Pubblico numeroso “ma soprattutto molto qualificato”, precisa il consigliere regionale PD Walter Ottria, e di questo sono soddisfatto perché era il motivo principale per cui ho organizzato questo incontro, aperto a due aree della nostra provincia, Acqui Terme ed Ovada. È stata un’occasione unica di confronto per tante persone che nel sociale lavorano ed operano quotidianamente e che durante i prossimi mesi saranno interessati da una riforma in ambito socio-sanitario che li riguarda da vicino.
E le notizie emerse sono buone. “È un fatto – prosegue Ottria – che siamo davanti a due dati effettivi: da un lato la crisi economica ha acuito maggiormente i problemi sociali che coinvolgono tanti nostri concittadini, dagli anziani non autosufficienti alle nuove povertà, e dall’altro c’è stata una diminuzione progressiva delle risorse pubbliche necessarie a farvi fronte. Appare perciò fondamentale che, attraverso azioni ben precise, lo Stato si rimetta a fare la sua parte, aiutando il mondo del volontariato, in questi anni protagonista encomiabile e senza il quale ampie fasce di popolazione sarebbero state abbandonate.
La Regione ha deciso di affrontare la situazione di petto, con riforme importanti che puntano verso una forte integrazione socio-sanitaria immaginando che l’ambito sanitario e quello socio-assistenziale non debbano solo coesistere ma diventare interdipendenti, in una relazione di coordinamento e corresponsabilitá in cui il Distretto territoriale dovrà diventare il nodo principale di erogazione dei servizi sul territorio. Si dovranno quindi fornire servizi migliori con minori costi fissi costruendo un sistema che garantisce chi è già all’interno del circuito dei assistenza senza lasciare fuori chi ne ha bisogno si entrarvi”.
“Abbiamo lavorato a contatto con tutte le Province piemontesi – spiega l’assessore alle politiche sociali, Ferrari – ed il Patto per il Sociale che verrà approvato dalla Giunta entro la fine di luglio è il tentativo proprio di raggiungere questo obiettivo costruendo un rapporto di collaborazione tra la Regione (con il suo ruolo di programmazione ed indirizzo) ed i territori.
Il Patto per il Sociale – prosegue Ferrari – nasce da un lungo lavoro di confronto sui territori in cui, io e gli uffici dell’assessorato, abbiamo dialogato con tutti i soggetti interessati in modo da indagare quali fossero le priorità dei bisogni locali ed individuare le azioni adeguate per rispondervi. Ci siamo posti poi l’obiettivo di equilibrare la spesa del nostro welfare, oggi fortemente sbilanciato verso le politiche socio-sanitarie e che riserva poche risorse alle povertà ed alle famiglie. Non solo le non autosufficienze al centro del nostro agire quindi, ma anche il contrasto alla povertà e l’emergenza abitativa. Per fare ciò i distretti della coesione sociale dovranno omogeneizzarsi con quelli sanitari, almeno dove è possibile, in modo da renderli più efficaci”.
E proprio sul numero dei distretti si è concluso il pomeriggio: “la delibera di Saitta indica per la Provincia di Alessandria un numero che va da 3 a 6 ma non é una decisione che vogliamo imporre ai territori ma decidere con loro, tenendo fermi gli obiettivi preposti”. Su questo – conclude Ottria – si deve aprire un dibattito tra di noi, tralasciando gli interessi particolari e cogliere al volo questa opportunità in modo da dare risposte efficaci ai bisogni del nostro territorio.