’Analisi isola le varie componenti, smonta quello che è già montato, andando alla ricerca della struttura interna del brano stesso. L’obiettivo della materia è sollecitare nello studente la capacità di osservazione nella musica. Da questo punto di vista lo studio dell’Analisi, nei Conservatori, è stato sempre un po’ sottovalutato, diciamo… Una integrazione è assolutamente necessaria.

E dunque voi vorreste colmare questa lacuna?
Il Master vuole attivare questa capacità di osservazione sull’oggetto musicale, invita cioè a scomporlo e poi, in una fase successiva, a ricomporlo. Il primo obiettivo dell’Analisi è dunque quello di scomporre. Ma il secondo è trovare una relazione tra questi oggetti scomposti e dunque procedere a una ricomposizione.

Quali sono i vantaggi che lo studente può ottenere dal Master?
Se la vogliamo mettere sul piano idealistico, in senso positivo, lo studente diventa consapevole di quello che fa e dunque tenderà a non mitizzare troppo l’oggetto su cui lavora. Edgard Varèse diceva che il compositore deve per necessità essere un po’ irriverente… L’atteggiamento di venerazione nei confronti della musica del passato rischia di paralizzare il musicista. L’Analisi vuole invece insegnare a interagire con la musica che si suona, provando a essere anche un po’ “irriverenti”…

E i vantaggi per così dire “pragmatici”?
La nostra intenzione è quella di preparare gli studenti, o i musicisti già formati, ad affrontare i concorsi ministeriali, dove è quasi sempre prevista una prova di Analisi a cui, almeno fino a oggi, non si arriva ben preparati. Ecco, uno scopo importante del Master è dare una preparazione reale per affrontare questa prova, proprio nella parte che riguarda l’Analisi.

Chi può iscriversi al Master?
Questo è un Master di II livello, il che presuppone, oltre a una preparazione musicale già ben definita, un Titolo di II livello: una laurea universitaria, o una laurea di Conservatorio con un biennio; oppure ancora un Diploma del vecchio corso tradizionale, ma conseguito entro il 2012.

E fino a quando ci si può iscrivere?
La data ultima per iscriversi è il 25 settembre 2015. Il Master, che avrà la durata di un anno, inizierà tra novembre e dicembre di quest’anno e sarà attivato solo se raggiungeremo il numero di dieci iscritti. Noi ci auguriamo che questo accada, anche perché questo è un Master di cui si sentiva assolutamente la necessità. Oltretutto è riconosciuto a livello ministeriale, quindi non prepara solo il candidato ai concorsi, ma dà anche un punteggio riconosciuto.

Veniamo alle ‘dolenti’ note. Quanto costa?
Direi che su questo aspetto siamo assolutamente competitivi. Il Master costa complessivamente 1.500 euro, comprensivi di una tassa di iscrizione di 50 euro. Oltre un certo numero di iscritti, saranno anche previste alcune borse di studio.

Una curiosità. Siete i primi a proporre in Italia questo tipo di Master?
Che io sappia, un Master di Analisi progettato in questo modo non esiste, e per questo mi auguro attragga diversi studenti anche da fuori Alessandria. E’ un progetto che ha richiesto mesi di studio e di lavoro intenso insieme ai miei colleghi del Conservatorio. Siamo consapevoli di non copiare nessuno, e sappiamo di fare qualcosa di veramente nuovo. La nostra volontà è quella di dialogare con i candidati: il Master non sarà qualcosa che viene dall’alto, ma è stato preparato per poter interagire con chi parteciperà, dando massima disponibilità sia in termini di contenuti che di orari. La nostra parola d’ordine è ‘dialogo’. Per questo lascio volentieri il mio indirizzo email, per chiunque volesse approfondire l’argomento: riccardopiacentini@libero.it. E per saperne di più: http://www.conservatoriovivaldi.it/master-di-i-e-ii-livello/.

Andrea Antonuccio