I pazienti che ricevono una prestazione sanitaria di rado conoscono l’impegno che usano i professionisti sanitari nell’investire il loro tempo in aggiornamento, costante apprendimento, definizione di protocolli e procedure, ricerca per migliorare l’assistenza.
Il confronto è sempre un momento per la condivisione delle conoscenze: “Sinergie per l’innovazione” è il titolo dell’incontro scientifico che si è svolto questa mattina presso il Salone di Rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, organizzato dalla struttura Sviluppo e Promozione Scientifica diretta da Antonio Maconi, che ha introdotto le tre sessioni della giornata, la ricerca legata alle sperimentazioni cliniche, la formazione, la progettazione europea.
È stata poi la volta del direttore generale Giovanna Baraldi che ha sottolineato come intorno alla ricerca vi sia un grande fermento: “Perché c’è metodologia, creatività e arricchimento. Pur non essendo una struttura universitaria, l’Azienda che è orientata alla migliore assistenza per il paziente, valorizza gli aspetti legati alla ricerca e alla formazione, nella consapevolezza che qualità della assistenza dipendono da ricerca e formazione e apprendimento.
Infatti per quel che riguarda la formazione dobbiamo ricordare che essa deve sempre essere accompagnata dall’apprendimento che significa imparare anche a lavorare diversamente, a cambiare e migliorare le cose, l’attività sanitaria, la pratica clinica ma anche l’organizzazione. Con questo spirito stiamo predisponendo il progetto strategico che presenteremo alla fine del mese”.
L’elemento centrale della giornata è stato il ruolo della collaborazione e le sinergie che i professionisti aziendali hanno avviato con altre strutture: sono stati intrapresi progetti che hanno potuto fornire spunti di miglioramento nell’assistenza ai pazienti, sempre più protagonisti e attenti interlocutori delle scelte diagnostiche ed assistenziali.
Sulla formazione e sulla ricerca Maconi ha poi sottolineato l’importanza di tenere aggiornate le proprie competenze: “Lavorare al meglio per il paziente, che è obiettivo di ogni professionista. Perché la formazione non è tale se non genera un reale cambiamento. Ad Alessandria abbiamo eccellenze che vanno valorizzate e che sono state oggi ben delineate dai protagonisti: per questo motivo è utile fermarsi a raccontare il lavoro svolto”.
Nella prima tavola rotonda coordinata da Marco Ladetto, sono state esposte le esperienze di ricerca rispetto ai progetti di ricerca multicentrici da Alessandro Levis, presidente del Gruppo Italiano dei Linfomi onlus, Alessandra Larocca, del gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto, Federica Grosso, responsabile dell’UFIM Unità Funzionale Interaziendale per Il Mesotelioma. Esperienze che hanno come comune denominatore il legame con patologie dal forte impatto emotivo e come ha sottolineato marco Ladetto, direttore della Struttura di Ematologia, “La ricerca è una speranza razionale. Altrimenti i pazienti cercano qualcosa di irrazionale, motivo per cui dobbiamo tendere a modelli virtuosi come avviene in altri paesi europei, tra cui eccelle la Danimarca”.
Caratteristiche peculiari ha invece la ricerca in ambito della Medicina d’urgenza, come ha spiegato Marco Santoro, definendo le aree di attività che vedono impegnati i professionisti dell’Azienda in un modello che possa semplificare la raccolta e l’elaborazione dei dati.
La seconda sessione ha visto il coinvolgimento delle figure professionali che hanno gestito il rischio ebola. È stato illustrato da Grazia Lomolino, responsabile del Controllo Infezioni Ospedaliere, Giovanni Lombardi, direttore della Centrale Operativa e Base Elisoccorso del 118, Franca Riva, Formazione e Anna Fagiani, caposala della Medicina d’urgenza, come l’Azienda abbia dovuto in poco tempo addestrare il personale per una possibile emergenza infettiva, con una apposita formazione a cascata e la messa in atto di protocolli definiti a livello nazionale.
I pazienti fragili sono stati protagonisti della terza sessione: negli interventi di Aldo Bellora e Gaetano Gargiulo, medici della Geriatria, che stanno lavorando ad un progetto di telemedicina teso a diminuire il rischio del paziente anziano fragile e migliorare la qualità di vita, svolto in collaborazione con l’Università di Verona, rappresentata da Graziano Pravadelli e con Edalab, società che sta lavorando a sistemi di controllo utili a per rendere il paziente proattivo e non reattivo. Nel progetto è coinvolto anche il centro di ricerca Insis, che sta lavorando con l’Azienda anche per l’implementazione tecnologica della Casa Amica del presidio riabilitativo Borsalino.