Nei bassifondi di un infernot (locale sotterraneo in roccia arenaria, pietra da cantoni o tufo per la conservazione del vino, dove non si superano di solito i 15 gradi centigradi) oppure in cima ad un monte, a quasi 500 metri di altezza. Quello di Crea, dove sorge l’omonimo Santuario, una delle mete, assieme appunto agli infernot, che sono state toccate dal Gran Tour del Monferrato di sabato 18 luglio.
Un viaggio alla scoperta di un paesaggio: il basso Monferrato o Monferrato casalese, da poco più di un anno divenuto patrimonio Unesco, bagnato dalla calme acque di Po e Tanaro, e che, come tra l’altro affermato anche dall’audioguida, anticamente era stato accostato alla Mesopotamia per la particolarità delle sue colline, dei suoi ruscelli e dei castelli.
Organizzato da Mon.D.O., Monferrato Domanda e Offerta, e Stat Viaggi, il Tour ha visto la partecipazione di un buon numero di persone, giunte la maggior parte da Milano via Vercelli.
Partenza da Casale, davanti al punto informativo IAT di Piazza Castello, alle 9,15. Ad ogni partecipante è data in dotazione un’audioguida, con commenti e traduzioni a cura dei professori Dionigi Roggero e Luigi Angelino, con la collaborazione dell’Istituto Balbo, e una mappa dell’escursione con i riferimenti numerati dei commenti relativi ai diversi luoghi di interesse. Oltre all’italiano l’audioguida è ascoltabile anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo e cinese.
Ad accompagnarci c’è anche Daria Carmi, assessore alla Cultura e al Turismo del comune di Casale Monferrato,
Ad essere toccati per primi sono stati i paesi di San Giorgio Monferrato, Ozzano Monferrato e Crea, dove, sul Sacro Monte, è stata effettuata la prima sosta con storia del Santuario e colazione a base, naturalmente, di specialità tipiche: particolarmente apprezzati dai turisti sono stati gli amaretti, i brutti ma buoni e i baci di dama.
Il percorso ha poi toccato Moncalvo, il centro più piccolo d’Italia ad essere denominato “città”, con visita al punto panoramico Belvedere Bonaventura dove si può ammirare uno scorcio suggestivo del paesaggio, Grazzano Badoglio, Vignale, Camagna, Frassinello, Olivola, Ottiglio, Sala e Cella Monte.
Qui una visita suggestiva a due infernot, costituiti in pietra da cantoni, dove si può notare, come detto, la bassa temperatura che coglie all’improvviso il turista e la perfetta conservazione di antiche bottiglie di vino. Il secondo di questi infernot è posto all’interno dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, uno dei luoghi forse più suggestivi del Monferrato Casalese, e costituito in gran parte da questa particolare pietra arenaria, facilmente lavorabile, e che affiora su gran parte dell’Ecomuseo. Nel corso dell’incontro servito anche un buonissimo rinfresco a base di Grignolino, fra i vini di punta della zona, e specialità tipiche locali come formaggi, salumi, carni battute e frittate.
Per maggiori dettagli www.ecomuseopietracantoni.it
Risotto (al Grignolino) e salsiccia è stato il piatto poi servito a tutti i partecipanti nel corso del pranzo, tenutosi sempre a Cella Monte.
Le ultime tappe hanno visto toccare i paesi di Rosignano e Terruggia. Ritorno a Casale, piazza Castello, alle 16.
Nel complesso una bella esperienza, da provare, magari in un periodo meno caldo, anche da parte di chi le zone del Monferrato le abita da sempre ma non ne conosce, appieno, tutte le potenzialità ed i gioielli nascosti. Che sono davvero tanti.
Per tutte le info: www.monferratoexpo2015.com, Stat Viaggi (0142-75981), www.statviaggi.it, Facebook gruppostat, mondo@monferrato.org
Le foto sono di Marco Balestra