“Ma a Palazzo Rosso c’è qualcuno che lo vuole davvero, un confronto serio sulla distribuzione e sul futuro delle farmacie presenti sul territorio comunale? A volte mi vengono dei dubbi…”. Marcello Pittaluga è il presidente provinciale dell’Ordine dei Farmacisti, ed è quindi figura assolutamente ‘titolata’ a fornirci i chiarimenti necessari in merito all’evoluzione della vicenda Farm.Al (del tema abbiamo parlato l’ultima volta lo scorso inverno, con l’ex membro del cda avvocato Paola De Bernardi), ma anche più in generale sui progetti relativi alla revisione della pianta organica delle farmacie sul territorio alessandrino. “In realtà – sottolinea Pittaluga – siamo in attesa del pronunciamento del Tar del Piemonte, che dovrebbe arrivare entro il 13 dicembre, ma speriamo anche prima”. Sarà finalmente chiaro, a quel punto, se la scelta di spostare una delle sole 3 farmacie del quartiere Pista, per trasformarla nella 12esima della zona centro (collocandola in uno degli stabili oggi fatiscenti e di proprietà comunale che si trovano di fronte alla stazione Fs) è legittima oppure no. “A noi – rimanca Pittaluga – pare francamente un’ipotesi demenziale, lo diciamo senza mezzi termini”.
Più in generale, il presidente dell’Ordine dei Farmacisti lamenta le carenze dell’approccio complessivo alla questione farmacie, da parte dell’attuale amministrazione di Palazzo Rosso.
“E’ dal 2012 – sottolinea Pittaluga – che chiediamo di metterci attorno ad un tavolo con esponenti del comune e della Asl, per affrontare la questione della pianta organica delle farmacie in maniera sistemica, ma non ci è mai stato concesso. E il sospetto che ai nostri amministratori interessino soltanto le farmacie di cui ancora detengono una quota, ossia quelle di Farm.Al, ovviamente viene”. Se però le farmacie ex comunali ad Alessandria sono 6 (e il comune detiene attualmente il 20% della proprietà, mentre l’80% fa capo a società del Gruppo Provera), il numero complessivo delle farmacie che operano sul nostro territorio è 29 (19 in città e 10 nei sobborghi), e Pittaluga non ci sta a ragionare in termini di ‘due pesi e due misure’: “vorrei ricordare – continua – che le farmacie comunali aprirono i battenti negli anni Settanta, in regime di deroga: ossia con l’obiettivo di portare il servizio in aree periferiche o disagiate, in cui il privato non aveva convenienza ad insediarsi. Pensi un po’ a come sono cambiate le cose nel tempo…”.
Come a dire che le farmacie comunali non solo nel corso dei decenni hanno cominciato a muoversi con logica di mercato e profitto, ma ad un certo punto sarebbero diventate delle primae inter pares, ossia privilegiate rispetto ai privati che devono confrontarsi con un regime di crisi che certamente non sta risparmiando neppure il settore. Per cui, dopo la farmacia Farm.Al aperta 24 ore su 24 in largo Catania, ecco il progetto di spostare la farmacia di piazza Mentana di fronte alla stazione, e quella della Pacto agli Archi/Coop, dove già esiste la parafarmacia. “Il tutto – conclude Pittaluga – lasciando aree della città, come la Pista e il Cristo, assolutamente sotto dimensionate per numero di farmacie, rispetto al numero di abitanti”. E pensare che era quella, all’inizio, la mission, delle farmacie comunali. Tutti a comprare antibiotici e aspirine in centro, dunque? La politica alessandrina che ne pensa?
Ettore Grassano