Il silenzio è cloro [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

È facile appellarsi al quinto emendamento della Costituzione degli Stati Uniti in un mondo bulimico di parole.
“Il mio cliente si avvale della facoltà di non rispondere”.
È un sistema di attacco travestito da gesto di difesa. Principalmente è un metodo vigliacco e ottuso per tutelare gli interessi di qualcosa e di qualcuno credendoli propri.

I polizieschi americani pullulano di scene in cui il duro di turno, catturato dall’FBI e messo alle strette, con lo sguardo torvo e di sfida tace.
Non sa cosa dire? ha esaurito il vocabolario? ha il lessico lesso?

Il bambino che in classe non fa la spia perché chi fa la spia non è figlio di maria si incammina verso un’immagine distorta del mondo futuro, un mondo in cui chi tace non avrà nulla da temere e non subirà mai alcuna ritorsione.

L’adolescente che vede un’amica in difficoltà e tace ai genitori il proprio e l’altrui disagio commette un crimine ben più grave della denuncia, condanna a morte l’amica e al rimorso perenne se stessa.

silenzio_flexIl malvivente che tace i nomi dei complici non avrà gratitudine ma fa in modo che gli stessi potranno godere del bottino spassandosela alla faccia sua.

Il penitente si chiude nel silenzio per ragionare sulle proprie mancanze e chiedere perdono.

Il politico osserva il silenzio pre elettorale sperando che la massa dimentichi le false promesse delle settimane precedenti.

Il silenzio, in tutti i casi, è cloro che depura, disinfetta e candeggia l’anima di chi lo pratica.
Qualche volta di chi gli sta intorno.
Ognuno faccia i conti con il proprio, di silenzio.
Perché come dice Francesco Nuti nel film Madonna che silenzio c’è stasera “Chi tace sta zitto”.