Esce trafelata, ma impeccabile e in perfetto orario da una riunione di giunta mattutina, e ci invita a sistemarci per la chiacchierata nella bellissima sala del consiglio comunale: “gli affreschi sul soffitto sono opera degli allievi del Piepolo, e questa ai tempi del marchesato era la sala da ballo, mentre nell’area della sala giunta c’erano le camere da letto, in cui ha dormito anche Napoleone”. Che Titti Palazzetti, da un anno sindaco di Casale Monferrato, sia innamorata della sua città lo capisci subito. Così come immediatamente emerge lo spirito della professoressa, che vive la gloriosa storia artistica del territorio come un valore attuale, e una risorsa da valorizzare. Ci incontriamo qualche giorno prima del pronunciamento di venerdì scorso sul processo Eternit bis (rinvio di ogni decisione alla Corte Costituzionale, con ulteriore allungamento dei tempi) ma il sindaco Palazzetti non ha dubbi: “Casale non smetterà di chiedere e cercare giustizia: siamo stati fino ad oggi, e continueremo ad essere, l’esempio di una comunità coesa e determinata, che si muove nel pieno rispetto delle leggi e delle procedure, ma anche senza mai arrendersi”. Con il primo cittadino di Casale Monferrato non possiamo che muovere da lì, dalla tragedia Eternit e dalle sue tante conseguenze (“ma non siamo la città dell’amianto: semmai saremo la prima città completamente de-amiantizzata!”), per affrontare tutti i temi oggi all’ordine del giorno per amministratori pubblici in tempo di crisi e tagli di risorse. “Abbiamo appena intrapreso un percorso quinquennale che punta in alto: ad un rilancio complessivo di Casale e di tutto il Monferrato, attraverso alcuni asset a cui stiamo lavorando, e che le illustro volentieri nel dettaglio”.
Sindaco Palazzetti, impossibile non partire da lì, dal terribile mostro con cui i casalesi sono costretti a lottare da tanti anni ormai. Ma facciamolo guardando avanti. Dal Governo stanno arrivando risorse importanti: per fare cosa?
65 milioni di euro in tre anni rappresentano una risorsa straordinaria, di cui sapremo fare buon uso: non è certamente con il denaro che si può risarcire il dolore di un’intera comunità, ma questo stanziamento consentirà davvero di fare tabula rasa, di bonificare la città, e l’intero Monferrato. Le modalità tecniche, i bandi, i percorsi sono ampiamente illustrati sul nostro sito, e i nostri uffici offrono tutte le informazioni e la consulenza necessarie. L’obiettivo è eliminare completamente l’amianto da tutte le strutture pubbliche, e stimolare (obbligarli in senso stretto è impossibile, non lo consente la legge) i privati a fare altrettanto, con incentivi economici, agevolazioni, ma anche informazione dettagliata e costante.
Come la mettete con il famigerato patto di stabilità, vero e proprio incubo per tanti comuni finanziariamente ‘sani’, ma impossibilitati a spendere?
Per il 2015 queste risorse straordinarie sono fuori dal patto, e stiamo lavorando affinché possa essere così anche nel 2016 e 2017. Tra l’altro, 11 milioni di euro potranno essere utilizzati per bonificare aree, edifici e strutture private ritenute pericolose per la comunità, perché in zona abitata e in evidente stato di abbandono. Pensiamo al caso di capannoni di aziende fallite, per fare un esempio. Lì il comune può decidere di procedere, rivalendosi successivamente sui proprietari privati, là dove possibile.
Sindaco Palazzetti, a Casale e non solo di mesotelioma pleurico si muore ancora?
(sospira, ndr) Purtroppo sì: solo nel 2014 i casalesi morti a causa di questo male terribile sono stati circa sessanta, e complessivamente le vittime dell’amianto nel nostro territorio sono oltre duemila. Il dato è destinato a crescere ancora nei prossimi anni, a causa dei tempi di incubazione molto lunghi della malattia. E consideri che gran parte delle persone che oggi si ammalano, e muoiono, non sono ex dipendenti Eternit, ma persone che nella vita facevano e fanno tutt’altro. Anche per questo abbiamo chiesto, e ottenuto, che il risarcimento Inail sia esteso a tutti e che, sul fronte sanitario e della ricerca medica, Casale conservi presso l’ospedale Santo Spirito il laboratorio di preparazione dei farmaci anti-tumorali, continuando ad investire sulla ricerca medico-oncologica, così come sull’assistenza dell’intera famiglia di chi viene colpito dal male. Perché davvero in questi casi serve da parte del sistema sanitario una presa in carico ampia, totale: e la collaborazione, sia con la Regione Piemonte che con la nostra Asl e con le altre strutture sanitarie provinciali è davvero eccellente. La ricerca, importante ricordarlo, viene finanziata anche con una parte delle transazioni ottenute dai famigliari delle vittime.
Neanche la ‘ferita’ della sentenza di Cassazione, con la prescrizione del reato e anche l’annullamento dei risarcimenti, è riuscita ad abbattervi… Assolutamente no: la dignità ma anche la determinazione con cui la comunità casalese ha saputo affrontare tutto questa vicenda, e in particolare la sentenza di Cassazione, è davvero straordinaria. E non ci fermeremo: dobbiamo insistere fino a che otterremo giustizia, anche se la strada è in salita. Lo dobbiamo a tutti i nostri morti, e a chi finora si è battuto con tenacia e perseveranza.
Sindaco Palazzetti, per fortuna però Casale e il Monferrato sono ben di più, e altro, rispetto al dramma amianto. Dopo un anno di mandato, qual è il suo bilancio di tappa? Riaccetterebbe oggi la sfida?
(sorride, ndr) Essere sindaco della città in cui sono cresciuta, in cui ho studiato e ho lavorato (a stretto contatto con tante generazioni diverse: persino le due assessore più giovani della giunta, Carmi e Fava, le ho avuto come studentesse quando ero preside!), in cui ho creato e cresciuto la mia famiglia, è un’esperienza splendida. Certo, anche impegnativa, quasi totalizzante. Ma lo rifarei certamente, e in questo primo anno abbiamo posto le basi, al di là dell’emergenza amianto, per un percorso di crescita non solo per Casale, ma tutto il Monferrato.
Puntando sul turismo d’arte, ed enogastronomico?
E’ una delle leve, anche se certamente non l’unica. Casale ha tanti ‘tesori’ da valorizzare, dal nostro Castello-Fortezza, che diventerà l’anima di tutto il Monferrato, alla Cittadella, alla Sinagoga. Ma poi ancora il Museo, terzo per ricchezza di opere in Piemonte, il Duomo, il Palafiere e il Paraboloide, che è il più antico essiccatoio per il cemento, vera archeologia industriale. E ancora l’Enoteca, che potenzieremo.
Expo, da questo punto di vista, vi sta dando una mano?
Expo lo stiamo sfruttando bene (e con forti sinergie con altri territori piemontesi, non solo Alessandria ma anche Asti e Vercelli) ma è solo l’occasione di partenza, non certo il traguardo. E’ il canale attraverso il quale ‘portare’ la ricchezza della nostra proposta turistica (a partire dagli infernot, grazie ai quali il Monferrato è Patrimonio dell’Umanità) a Milano. In questo senso, a settembre avremo a disposizione la Galleria Meravigli, ed è davvero una vetrina notevole.
C’è una criticità forte però, i trasporti: lì il declino degli ultimi anni è stato pesante…
La Stat viaggi, sul fronte Expo, sta facendo davvero molto, e bene. In generale, invece, la questione trasporti, sia su gomma che su rotaia, è drammatica, e abbiamo ottenuto dalla Regione impegni precisi per riuscire davvero a garantire un sistema di trasporti moderno ed efficiente. Penso in particolare al collegamento con Milano, e quindi anche alla necessità di riattivare al più presto le corse sulla Casale Vercelli, e sulla Casale Mortara. E’ impensabile essere così vicini a Milano, e con tante difficoltà di spostamento. Mi auguro che possano esserci novità positive già nei prossimi mesi.
Casale e casalese sono stati per decenni un distretto industriale di eccellenza. Poi la crisi ha colpito durissimo: c’è spazio per sperare in una ripartenza, o si è davvero chiuso un ciclo?
Non ho mai pensato che cultura, turismo ed eno-gastronomia siano attività alternative all’industria, e non lo credo ora. Come comune facciamo e faremo il possibile per rendere il nostro territorio ‘attrattivo’ per nuovi insediamenti industriali e imprenditoriali, ovviamente rispettosi dell’ambiente e della salute. Lavoreremo ad esempio su una riduzione progressiva degli oneri, e sulla creazione di spazi idonei. Però già oggi qui l’industria ha tutt’altro che alzato bandiera bianca: cito marchi storici come Cerutti e Buzzi, pur nell’evoluzione imposta dai tempi, o l’industria del freddo che sta cercando un rilancio dopo anni difficili, e poi realtà di eccellenza come la BCube della famiglia Bonzano sul fronte della logistica, e la Ibl, dell’altro ramo della stessa famiglia, leader nella produzione di pannelli, partendo come materia prima dai pioppi (pianta la cui storia è legata al Po e al nostro territorio, al punto che abbiamo qui l’Istituto per la Pioppicoltura, che è un unicum a livello nazionale). E poi tante altre realtà, come ad esempio Zerbinati nell’agroalimentare. Insomma, il nostro tessuto industriale c’è, è solido e destinato a crescere ancora.
Il numero di disoccupati però è ormai a livelli di emergenza anche nel casalese: e lei, sindaco Palazzetti, si è occupata per decenni di formazione professionale, indirizzata agli adulti, inventandosi anche modelli innovativi a livello regionale.
Certamente alla formazione continua per gli adulti, disoccupati e non, ho sempre creduto moltissimo, occupandomene a lungo anche in prima persona. Oggi più che mai, nella fase dell’economia nazionale e locale che stiamo vivendo, questo diventa ancor più un percorso essenziale, su cui Casale sta investendo e investirà. Abbiamo un intero palazzo destinato a queste attività, e una serie di progetti e convenzioni avviati con l’Università di Genova e del Piemonte Orientale, e con ordini professionali.
E l’immigrazione, sindaco? Casale è oasi felice, o anche qui l’emergenza si sente, e preoccupa?
La preoccupazione deve esserci, accompagnata dalla capacità di affrontare la questione in maniera concreta, equilibrata ed efficace. Certo, se si prendesse per vero quel che sostiene qualche mio oppositore politico, Casale sembrerebbe a rischio invasione, ma al di là della propaganda la situazione è assolutamente sotto controllo. Le offro dei numeri, altrimenti parliamo a vanvera. A Casale, su 35 mila abitanti, abbiamo oltre 3.000 stranieri con regolare permesso di soggiorno: per la gran parte persone integrate, che lavorano e producono, e alle quali diamo volentieri la cittadinanza ogni volta che ci sono le condizioni. Albanesi e rumeni sono le comunità ancora oggi più diffuse, a seguito dei fenomeni migratori di vent’anni fa. Ora, con l’Africa, ci troviamo a dover affrontare un fenomeno umanitario drammatico, e naturalmente non sta a noi amministratori di provincia trovare le soluzioni, e la stessa competenza territoriale fa capo alla Prefettura, non ai comuni. A Casale però è tutto sotto controllo: abbiamo 47 profughi ospitati e gestiti dalla cooperativa Senape, e altri 10 rifugiati politici ospitati in alloggi privati, anch’essi a cura di una cooperativa specializzata. Un quadro assolutamente tranquillo. Semmai c’è un’altra criticità, legata alle fasce più deboli della popolazione, che è quella delle case popolari: con i nuovi vertici dell’Atc ci sono stati incontri e chiarimenti anche di recente, abbiamo necessità che si provveda a fare investimenti, adeguando l’offerta di alloggi e la loro qualità.
Sindaco Palazzetti, chiudiamo con una riflessione su Casale capitale del Monferrato: è ancora così oggi?
Lo sarà sempre di più: Casale e il Monferrato sono stati a lungo un’oasi felice, un distretto completamente autosufficiente da tanti punti di vista, sul piano economico come culturale e dei servizi pubblici. Naturalmente i tempi cambiano, la realtà evolve e il nostro territorio deve adeguarsi. Ma Casale avverte più che mai la responsabilità di operare in un’ottica di area vasta, il Monferrato casalese appunto, che conta complessivamente 48 comuni, e circa 87 mila abitanti. Un territorio che ha sempre avuto una fortissima identità, con storia e tradizioni comuni, che vanno consolidate e proiettate nel futuro, passando anche attraverso sinergie di tipo organizzativo. Penso, per fare un esempio concreto, al comando unico dei vigili del Monferrato, ma anche a tanti altri progetti e iniziative a cui stiamo lavorando.
Ettore Grassano