Spettabile redazione,
ho appreso dalle pubbliche affissioni che il 25 luglio si svolgerà a Fubine (AL) la 11° Fiera del bestiame organizzata dal Comune di Fubine e patrocinata dalla Provincia di Alessandria la cui Presidente Rita Rossa addirittura interverrà alla fiera.
Si legge sul manifesto: “Una mattinata all’insegna del divertimento per grandi e piccini. Curiosità, giochi e attività per conoscere il mondo animale. Possibilità di degustare e acquistare specialità enogastronomiche del territorio. Esposizione di bovini di razza piemontese con indovina peso del torello, animali da cortile, l’asino Agostino campione del palio di Cocconato 2013 e 2014. Pony con battesimo della sella. Premio al cane più buffo…”
Come si è soliti fare per questo genere di fiera, ecco apparire sul manifesto un bel quadretto con animali liberi che scorrazzano sul prato. E’ un’immagine del tutto mistificatoria perché alle fiere gli animali sono legati, ingabbiati, recintati, costretti in spazi angusti. Sarà tutto a norma, perché in queste occasioni gli organizzatori rivendicano i ferri del mestiere, cioè leggi, regolamenti, deliberazioni, determinazioni… ma è il mestiere a dovere essere messo in discussione.
Non riesco davvero a comprendere il fascino che possa esercitare sul pubblico un simile evento e quale “divertimento per grandi e piccini” possa offrire un simile spettacolo. Ciò che mi colpisce particolarmente nelle fiere di animali è il culto della “razza pura” in questo caso quella piemontese, che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti; in natura non esistono le razze pure che invece sono il frutto di una selezione operata dagli esseri umani nel tempo per soddisfare i propri interessi, siano essi ornamentali o economici. Le razze sono mantenute dagli allevatori attraverso l’incrocio selettivo di esemplari con caratteristiche particolari, cosa che oggi avviene solitamente per mezzo dell’inseminazione artificiale, una pratica non certamente indolore.
Si promuove questa fiera “per conoscere il mondo animale” ma questa fiera non rappresenta affatto quel mondo di esseri non umani che non hanno alcuna voglia di fare i fenomeni da baraccone per una giornata a Fubine. Celebrare un asino campione di un palio significa anche avvalorare la vergognosa tradizione del palio dell’asino: uno spettacolo simbolo di arretratezza culturale e degrado specista.
La tradizione di questa fiera pare consolidata: lo si capisce dalla lunga serie di ringraziamenti che vanno dalla macelleria, alle aziende agricole, alle associazioni di categoria agricola. Anche la Chiesa fa la sua parte con la benedizione degli animali: la Chiesa è spesso presente agli appuntamenti in cui gli animali sono sfruttati a scopo ludico o commerciale (processioni, corse, palii, fiere…) sovente organizzati in onore di santi. Lo sfruttamento animale non ha confini: dal sacro al profano, coinvolge proprio tutti. Siamo ancora lontani da una presa di coscienza che rispetti la vita di ogni specie animale ma qualcosa sta cambiando perché sempre più persone trovano anacronistico questo genere di appuntamento che io mi auguro sparisca per sempre e che non considero affatto un vanto per il Comune di Fubine che lo organizza e per la Provincia di Alessandria che concede il suo patrocinio.
Cordiali saluti.
Paola Re – Tortona (AL)