di Dario B. Caruso.
L’estate è la stagione più infida.
È come l’acqua del lago, insidiosa poiché in superficie c’è calma piatta mentre sotto le correnti creano mulinelli che risucchiano verso il basso.
È come il finto amico che ti sorride parlando bene di te e appena volti le spalle gli angoli della sua bocca si abbassano inarcandosi all’inverso e ti pugnala silenzioso.
Dunque, l’estate, stagione tanto attesa per il riposo e il rinvigorimento di corpo e spirito, racchiude in sé pericoli molteplici.
Perché approfitta del riposo. E del silenzio.
Le scelte di sostanza passano sotto il silenzio generale, sono frutto di discussione tra pochi e vengono ratificate tra lo sbalordimento di tutti.
Quando poi a settembre le nuove norme entrano in vigore non resta altro che prenderne atto ed accettarle supinamente.
Il silenzio le ha partorite.
L’autunno quindi diviene abitualmente il terreno fertile dei sindacati.
Proclami sui media, agitazioni sui posti di lavoro, indizione di scioperi.
Ma ormai il silenzio è svanito e il nemico ha buon gioco: sa che nulla potrà accadere, nessuno sarà in grado di modificare le scelte fatte.
L’estate tornerà, inesorabile.
Saremo ancora preda di scelte silenziose.
Tanto vale rilassarsi.
E dormire un po’.
Mentre il nemico avanza.