di Dario B. Caruso.
Si è conclusa la Festa dell’Inquietudine 2015 svoltasi a Millesimo, nel cuore della Valbormida, e denominata “Un millesimo di inquietudine” per segnare un passaggio e un nuovo corso.
Ho vissuto queste giornate con un piede dentro e uno fuori, dati i miei impegni e i miei progetti che mi hanno portato lontano dal Circolo degli Inquieti.
“Posso resistere a tutto tranne alle tentazioni” diceva però quel maledetto dandy di Oscar Wilde, uno che di vizi se ne intendeva.
Io mi sono quindi lasciato tentare e mi sono occupato di vizi.
Molto più modestamente e senza intricati onanismi ma semplicemente filtrando ogni vizio attraverso una scelta musicale.
Un gioco.
Perché giocare e suonare sono sinonimi in inglese e in francese.
In italiano no.
Noi siamo puritani.
Giocare è una cosa da bambini, suonare è una cosa da chi non ha di meglio da fare.
Io mi sento un bambino e non ho di meglio da fare.
Quindi… I’ll go to play!
La superbia
Giuda apre il grande musical Jesus Christ Superstar inveendo contro Gesù, dal basso della sua posizione di peccatore si innalza a superbo: “Nazareth, il tuo figlio più famoso avrebbe dovuto rimanere uno sconosciuto. Come suo padre che intaglia legno. Tavole, sedie e casse di quercia si sarebbero adattati meglio a Gesù”
(A. L. Webber – Too much heaven on their minds)
La lussuria
C’è una canzone del 1927 che nella sua ingenua semplicità presenta una sensualità e un invito alla passione e ai sensi non esplicito, ma languido ed esasperato: “La mia anima sarà solamente tua per sempre. Ti desidero e ti cerco, come un fiore cerca la luce del sole”.
Più efficace di tante nudità.
(J. R. Lacalle – Amapola)
La gola
Al Yankovic prende una bellissima canzone di Michael Jackson (“Beat it”) e ne costruisce una parodia divertente sulle cattive abitudini alimentari degli americani. Nasce un inno all’eccesso di cibo: “Mangia, mangia! Non importa se sei pieno, devi aprire la bocca e mangiare! Non me lo fare ripetere!”
(Al Yankovic – Eat it)
L’avarizia
Difficile pensare a questo vizio senza ragionare come il nostro rapporto con il denaro si sia modificato nel corso degli ultimi trent’anni, oggi si presta più attenzione agli indici economici e alle borse prima ancora che al benessere psicofisico.
Dal musical Cabaret un inno al dio denaro: “I soldi fanno girare il mondo: il marco, lo yen, la sterlina, questo è tutto ciò che fa girare il mondo con quel tintinnio sonante!”
Siamo nel 1965, cinquant’anni di cambiamento perché nulla sia cambiato.
(J. Kander – Money makes the world go around)
L’invidia
È probabilmente il male del secolo. Ed è un vizio che danneggia se stessi senza peraltro minimamente scalfire l’invidiato.
Nel caso della scelta, la canzone di José Feliciano edulcora l’invidia a sentimento positivo, che fa macerare nel dolore per non poter avere l’attenzione di chi si ama: “Invidio le tue rose, le pareti di casa tua e le tue cose che hanno la tua attenzione. Invidio addirittura la mia voce quando pronuncia il tuo nome”
(J. Feliciano – Envidia)
L’ira
È certamente il male del secolo scorso, quello delle tante guerre, delle rivoluzioni culturali, dei terrorismi, delle contrapposizioni, della Guerra Fredda.
Oggi l’ira lascia spazio al disinteresse e all’abitudine. Siamo lontani dalle parole fintamente ingenue e coralmente tutt’altro che rassicuranti dei Pink Floyd: “Noi non abbiamo bisogno di educazione, non abbiamo bisogno di essere sorvegliati. Professori, lasciate in pace i ragazzi!”
Abbiamo perso.
(R. Waters – Another brick in the wall)
L’accidia
Questo vizio è l’unico che esclude gli altri.
L’accidioso è talmente pigro da non avere la forza di commettere alcuno degli altri sei peccati capitali.
Anche io mi sento stanco…..
(G. Gaber – Lo shampoo)
Sette belle composizioni che racchiudono cose così terribili…
“Ognuno di noi riunisce in sé il cielo e l’inferno”
È Piazza Italia, bellezza!