A Vignale Giovanni Storti ‘padrino’ degli Infernot [Il gusto del territorio]

Infernot Vignaledi Eleonora Scafaro

 
Il Monferrato ha molti posti da scoprire, tesori ancora intatti che raccontano storie di epoche lontane.
Uno di questo è l’Infernot, testimonianza che costituisce un pezzo della tradizione piemontese, in particolare di quella monferrina.

Gli infernot sono delle piccole stanze sotterranee, scavate nella pietra da cantoni, utilizzati per conservare il vino.

Domenica 21 giugno, l’Ecomuseo della pietra da cantoni in collaborazione con i comuni di Sala, Rosignano, Camagna, Casorzo, Fubine, Grazzano Badoglio, Terruggia, Ottiglio, Vignale, Olivola, Frassinello, Fubine, Ozzano e Cella Monte, per festeggiare il primo compleanno del riconoscimento di Langhe – Roero e Monferrato come patrimonio mondiale dell’Unesco, ha aperto le porte degli Infernot permettendo ai cittadini di visitarli.

Per Vignale Monferrato, domenica è stato un giorno importante.
Palazzo Callori, corte del conte Callori, è stato riaperto e sono stati inaugurati gli Infernot del Palazzo: Infernot Callori, appunto, e Infernot Belvedere.
Quest’ultimo, in particolare, ha qualcosa di speciale.
Sotto il palazzo, scavato laddove una volta c’era il mare, un piccolo tesoro.
All’entrata, sulla destra, un piccolo corridoio a cui è vietato l’ingresso ai visitatori.
La stanzetta, infatti, è diventata il nido di pipistrelli, i rinolfi, di cui il Piemonte conta soltanto due siti.
“Lunedì gli addetti della Regione Piemonte faranno un sopralluogo per indicarci il modo migliore per tutelarli”, specifica Alberto Maffiotti, del club Unesco Vignale Monferrato.

Sulla sinistra, invece, un altro corridoio dove è stata allestita, attraverso alcune Infernot 2 fotografie, una meridiana del tempo che scandisce le stagioni mostrando i cambiamenti stagionali dei vigneti e le migrazioni degli uccelli attorno ad un punto fermo: l’infernot.

L’ampio spazio di entrata si inoltra, poi, in una citronerie, dove venivano conservati gli agrumi.
La volta che si trova subito dopo è stata scavata a mano da un piano.
Dopo la citronerie un piccolo spazio, un locale di convivialità che una volta si usava per degustare il vino e per fare attività commerciali.
Le pareti del Belvedere, di un colore giallo, sono fatte di sabbia, perché quell’Infernot, cinquemila anni fa, era il fondo del mare.

Nelle pareti si possono scovare pezzi di conchiglie, conchiglie più grosse e anche denti di squalo. Uno, ben visibile, spunta da una parete ed è anche ben visibile la lunghezza dello squalo, circa sei, sette metri con una apertura mascellare di un metro, un metro e mezzo.

Storti GiovanniDurante la giornata, che ha visto il comico Giovanni Storti all’inaugurazione, anche il convegno “Buon anniversario Unesco” organizzato dal comitato promotore Club Unesco Vignale Monferrato, Patrizia Grossi, chef de La Torre di Casale Monferrato che ha organizzato un aperitivo, e Stefano Buschini, l’ideatore del progetto Stupujtime, l’aperitivo monferrino che promuove le eccellenze enogastronomiche del territorio.

“Il progetto sta andando avanti – afferma Buschini, architetto di professione e appassionato del Monferrato per passione – e dal nostro territorio possiamo solo che trarre giovamento. Ci sono così tante cose da riscoprire e scoprire; a me basta che qualcuno si interessi del progetto, così ho raggiunto il mio obiettivo”.