Il calcio è morto? Viva il calcio! [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Settimana intensa per un calcio che sta ormai tirando le cuoia.
Andiamo per ordine.

Disastro Heysel – Celebrazione del Trentennale
Sono passati molti anni da quel giorno in cui decine di tifosi juventini persero la vita per differenti concause: esigenze di botteghino, tasso alcolico degli hooligans, inadeguatezza dello stadio, incapacità delle forze dell’ordine e certamente qualcosa d’altro.
Eppure sembra ieri poiché le problematiche legate ai disordini più recenti sono identiche.

Blatter si dimette
Lo svizzero settantanovenne si fa rieleggere presidente della Fifa per l’ennesima volta nonostante l’evidente giro di tangenti che coinvolge numerosi dei suoi più stretti collaboratori (e quindi anche lui, c’è poco da fare) e dopo poche ore si dimette poiché il cerchio dell’FBI si sarebbe stretto intorno ai suoi affari in maniera pressante.

Berlusconi cede il Milan
Già l’esperimento Inter sembra andare verso il naufragio.
Per non si capisce quale criterio (o forse sì) Berlusconi cede il 48% dell’A. C. Milan al miliardario thailandese Bee.
Il Cavaliere che ha rivendicato da sempre l’italianità di un certo modo di fare politica e affari vende metà della sua creatura ad un paese il cui sport nazionale è il Muay Thai, un’arte marziale vicina alla boxe e comunque lontana dai virtuosismi di Gullit e Van Basten.

barcelona_flexLa Juve perde la finale di Champions League
Dopo un gol preso a freddo (a meno di quattro minuti dal fischio d’inizio) la squadra di Allegri nel primo tempo controlla il Barça fatto da giocatori metrosexual che guardano più a non scomporsi e a gettarsi a terra alla prima spinta da tergo; nel secondo tempo li mettono sotto per venti minuti dando loro lezioni di gioco, pressing e virtuosismi (vedi l’azione intera che porta al pareggio di Morata) poi un turco maldestro decide di non fischiare un fallo da rigore evidente come un neo di Bruno Vespa e sulla ripartenza un tizio che somiglia all’imitazione che fa Crozza di Renzi insacca nella rete di Buffon.
Fine partita.

Mio papà è un vero uomo di sport.
Ha giocato a buoni livelli e mi ha insegnato dai tempi di Messico ’70 che chi gioca meglio è giusto che vinca.
Ieri sera però al fischio di chiusura e all’esultanza di Neymar l’ho visto rassegnato all’evidenza.
È allora che ho capito che il calcio non esiste più.
Esistono telecamere che possono farti contare quanti peli restano vicino all’ultimo tatuaggio di Vidal, perché non possono esistere telecamere che fughino dubbi sugli episodi dubbi?

Scrivo in punta di rabbia, so che lo state pensando. E così è.
Ma vedere Messi per trenta/quaranta volte cadere faccia sull’erba per spinte presunte e inesistenti mi fa cambiare l’opinione nei suoi confronti e sul senso di essere atleti.
Se il calcio non è più fatto da atleti ma da furbi che sanno gestire la psicologia degli arbitri non possiamo lamentarci dei giovani che emulano questi personaggi nel look e negli atteggiamenti.

Il calcio è morto, viva il calcio!