Gastaldi: “Vi spiego cos’è un day surgery multi-specialistico, e come funziona!”

Gastaldi ProsperoChi di noi, potendo scegliere, non preferirebbe risolvere un piccolo intervento chirurgico in giornata, entrando in ospedale la mattina e tornando la sera a dormire a casa propria? “Naturalmente non sempre questo è possibile – sottolinea il dottor Prospero Gastaldi, responsabile del reparto di day surgery multispecialistico dell’Ospedale SS. Antonio e Biagio di Alessandria –, e sta all’equipe medica valutare casi e specificità, una per una. Considerando però che oggi, grazie all’evoluzione tecnologica applicata al settore medico chirurgico, abbiamo fatto grandi passi in avanti anche solo rispetto a pochi anni fa”. Il dottor Gastaldi ci accoglie sorridente nel suo ufficio, al secondo piano dell’ospedale alessandrino, e ci mostra poi anche rapidamente il reparto, e una parte del personale, sempre ‘super affaccendato’, con il coordinamento della caposala Iuna Perboni. “Siamo in tutto 27 persone – spiega Gastaldi – e io sono l’unico medico, il guardiano dell’ortodossia. Naturalmente c’è una costante interazione con i medici dei diversi reparti, che a noi fanno riferimento, e operano i loro pazienti. E poi c’è il personale infermieristico, assolutamente straordinario”.

Qualche numero consente subito di inquadrare l’importanza dell’attività del dayGastaldi team surgery multispecialistico del Santi Antonio e Biagio: “Nel 2014 abbiamo avuto circa 6.500 prericoveri (non necessariamente per operazioni ambulatoriali: anche quelli per interventi chirurgici con ricovero ospedaliero vero e proprio), e 5.800 interventi, che vanno dalla cataratta all’ernia, ai piccoli nei, alle cisti e molto altro”.

Ma il percorso del day surgery alessandrino parte da lontano: “nel 2000 – spiega il dottor Gastaldi – abbiamo cominciato a valutare la possibilità di creare alcuni posti letto, e quindi una struttura, dedicata agli interventi rapidi, da eseguire in giornata. Per farlo siamo partiti da uno studio della Bocconi, da un’analisi dello scenario, ossia cosa facevano gli altri, e da una serie di valutazioni sulla situazione di casa nostra. Siamo diventati operativi due anni dopo, nel 2002, aprendo il reparto qui al secondo piano. E non siamo ancora soddisfatti, nel senso che intendiamo crescere e migliorare ancora, e con il nuovo direttore generale, la dottoressa Baraldi, il confronto e l’analisi sono già cominciate, e a buon punto”.

In attesa di scoprire cosa riserverà il futuro, già oggi gli alessandrini possono però contare su una struttura di prim’ordine, che mette il paziente al centro, con le sue esigenze e le sue specificità: e che eroga le sue prestazioni su un territorio senz’altro vasto, quanto meno provinciale “anche se alcuni interventi si possono fare anche nei presidi ospedalieri, e generalmente, proprio perché non è previsto ricovero neppure per una notte, preferiamo che ci sia tra l’abitazione del paziente e l’ospedale una distanza ridotta”.

Quanto pesa oggi l’aspetto legato all’innovazione tecnologica in questo tipo di interventi ‘rapidi’? “Tantissimo – precisa il dottor Gastaldi .- poiché c’è stata e c’è tuttora un’evoluzione rapidissima degli strumenti a disposizione del chirurgo, e questo consente interventi sempre meno invasivi, e che consentono un pieno recupero fisico in tempi ridottissimi”. In reparto, il personale è sempre operativo, “e ogni giorno bastano due infermiere in servizio per preparare dai 20 ai 30 pazienti, naturalmente con una forte interazione con i diversi reparti coinvolti. Siamo una macchina davvero ben rodata, ma naturalmente ci occupiamo soltanto di interventi programmati, cosiddetti ‘di elezione’, e non delle urgenze. Naturalmente i tempi di attesa dipendono dal tipo di intervento, e dal reparto coinvolto. In alcuni casi bastano davvero pochi giorni di preavviso, in altri casi, come la cataratta, non possiamo negare che ‘le code’ siano decisamente di lungo periodo”.

Ettore Grassano