Basta un campo di papaveri a fare l’estate…si può dire osservando la bellezza naturale della campagna intorno a noi. Cosa c’e di più bello ed artistico dell’esplosione della natura in tarda primavera? Siamo a giugno, compaiono sui campi i primi covoni, e i petali rossi come sangue esplodono rigogliosi nella loro semplicità.
Come non riportare quindi lo sguardo sulla splendida tela che Claude Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926) ha realizzato nel 1873, intitolato ‘Les cocquelicots’, i papaveri, dove con le sue meravigliose impressioni vibranti ha fermato nel dipinto un momento di gioia e relax per gli occhi ed il cuore. Monet ferma per sempre in questa tela l’inafferrabile bellezza, l’attimo fuggente ed evocativo della radiosa atmosfera estiva di una passeggiata in mezzo ai campi nella campagna di Argenteuil, dove il pittore si trasferisce nel 1871 dopo il rientro dall’Inghilterra, e dove resterà fino al 1878.
A Londra ha visto e studiato i dipinti di Turner, pittore visionario e naturalista, aduso a soluzioni forti e vibranti, che per Monet sono un esempio da seguire. Ad Argenteuil, dove in tutto dipinge circa 170 tele, Monet si cimenta nella creazione di dipinti aventi per soggetto il paesaggio circostante e il riposo, ed inizia a sperimentare tutte le possibilità offerte dalla pittura ‘en plen air’. Ciò che più lo attrae è la mutevolezza delle cose reali a seconda della diversa luce della giornata. Egli inizia a realizzare quella che sarà la sua capacità di sintesi degli anni futuri, una specie di impazienza, un fremito, unito ad un’acuta individuazione dell’essenziale, che renderà più complesso il suo rapporto con il visibile, sublimandolo e divenendo un corpo a corpo con il tempo, la luce, i fenomeni della natura.
L’artista espone ‘i Papaveri’ nella bottega di Nadar durante la prima mostra degli impressionisti, nel 1874. Il dipinto è ad olio su tela, di dimensioni cm. 50 per 65, ed è attualmente conservato al Museo d’Orsay di Parigi.
Per realizzarlo l’artista diluisce i contorni e costruisce una base ritmica di colori, con pennellate grandi, che si notano soprattutto nell’evocazione dei papaveri, e ciò evidenzia la rilevanza che il pittore concede all’impressione visiva. Si può affermare che questo passaggio è la base per procedere verso l’astrazione.
Nel paesaggio, due coppie di persone, madre e figlio, (Camille e Jean) rispettivamente moglie e figlio dell’artista, vengono riprodotte per ben due volte, in primo piano ed in secondo piano, rappresentando da una parte il pretesto per la costruzione di una retta che attraversa la tela in modo obliquo e che rende la struttura al quadro, e dall’altra per rendere l’idea dello scorrere del tempo durante la passeggiata.
Il dipinto pare un inno alla vita semplice, di famiglia, di contatto con la natura ed i suoi profumi, i suoi colori, un percorso sensoriale nella bellezza selvaggia e rurale della campagna francese, ricca comunque di emozioni: una campagna mossa continuamente dal vento e ravvivata dalla punteggiatura rossa dei papaveri.
L’opera è divisa in due parti: nel primo piano troviamo il prato in discesa che volge verso lo spettatore. I personaggi ripetuti sono alla fine della discesa a destra, probabilmente il mese è quello di giugno (periodo dei papaveri) i vestiti propongono la moda dell’Ottocento (la donna indossa abito scuro, cappello e parasole – il bambino è in bianco e blu con cappello di paglia). Lo sfondo è un prato con erba alta e una cascata di papaveri che partono dalla sinistra e scendono seguendo la discesa.
In secondo piano vi sono alberi di diversa altezza e al centro una casa padronale. In alto
c’è un cielo azzurro costellato da nubi che assorbono i colori della luce. Alcune nuvole sono bordate di giallo come le chiome degli alberi.
Un altro dipinto famoso di Monet che tratta lo stesso soggetto è ‘Campo di papaveri a Vetheuil’, che venne realizzato nel 1880, dopo la morte della moglie Camille, ed è attualmente conservato in Svizzera.
Nel quadro si possono ammirare tre giovani donne intente a raccogliere dei papaveri rossi nei campi vicini a Vetheuil, nel nord della Francia. Tra di essi Alice, la nuova compagna dell’artista. Anche qui regna la freschezza e la vivacità della stagione estiva. Il villaggio è rappresentato con tonalità bluastre, cupe, scure diverse dalle tonalità accese dei campi.
L’opera è caratterizzata dalla novità delle pennellate molto ampie usate per rappresentare il cielo, e molto piccole, quasi punteggiature, utilizzate invece peer i fiori ed il campo. Con questa tecnica Monet fu capace di mettere in evidenza i cambiamenti di colore a seconda dell’inclinazione della luce.
Cinque anni più tardi a Giverny Monet dipinge ancora papaveri, con una tecnica ancora più affinata. Ogni singolo dettaglio esposto alla luce in questa tela pare perdere definizione fondendosi con il paesaggio (non esistono linee definite nel quadro).
La contrapposizione tra i due colori complementari, rosso e verde, conferisce al dipinto un aspetto realistico e brillante.