Morino: quando il vino diventa social [Il gusto del territorio]

Morino 3di Eleonora Scafaro

 

La storia di Gianluca Morino e della sua passione ha radice piuttosto antiche.
Tutto nacque circa 115 anni fa, nel 1900, quando la sua bisnonna Margherita, fondò l’azienda.
Attraversò la seconda guerra mondiale, sola, con quattro figli in una zona molto povera, quella di Nizza Monferrato.

Una azienda a conduzione familiare che, già dal nome, sprigiona amore, passione e tradizione.
Cascina Garitina, infatti, prende il nome dalla bisnonna Margherita, il cui diminutivo “Margheritina”, in dialetto è “Garitina”.

Ora, a tenere le redini dell’azienda, c’è Gianluca Morino, la quarta generazione.

Cascina Garitina è orientata nella lavorazione e valorizzazione dei vini rossi. L’80% della produzione è di Nizza, con vigne del 1939, 1951 e 1969.
I vigneti dell’azienda si estendono per un totale di circa 26 ettari di Barbera, Brachetto, Dolcetto, Pinot Nero, Merlot, Cabernet e Sauvignon.
La produzione si estende su sei etichette per sei vigneti con vinificazioni differenti.

“Ci sono voluti 20 anni di studi sul terreno e sui vigneti per riuscire a sperimentare” – specifica Morino.
La produzione, quindi, si concentra principalmente sulla produzione della Barbera d’AstiMorino 1 Superiore che, dall’autunno del 2016 si chiamerà solo Nizza, un nome che identifica un intero territorio.
“Il Nizza, nel 1920 era il vino dei nobili – spiega Gianluca Morino -, la storia di questa zona si identifica con la Barbera”.

La Barbera, che ha un buon tenore alcolico, una volta non si imbottigliava, si produceva solo sfuso ed era il vino delle nascite perché una volta si pensava che fosse un vino da bere giovane.
“Bisogna riuscire a comunicare al mondo che questo vino ha una grande longevità e dobbiamo dimostrarlo”.

A metà degli anni Novanta, le vecchie aziende produttrici di vino hanno iniziato a riunirsi in “Vigne del Nizza”, una associazione che mirava alla produzione di alta qualità e alla valorizzazione delle potenzialità della Barbera d’Asti.

L’associazione, poi, è cambiata diventando, nel 2002, “Associazione produttori del Nizza”, sempre con l’intento di valorizzare, promuovere e tutelare la Barbera d’Asti.
Oggi ne fanno parte 39 produttori e quattro cantine sociali.
Gli obiettivi dell’associazione vengono raggiunti anche grazie a una accurata tutela e critica dei vini prodotti dagli associati stessi attraverso degustazioni alla cieca, guidate, a turno, dai soci.

La pubblicità è l’anima del commercio: in pochi secondi, con una immagine o una scritta efficace; per conoscere un prodotto, invece, bisogna parlare, informare e accorciare la distanza tra produttore e consumatore.

Morino 2E Gianluca Morino lo sa fare molto bene: “I social, per esempio, sono uno strumento molto utile perché fanno da tramite. Attraverso di essi ti racconti e racconti ciò che fai e produci. Io uso molto Facebook, Twitter, ho un blog e, poi, Pinterest e Instagram che grazie alle fotografie consentono di essere molto immediato.
Sui socialnetwork ci parliamo troppo addosso e con poca chiarezza e, chi legge, si stanca subito. Il lavoro che faccio sul web è solo un aiuto rispetto al lavoro fatto attraverso i contatti, i venditori e gli incontri con i consumatori. Per vendere e per essere presente in più paesi come Stati Uniti, Europa del Nord, Giappone, Taiwan ed ex Unione Sovietica, un paese enorme dove il consumo di vino, nei prossimi anni, si alzerà moltissimo. Bisogna, quindi, accorciare le distanze e, oggi, internet ha grandi potenzialità in questo senso”.

Gianluca, con i social, ha iniziato a lavorarci per caso. C’era la passione per la scrittura e per la comunicazione, poi, per primo, è arrivato Twitter.
E nasce proprio dal web, infatti, “#barbera2”, una tavola rotonda organizzata nel 2013, sull’innovazione, digitale e opportunità di sviluppo per il settore vitivinicolo e il turismo anche attraverso il web.
Cento persone tra giornalisti, imprenditori e appassionati con due cose in comune: la Barbera e il web. Ognuna di loro, infatti, era lì grazie ai socialnetwork.
Cento ma non cento: collegati in streaming, poi, altre persone da molte parti del mondo.
L’evento, unico nel suo genere, si è svolto a Nizza Monferrato coinvolgendo, anche grazie al web, moltissime persone.

Innovazione, tradizione e digitale, perciò, per il rilancio e lo sviluppo economico di tutto il territorio.
Grazie al web, inoltre, si costruisce una rete di contatti che permette di aumentare il fatturato e di allargare le conoscenze: “proprio attraverso Twitter ho conosciuto un importatore di New York e su Instagram alcuni consumatori mi chiedono informazioni e sempre grazie al web mi hanno contattato dal Minnesota.
Oltre alla comunicazione, Gianluca Morino pone l’accento anche “sul vestito” della bottiglia: “quattro anni fa ho iniziato ad usare il tappo a vite che ha un disegno particolare perché non è dritto ma va verso l’alto, come segno di positività”.

Ma c’è ben altro. Le bottiglie e le etichette sono tutte disegnate da Morino e sull’etichetta vengono solo scritti il nome del vino e quello dell’azienda, il QR code e la temperatura a cui si deve servire, sempre con un carattere più grande.
Gianluca ha fatto una scelta di vita, quella di dedicarsi alla produzione del vino. Ma la produzione non si limita soltanto alla coltivazione e all’imbottigliamento e Morino lo dimostra bene.
E’ imprenditore e creatore di tutto ciò che ruota intorno alla produzione, dall’etichetta alla forma della bottiglia, fino alla comunicazione e il rapporto diretto con il consumatore.

L’idea, quindi, è quella di creare un network intorno alla Barbera, facendo qualcosa di innovativo e comunicare il vino al di fuori del comune modo di esprimersi sempre facendo cultura ed educando al prodotto e a ciò che sta dietro a una bottiglia di vino.