Nella serata di martedì 28 luglio il Senato ha approvato (con 163 voti favorevoli e 111 contrari) il decreto legge Enti Locali presentato dal Ministro per le Riforme Costituzionali Boschi. Tra i numerosi provvedimenti (come spesso accade nelle ultime votazioni prima della chiusura estiva dei lavori parlamentari) il decreto legge contiene tagli per 2,350 miliardi di euro in un settore già bistrattato come la Sanità. I tagli – 10 miliardi in 3 anni – erano già stati annunciati dal Commissario alla spending review Gutgeld in un’intervista di domenica scorsa a Repubblica, scatenando le critiche di Regioni e Associazioni dei medici. Da una parte, il Governo è convinto che si tratti semplicemente di risparmi derivanti dalla lotta agli sprechi e alla razionalizzazione delle spese. Dall’altra, i governatori regionali sostengono che si sta assistendo a nuovi tagli lineari laddove tutto il possibile è già stato tagliato.
Come era prevedibile, il dibattito in Regione Piemonte (dove a causa dei pessimi bilanci la Sanità era stata commissariata) si è subito acceso. Quanti di questi tagli interessano il Piemonte? E che sviluppi ci saranno nella provincia di Alessandria, dove già alcuni presidi ospedalieri, da Tortona a Casale, sono sotto osservazione? Il rischio paventato da tanti è che il Governo Renzi si appresti a compiere i soliti tagli, destinati ad influire negativamente sui servizi offerti ai cittadini. Che ci siano sprechi nella Sanità è chiaro a tutti, ma restano le perplessità sull’efficacia delle politiche che sono state varate con il ddl Boschi.
Abbiamo chiesto a Domenico Ravetti, alessandrino, consigliere regionale del Partito Democratico e Presidente della Commissione Sanità, Politiche Sociali e per gli Anziani a Palazzo Lascaris, di spiegarci che cosa accadrà con il nuovo corso aperto dal dl Boschi, e qual è la strada che la Regione sta seguendo nell’ambito sanitario.
Presidente Ravetti, le Regioni e le Associazioni dei medici sono salite sulle barricate: annunciati tagli per 10 miliardi in 3 anni. Ora cosa succederà?
Questa è solo l’attuazione del Patto per la Salute firmato da tutte le Regioni e che mira ad una razionalizzazione della spesa su due livelli: spendere in maniera appropriata per cure appropriate, e portare avanti la lotta agli sprechi.
Dei 10 miliardi in 3 anni, quanti interessano la Regione Piemonte?
Per ora l’unico dato di fatto è il ricevimento di 77 milioni di euro che danno continuità alla nostra azione di risanamento avviata lo scorso anno. Questo, ripeto, è un dato di fatto: noi cerchiamo di rimettere in ordine i conti della Sanità per riportare il Piemonte tra le Regioni virtuose. Ricordiamoci che la lotta agli sprechi è sinonimo di giustizia sociale.
Però ciò che spaventa dei provvedimenti sono i tagli delle prescrizioni diagnostiche e la soppressione di alcuni centri ospedalieri: non si presenta il rischio di dequalificare i servizi e soprattutto la prevenzione, da sempre vista come simbolo di “civiltà”?
Non si va ad agire sulla prevenzione, anzi bisogna insistere su di essa. Però la lotta va fatta alla medicina difensiva, è lì che nascono i maggiori sprechi. A prescindere, il tema che il Partito Democratico mette tra i suoi principi e nella sua azione politica è il diritto ad una buona salute per tutti: su questo non intendiamo cedere.
Ci saranno risvolti importanti nella Provincia di Alessandria?
La nostra politica continua così come è stata impostata in precedenza: riordino della rete territoriale ospedaliera, prevenzione, psichiatria, lotta allo spreco. Il tutto per garantire la salute ai cittadini.
Alcuni Governatori, anche del PD come Enrico Rossi in Toscana, e diverse associazioni di medici hanno paventato il rischio di tagli lineari là dove tagli sono già stati fatti. Succederà questo?
Non deve succedere. I tagli non devono essere lineari, ma “fatti col bisturi” per eliminare gli sprechi.
Alla luce del recente decreto legge, è possibile una riduzione del bugdet complessivo a disposizione della sanità piemontese?
No: 8,3 miliardi di euro erano, e quelli restano. Perchè, come hanno ribadito il Ministro Boschi e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, i tagli non toccano il Fondo Sanitario Nazionale.
Dunque il Piemonte è allineato con il Governo?
Se l’operato del Governo, come affermato dalla Lorenzin, sarà nel rispetto del Patto per la Salute – razionalizzazione e lotta agli sprechi – certamente sì. Ma se così non fosse, e venisse inficiata negativamente la prevenzione, allora davvero ci sarebbe da alzare le barricate.